Apprendo da varie fonti che i sex toys non sono più un tabù, e che i rapporti attraverso uno schermo sono diventati una consuetudine; tuttavia la vita erotica degli italiani, quella più carnale, è in crisi anche se, per correttezza informativa, va specificato che il deficit da calo della libido riguarda soprattutto i congiunti. Ma allora è solo una questione di stato civile? Sì, se si tiene conto del fatto che la pandemia, avendo imposto una convivenza forzata oltre il normale, ha penalizzato i conviventi giacché la sfera erotica si nutre di distanza e desiderio; per converso Covid-19 pare aver graziato i single tra i quali solo il 23% ha sofferto o soffre di astinenza sessuale, stando a un sondaggio di Meetic. Quindi tra le cavolate dette e ridette durante il primo lockdown – una su tutte “a pandemia conclusa saremo migliori” -, è tempo di archiviare anche le previsioni che ipotizzavano per dicembre un baby boom dovuto a un ritrovato fervore erotico delle coppie stabili. Per gli ottimisti a oltranza non resta che sperare in un miracolo di Natale, mentre per i lettori che vogliono saperne di più sulle derive del sesso contemporaneo, sarà utile leggere il saggio di Elisa Cuter Ripartire dal desiderio, la cui copertina è una chiara dichiarazione di intenti: indagare attraverso la falce e il dildo, ovvero attraverso la lotta di classe e la sessualità, l’evoluzione del femminismo degli ultimi anni in un’ottica capitalista e dei consumi. Il libro si apre con un focus su Non è la Rai, e sulla strana coppia Gianni Boncompagni-Ambra Angiolini che secondo Cuter incarnarono la mascolinità che si femminilizza e viceversa. Non vengono dimenticati personaggi del calibro di Silvio Berlusconi e Harvey Weinstein, esponenti di un machismo imbarazzante e impotente. Auguri.