Francesco Vezzoli e l’arte della provocazione

  L’ultima creazione di Francesco Vezzoli è una tartaruga rivestita di gemme, Tortue de Soirée, realizzata in collaborazione con Bulgari per la mostra Huysmans, de Degas à Grünewald sous le regard de Francesco vezzoli. Bresciano per nascita ma da anni scisso tra Milano e New York l’artista, che colleziona cataloghi d’archeologia, spiega di aver preso ispirazione dal romanzo Controcorrente di Joris-Karl Huysmans, “dove la tartaruga ha un ruolo centrale nello svolgersi della vicenda esistenziale e decadentista del protagonista. Per me è un sogno che si realizza: la fantasia massima dell’artista è poter rendere reale ciò che è tale solo nella letteratura, quindi nella finzione. Inoltre la tartaruga è un unicum per la manifattura con cui è stata prodotta (530 ore di lavoro artigianale) e per le gemme preziose utilizzate (42 gemme per un totale di circa 1.500 carati). Tutto opera di Bulgari, una delle poche maison al mondo capace di creare un tale capolavoro”.

   Provocatore per scelta, e probabilmente per DNA, Vezzoli è tale non solo in relazione all’ambito artistico ma anche nel privato e con la franchezza che lo contraddistingue svela che: “Mi piace regalare qualcosa che infastidisca e metta in discussione i principi etici e morali di chi lo riceve. Se una donna è timida, le regalo un gioiello vistoso, se è vanitosa, un cesto di carote, se animalista, una pelliccia”. Ma per quanto concerne l’arte in senso stretto, non ha dubbi: “La grande arte ripete sempre se stessa, se si ispira alla realtà. Le pulsioni sono sempre le stesse, l’ascesi e la caduta, dagli imperatori a oggi, tutto si rincorre. Le dinamiche umane si ripetono, si inciampa sempre in desideri sessuali che modificano il percorso intrapreso. L’arte si compie quando si realizza qualcosa che non esisteva: è un oggetto mai esistito prima, un’ispirazione del poeta trasformata in realtà. Ecco, saper ricreare in un’opera o in un’installazione il balletto de Il grande Gatsby, sarebbe arte”.

   E per finire una nota di nostalgia che non t’aspetti dall’artista flâneur che si muove per Milano solo a piedi perché non ha la patente: “Mi annoiano i pranzi e le cene al ristorante. Mi sembrano solo estensioni della sfera lavorativa. Il mio pranzo ideale, se fosse ancora possibile, sarebbe con mia nonna e i suoi tortellini”.

Foto: Francesco Vezzoli, Self Portrait as Apollo del Belvedere’s (Lover), 2011, Busto in marmo (XIX secolo), autoritratto in marmo.