Lascia che sia

 

 

 

 

Lascia che sia, tutto è buono quando guardi di lato e ti rendi conto che la mano è con l’eterno. Non preghiamo sempre credi e preghiere quando desideriamo compiere il miracolo; a volte succede, appare e basta.

Nell’insolubile, la crosta riflette le risate, la luminosità, l’enorme e il necessario. Tutto sognava come doveva essere realizzato. Divertente come la tavolozza disegna le note; come la matita crea un ricordo; come il caso ritrae e sente speranza.

Nel verde ho trovato il blu. Non un semplice blu, è blu. Paradossalmente, ho trovato ciò che non ho mai perso, cioè ciò che non sapevo nemmeno esistesse. In un modo o nell’altro, sono grato, solo grato.
Grato per avermi guardato, per avermi notato, per avermi vissuto e saputo come essere te, mettimi a nudo.
La gratitudine è ripresa per ogni gesto posto sul tavolo, servito in normali padelle, senza forchette, solo il tuo piatto. Assaggiare la tua bellezza e ingoiare la tua passione è una delle profondità in cui mi sono tuffato, annegato e vissuto. Traboccante e intriso di tutto ciò che lo circonda.

Mano sulla coscia, guarda in bocca. Tutto schioccando come una medicina mentre lasci il tuo zaino. Nella mia mano, ti prendo come antibiotico, senza prescrizione medica e senza alcuna conoscenza valida.
All’inizio volevo, oggi lo sono.

Grato, anzi, oggi ed eterno … grazie mille!

 

Lascia che siaultima modifica: 2019-11-16T17:00:30+01:00da capitolato12
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