CHI HA PAURA DELL’UOMO NERO?

Chi ha paura dell’uomo nero?
1. Qualche giorno fa rispondendo ad un post che chiedeva cosa se ne pensava del fatto che A. Grande (a caldo) aveva preso la decisione di non continuare il tour, risposi che secondo me faceva bene, e qualcuno mi ha sgridato benevolmente. Ora i fatti di Torino mi hanno fatto pensare. La paura è un’arma, una delle migliori che abbiamo, è insita in noi, pronta e determinata così come un gatto quando fa la posta al topo. Reprimere e sopprimere la paura porta all’eccesso del panico, con ben gravi conseguenze, la paura va accettata come un pregio e non come un difetto, è quella che spesso ci salva la vita. Spesso però ti fa temere ciò che non è temibile, ed io che sono cresciuta piangendo per e con Kunta Kinte, ho vissuto nel massimo rispetto per gente che è stata violentata in tutti i modi possibili dalla “ civiltà” americana, mi ritrovo a diffidare e ad aver paura in maniera generica di chi non conosco. Non è scontato che la nostra cultura sia giusta, caduta com’ è nel lassismo e nell’eccesso di perdita di dignità e onestà di spirito. Forse è un percorso che si deve compiere, ma difficile è avvicinare culture così diverse e lontane fra loro. Conosco famiglie di mussulmani di un’educazione e una dignità squisite e piacevolmente d’altri tempi. E noi dovremmo davvero aprire gli occhi e guardare senza dar conto a quello che ci viene detto. Qualche tempo fa, il giorno della liberazione dall’isis di uno dei quartieri di Aleppo, i tg ci hanno mostrato più e più volte le donne scese in piazza finalmente libere dall’oppressore, finalmente libere e felici, felici di quella rinnovata libertà, libere, scese in piazza…Riguardate i filmati, senza farvi distrarre dalle voci fuorvianti dei giornalisti. Ricorre l’immagine di una donna che, tanto felice di essere di nuovo libera, mostrava dritta verso una telecamera, la sigaretta in mano: tirava boccate di fumo e libertà davanti all’obiettivo, mostrando al mondo intero la sua rinnovata felicità. Bene, quella donna portava il velo o il burqa o che dir si voglia, per me tutto uguale quello che tende a coprire le “ vergogne femminili”. Quindi, libere di fumare, ma senza scrollarsi di dosso quei veli. Dov’è il senso?. E’ la loro cultura e noi dovremmo smettere di volerla cambiare con qualcosa che chiamiamo democrazia, quando la democrazia nel nostro paese è morta da decenni ormai. In maniera diversa, ma siamo schiavi, lo siamo stati per consumismo. Lo siamo ora nel lavoro e nella disoccupazione. Dovremmo renderci infine conto che siamo in guerra, e non si può non avere paura, non è concesso non avere paura in guerra, i combattenti della prima e della seconda guerra mondiale che ora piangiamo e rinnoviamo nella memoria ogni anno avevano paura. E le paure non vanno represse, ma affrontate. Con il coraggio. E per far cessare tutto quanto sta accadendo ci sono due modi: combattere l’ennesima, inutile guerra con relativi morti e distruzione; o lasciare all’Africa e ai suoi abitanti le loro risorse e che ognuno viva la propria cultura come meglio crede. Ma chi mai vorrà rinunciare al petrolio? Così sarà la distruzione, se ne verrà fuori il piano Marshall di turno, che ci consentirà di avere soldi per comprare prodotti del paese vincitore di turno, sempre che ci sarà abbastanza gente da poterlo fare. Come votare destra che si fa forza dell’esasperazione della gente italiana ormai discriminata, senza che si sfoci nel razzismo più feroce? Come votare sinistra, che ci ha ridotti a schiavi del lavoro e della disoccupazione in egual maniera, delle banche, delle assicurazioni e via dicendo? Paura dell’uomo nero? Sì, ma chi è l’uomo nero? Quello scuro di pelle che entra in terra straniera? Quello incappucciato che fa strage negli atti terroristici, immolandosi ad una causa pretestuosa? Oppure l’uomo potente, nero, giallo, bianco, birulò che altri non è che l’uomo politico? Alfine non ho votato, per amarezza e non per disinteresse civico.

CHI HA PAURA DELL’UOMO NERO?ultima modifica: 2018-01-10T10:10:45+01:00da georgia6