Processo per stupro

Trieste: diciassettenne picchiata e violentata da un immigrato iracheno

Mentre continua a propagarsi l’onda mediatica generata dal video di Beppe Grillo, quello in cui ha provato maldestramente a difendere il figlio con frasi del tipo “una persona che viene stuprata la mattina, il pomeriggio va in kytesurf e dopo otto giorni fa la denuncia…“, qualcuno ha ricordato un documentario Rai risalente a 43 anni fa dal titolo Processo per stupro, in cui la madre di uno dei ragazzi accusato di violenza di gruppo ai danni di una ragazza di Latina, disse:

Mi fijo nun ha fatto niente di male, è annato a divertisse. Certo che je piaceva pure a llei  d’anna’ a divertisse“. Il documentario, non più disponibile per volontà dei legali degli accusati che chiesero il diritto all’oblio, conteneva una perla degli stessi:

Signori miei, una violenza carnale con fellatio può essere interrotta con un morsetto. Lì il possesso è stato esercitato dalla femmina sui maschi. È lei che prende, sono loro i passivi, abbandonati nelle fauci avide di costei“.

Ora, c’è qualcuno che se la sente di affermare che queste parole sono del tutto anacronistiche?