Zelensky a Sanremo: perché?

L'appello: "No a Zelensky a Sanremo, la guerra stia fuori dal festival" - DIRE.it

Prima di ogni speculazione socio-politica dovremmo poter convenire su un punto: Sanremo è una kermesse canora sì o no? Se la risposta è sì, e lo è, perché tingere di sfumature da crociata lo spettacolo della riviera dei fiori? La presenza di Zelensky nella serata conclusiva del festival sarà un rimando, in un contesto festoso e leggero, alla guerra in Ucraina, questo è ovvio. Ma la domanda è: abbiamo bisogno che qualcuno ci ricordi, tra una canzonetta e l’altra, che siamo in guerra, ragion per cui è sacrosanto mandare armi a difesa degli assediati e dire ogni bene di Biden? Nel nutrito gruppo di intellettuali, sottoscrittori di un manifesto di protesta contro l’indebita ingerenza di Zelensky a Sanremo, figura anche Carlo Freccero che ha detto:

La mia generazione è cresciuta col tabù del nucleare. Oggi Zelensky ci presenta la guerra con la leggerezza di un musical tra canzoni e siparietti di costume. Indipendentemente da come la pensiamo, bisogna riacquistare il senso della realtà e del pericolo. Non siamo in un film. Ci sono e ci saranno morti reali e vittime reali. La società dello spettacolo non era mai arrivata a tanto. Questo il motivo per cui ho firmato il documento“.

È proprio questo il punto: cos’è questa forzatura, questa duplicità di intenti, ovvero da un lato intrattenere con la volatilità tipica dell’evento, e dall’altro ricordare l’obliquità della vita? Ma lasciassero in pace gli spettatori, dimentichi per qualche ora della pluralità dei tempi. Soprattutto a fine giornata, quando il carico di stress rivendica un tranquillo viatico al sonno.