Il romanzo più bello del mondo

  Secondo il critico letterario Antonio D’Orrico, Cambiare l’acqua ai fiori è il romanzo più bello del mondo; nella rubrica La pagella gli assegna un doppio voto: 10+10. Avendo in grande considerazione D’Orrico, ho cercato e trovato un’anteprima del libro di Valérie Perrin, già fotografa di scena e moglie del regista Claude Lelouch. Un po’ poco per capire se davvero questo romanzo sia degno di svettare più in alto di ogni altro, ma come ogni vero lettore sa, quello che porteremmo su un’isola deserta, è il libro più bello del mondo.

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Un solo essere ci manca,

e tutto è spopolato

  I miei vicini non temono niente. Non hanno preoccupazioni, non si innamorano, non si mangiano le unghie, non credono al caso, non fanno promesse né rumore, non hanno l’assistenza sanitaria, non piangono, non cercano le chiavi né gli occhiali né il telecomando né i figli né la felicità.

 Non leggono, non pagano le tasse, non fanno diete, non hanno preferenze, non cambiano idea, non si rifanno il letto, non fumano, non stilano liste, non contano fino a dieci prima di parlare, non si fanno sostituire.

 Non sono leccaculo né ambiziosi, rancorosi, carini, meschini, generosi, gelosi, trascurati, puliti, sublimi, divertenti, drogati, spilorci, sorridenti, furbi, violenti, innamorati, brontoloni, ipocriti, dolci, duri, molli, cattivi, bugiardi, ladri, giocatori d’azzardo, coraggiosi, fannulloni, credenti, viziosi, ottimisti.

  I miei vicini sono morti.

  L’unica differenza che c’è fra loro è il legno della bara: quercia, pino o mogano.

Valérie Perrin, Cambiare l’acqua ai fiori