Racconti indiani

4ttramontoVivere nel mondo

Zengetsu, un maestro cinese della dinastia T’ang, scrisse per i suoi allievi i seguenti consigli: “Vivere nel mondo e tuttavia non stringere legami con la polvere del mondo è la linea di condotta di un vero studente di Zen. Quando assisti alla buona azione di un altro, esortati a seguire il suo esempio. Nell’aver notizia dell’errore di un altro, raccomandati di non imitarlo. Anche da solo in una stanza buia comportati come se avessi di fronte un nobile ospite. Esprimi i tuoi sentimenti, ma non diventare più espansivo di quanto la tua vera natura ti detti. La povertà è il tuo tesoro. Non barattarla mai con una vita agiata. Una persona può sembrare sciocca e tuttavia non esserlo. Può darsi che stia solo proteggendo con cura il suo discernimento. Le virtù sono i frutti dell’autodisciplina e non cadono dal cielo da sole come la pioggia o la neve. La modestia è il fondamento di tutte le virtù. Lascia che i tuoi vicini ti scoprano prima che tu ti sia rivelato. Un cuore nobile non si mette mai in mostra. Le sue parole sono come gemme preziose, sfoggiate raramente e di grande valore. Per uno studente sincero, ogni giorno è un giorno fortunato. Il tempo passa ma lui non resta mai indietro. Né la gloria né l’infamia possono commuoverlo. Critica te stesso, non criticare mai gli altri. Non discutere di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Alcune cose, benché giuste, furono considerate sbagliate per intere generazioni. Poiché è possibile che il valore del giusto sia riconosciuto dopo molti secoli, non c’è alcun bisogno di pretendere un riconoscimento immediato. Vivi con un fine e lascia i risultati alla grande legge dell’universo. Trascorri ogni giorno in serena contemplazione.”https://poetyca.wordpress.com/category/storielle-indiane/

agrifoglio

Leggenda di Natale

LA LEGGENDA DELL’AGRIFOGLIO

Il pastorello si sveglia all’improvviso. In cielo v’è una luce nuova: una luce mai vista a quell’ora. Il giovane pastore si spaventa, lascia lovile, attraversa il bosco: e nel campo aperto, sotto una bellissima volta celeste. Dall’alto giunge il canto soave degli Angeli.

Tanta pace non può venire che di lassù -pensa il pastorello, e sorride tranquillizzato.
Le pecorine, a sua insaputa, l’hanno seguito e lo guardano stupite
Ecco sopraggiungere molta gente e tutti, a passi affrettati, si dirigono verso una grotta.
– Dove andate? – chiede il pastorello.
– Non lo sai? – risponde, per tutti, una giovane donna. –  è nato il figlio di Dio: è sceso quaggiù per aprirci le porte del Paradiso.

Il pastorello si unisce alla comitiva: anch’egli vuole vedere il Figlio di Dio. A un tratto, si sente turbato: tutti recano un dono, soltanto lui non ha nulla da portare a Gesù. Triste e sconvolto, ritorna alle sue pecore.
Non ha nulla, nemmeno un fiore! Che cosa si può donare quando si è così poveri?
Il ragazzo non sa che il dono più gradito a Gesù il suo piccolo

cuore buono
Ahi! Tanti spini gli pungono i piedi nudi. Allora il pastorello si ferma, guarda in terra ed esclama meravigliato:- Oh, un arbusto ancor verde!
E’una pianta di agrifoglio dalle foglie lucide e spinose.
Il coro di Angeli sembra avvicinarsi alla terra; c’è tanta festa attorno Come si può resistere  al desiderio  di correre dal Santo Bambino anche se non si ha nulla da offrire?
Ebbene, il pastorello andrò alla divina capanna un ramo di agrifoglio sarà il suo omaggio.

Eccolo alla grotta. Si avvicina felice e confuso al bambino sorridente che sembra aspettarlo.
Ma che cosa avviene? Le gocce di sangue delle sue mani, ferite dalle spine, si trasformano in rosse palline, che si posano sui verdi rami dell’arbusto che egli ha accolto per Gesù.
Al ritorno, un’altra sorpresa attende il pastorello nel bosco tra le lucenti foglie dell’agrifoglio è tutto un rosseggiare di bacche vermiglie.
Da quella notte di mistero, l’agrifoglio viene offerto in segno di augurio alle persone care.

Gina Marzetti Noventa
da http://www.myshangrila.it/libriedintorni/leggendenatale/agrifoglio/agrifoglio.htm