Pillon: “Non si potrebbe avere tra i co-presentatori un normale papà?”

Drusilla Foer a Sanremo 2022, Pillon: «Non si potrebbe chiamare sul palco un papà?»- Corriere.it

La scelta “inclusiva” di Sanremo non è piaciuta al senatore leghista Simone Pillon che, dopo l’annuncio delle cinque co-conduttrici del Festival, ha inveito contro Amadeus per la presenza di Drusilla Foer, esprimendo il suo livore in questi termini: “Com’era ampiamente prevedibile, al festival di Sanremo sempre più LGBT è stata assegnata la quota gender-inclusive già nella fase di scelta dei conduttori“. E ancora: “Una domanda: ma sempre in rispetto delle quote, non si potrebbe avere tra i co-presentatori un normale papà (uno eh, non due), e magari di ispirazione conservatrice? Sarebbe un bel segnale, se non altro a tutela delle specie a rischio estinzione televisiva“.

Questa sì che è una polemica sterile. Sanremo è un carrozzone che pensa solo a far cassa e, se può rifarsi il look, perché dovrebbe perdere l’occasione di apparire politicamente corretto grazie alla “quota gender-inclusive”? Piuttosto, è irritante da parte della Rai la scelta insistita di Amadeus che nelle due precedenti edizioni ha dato spazio a personaggi che non avrebbero meritato neppure la ribalta della sagra della polpetta, per tacere di certi superospiti, ignoti persino a Google, che intervallavano i 36 cantanti in gara, col risultato di allontanare un milione di spettatori a puntata, stremati dalle lungaggini dello spettacolo.

Sbaglia Pillon a stigmatizzare la scelta poco ortodossa di Amadeus, ma sbagliano anche gli italiani che non riescono a fare a meno della kermesse sanremese da più di 70 anni. Siamo un paese di vecchi, diciamocelo.