Frank Underwood scansate

A Palazzo Strozzi la mostra Yan Pei-Ming. Pittore di storie

Quanto ci sta regalando di intrigante – e di terribilmente spaventoso – la Storia di questi giorni? Tanto, e come pubblico non pagante, se solo fossimo indifferenti, non potremmo chiedere di meglio. Ma c’è un problema: come orientarsi nella selva di notizie, come interpretare certe antinomie del tipo colpo di stato/farsa? Se volessi confrontare le apparizioni e le sparizioni di Putin alla serie tv House of Cards che pure di intrighi se ne intende, questa mi risulterebbe ora didascalica e pretestuosa, e dovrei rivedere al ribasso la valutazione quasi da encomio che le tributai anni or sono quando rimasi folgorata dal plot. Con buona pace di Frank Underwood, Vladimir Putin è ben altro, con quella personalità misteriosa e per certi versi accattivante, ma anche sorprendentemente ordinaria se ne valutiamo gli aspetti crudeli che qualcuno del suo entourage non si è fatto scrupolo a rivendicare magari sotto traccia.

Alla luce di quanto detto sopra, se compulsare lo smartphone non serve perché la disinformazione dilaga e per bene che ti vada ti imbatti in una ricostruzione spregiudicata ma perlomeno divertente dell’inversione di marcia della Wagner, come fare per restare aggiornati senza fare la figura dei becchi? Montaigne può aiutare: “Risoluto per quanto potessi a non occuparmi d’altro che di trascorrere in pace e appartato quel po’ di vita che mi resta, mi sembrava di non poter fare al mio spirito favore più grande che lasciarlo nell’ozio più completo, conversare con me stesso e fermarsi a riposare in sé medesimo“. Tout se tient.

In alto un’opera di Yan Pei-Ming.