Lo studio dell’artista di Vermeer

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In questa opera Vermeer ci mostra il pittore mentre sta lavorando. Pone lo spettatore alle spalle che osserva l’artista in azione. Questo era  un tema non insolito per la pittura del Seicento.  la scena si svolge in un angolo molto ristretto che fa vedere solo in parte la stanza dove ha luogo azione. Lo spazio è  illuminato da una finestra collocata sulla sinistra.  La finestra non si vede è  nascosta da un pesante e colorato tendaggio. La tenda ha il compito di separare lo spazio dell’osservatore a quello dell’artista e il fatto che sia scostata sulla sinistra e tenuta ferma da una sedia, ci dà la sensazione come di spiare  qualcosa  di privato. Il pittore è intento a fare un ritratto ad una fanciulla che ha in una mano una tromba e nell’altra un libro. Sulla parete di fondo appare una carta geografica dei Paesi Bassi, minuziosamente descritta. Anche questo è un particolare che ritroviamo spesso nei quadri di Vermeer,grazie a questo possiamo dire che  la maggior parte delle sue opere siano realizzate tra le pareti domestiche, e ciò che vediamo comparire in questi quadri, tipo il pavimento a quadri, il lampadario o gli altri oggetti di arredo, appartenevano alla casa in cui viveva.

Like a stone

On a cobweb afternoon
In a room full of emptiness
By a freeway I confess
I was lost in the pages
Of a book full of death
Reading how we’ll die alone
And if we’re good we’ll lay to rest
Anywhere we want to go

In your house I long to be
Room by room patiently
I’ll wait for you there
Like a stone I’ll wait for you there
Alone

On my deathbed I will pray
To the gods and the angels
Like a pagan to anyone
Who will take me to heaven
To a place I recall
I was there so long ago
The sky was bruised
The wine was bled
And there you led me on

In your house I long to be
Room by room patiently
I’ll wait for you there
Like a stone I’ll wait for you there
Alone

And on I read
Until the day was gone
And I sat in regret
Of all the things I’ve done
For all that I’ve blessed
And all that I’ve wronged
In dreams until my death
I will wander on

In your house I long to be
Room by room patiently
I’ll wait for you there
Like a stone I’ll wait for you there
Alone

Vienna e la mia ossesione per Sissi

E’ passato tantissimo tempo da quando sono stata a Vienna, una delle mete che ho sempre sognato di vedere fin da bambina per colpa dei film su Sissi con Romy Schneider.

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“Romy Schneider in Sissi la giovane imperatrice”

Ho sempre sognato di poter vedere i posti dove a vissuto e camminato.

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Il castello di Schönbrunn

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Palazzo di Hofburg

L’atmosfera che si vive andando a Vienna è comunque proprio quella di vivere in una favala dove prima o poi vedi passare la prinsipessa Sissi con il suo principe.

 

 

 

(Non posso postare foto fatte da me siccome sono state scattate al tempo ancora con macchinetta con  Rullino. )

 

 

 

 

Oggi il buongiorno in musica lo so con un pezzo dei Temple of the dog – Say Hello 2 Heaven

per te Chris…. say hallo 2 heaven

Non rinunciate alle vostre passioni, sono le cose più belle che possiamo avere. Ci rendono felici e ci arricchiscono la vita di cose nuove…

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Andrea Del Sarto

Nato a Firenze nel 1486 e morto nel 1530. E’ un pittore fiorentino, dopo un brevissimo apprendistato come orafo, Andrea D’agnolo più noto come Andrea del Sarto che gli derivo dalla professione del padre,si formo come pittore nella bottega di Piero di Cosimo. Resosi indipendente prese stanza con un altro giovane pittore,il Franciabigio e completo la sua formazione sui grandi modelli della pittura e della scultura del tempo. Amico dello scultore Jacopo Sansovino, con cui presenta notevoli affinità, assorbi e fuse volta a volta nelle sue opere le velature dello sfumato Leonardesco, la classica misura di Fra Bartolomeo il ritmo pacato di Raffaello e i problemi formali ed dinamici di Michelangelo, di cui studio a lungo il cartone della battaglia di cascina. Andrea dipinse numerose opere di medio formato di destinazione privata, ritratti, soggetti sacri i cui temi ricorrenti sono la pietà e la sacra famiglia,sparliere per ornamento di stanze come due celebri pannelli con le storie di Giuseppe ebreo che fecero parte della decorazione della camera Borgherini.

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(storie di Giuseppe Ebreo- Giuseppe intepretta i sogni del faraone )

Nel chiostro dei voti della Santissima Annunziata a Firenze dipinse entro il 1510 cinque storie di San Filippo Benizzi , il corteo dei Magi nel 1511 e nel 1514 la natura della vergine. Nelle Storie di San Filippo Benizzi c’è la presenza di più episodi nella stessa scena; la minuta e dettagliata descrizione , il paesaggio e di gusto nordico. I paesaggi di sfondo risalgono a Piero di Cosimo e quattrocenteschi sono ancora l’impatto prospettico e il modulo delle figure sottili e asciutte. 

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(Vestizione religiosa di San Filippo Benizi)   

il Corteo dei Maggi e la Natività di Maria, di forme più ampie e dolcemente emergenti dalla sottile penombra di ascendenza Leonardesca. Nell’episodio della nascita della Vergine, i ritmi pacati, e le pose cadenzate è l’organica relazione tra figure e spazio architettonico,che  si conciliano a un morbido modellato ottenuto attraverso il sapiente uso dello sfumato pittorico di matrice Leonardesca.  La stessa evoluzione mostrano i chiaro scuro, che Andrea comincio nel 1511 nel chiostro dallo scalzo in collaborazione col Franciabigio (Battesimo di Cristo) e continuo da solo fino al 1517. Testimonianza fondamentale di una cultura in cui si alternano e si confondono spunti Leonardeschi e michelangioleschi, e di stampa dureriane, segni dell’ incipiente Manierismo.

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(corteo dei maggi)                                    (Natività di Maria)

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            ( battesimo di cristo)

Dalla serie dei monocromi con le Storie di Battista realizzate dal pittore nel Chiostro dello Scalzo a Firenze, il primo nucleo di episodi dimostra l’interesse dell’artista per effetti monumentali, composizioni articolate e vigorosi modellati sotto l’influenza degli esempi di Michelangelo. Nel Battesimo delle Genti (1517) la forte connotazione anatomica delle figure, e in particolare l’uomo che si infila i calzari, hanno infatti per modello   il Michelangiolesco cartone di cascina. Nel secondo nucleo di storie prevalgono invece impianti unitari,disposizioni sobrie ed equilibrate, che rasentano l’immobilità .La costruzione della scena della Visitazione è infatti all’insegna della razionalità: quattro personaggi sono disposti ai vertici di un ideale trapezio, al cui centro, imposizione obliqua, sono Maria ed Elisabetta; un ruolo dominante è assegnato alla luce, di un estrema mobilità.    A dimostrare come l’arte di Andrea Del Sarto si attenesse al sereno classicismo di Fra Bartolomeo basterebbe l’ariosa e tranquilla eleganza di quella pala dipinta verso il 1512 a cui segue nel 1517 la statuaria solennità della Madonna delle Arpie (Firenze Uffizi).

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la Madonna delle Arpie

 Quest’opera si prende gli schemi monumentali d Fra Bartolomeo, è concepita sulla falsa riga di quei finti bassorilievi. Ha un piano di fondo, vicino in cui si apre una nicchia, in questo spazio  in cui si addensa una calda penombra atmosferica , la madonna è una statua sul suo piedistallo, i santi sono atteggiati in modo da affiorare al piano-limite e nello stesso tempo immergersi in quella penombra. La luce naturale è infatti la condizione per l’animarsi della statua, ma è necessario anche il colore,questo non è legato alle figure, ma sembra  portato dalla luce ed aderisce appena ai corpi. Traspare infatti il grigio della pietra, su questa tonalità di fondo si estendono velature diafane che accompagnano la variazione  chiaroscurale con un lieve mutare della tinta, come per una diversa rifrazione della luce. Solo nelle ultime opere vedremo i colori farsi più limpidi dando un senso di profondità e di spazi ricchi di  la luce più chiara.

Buongiorno in poesia…

Sognato per l’inverno a lei:

Andremo, d’inverno, in un vagoncino rosa
con tanti cuscini blu.
Sarà dolce. Un nido di baci folli posa
nei cantucci molli.
Tu chiuderai gli occhi, per non vedere dai vetri
smorfiare l’ombre delle sere,
la plebaglia di démoni e di lupi tetri,
mostruosità arcigne e nere.
Poi la tua guancia graffiare si sentirà…
un bacetto, un ragno matto, ti correrà
sul collo…
Intanto tu mi dirai: “Cerca!”, chinando a me la testa,
prenderemo tempo a scovare quella bestia
che viaggia così tanto…

Oggi all’inizio del terzo millennio le poesie di Rimbaud risuonano ancora fresche, vive, attuali, come se non fossero state minimamente scalfite dal tempo trascorso.
Questa è la vera essenza dell’immortalità.

Arthur Rimbaud

Twin Peaks

Dopo 26 anni David Lynch ci riporta nel mondo di Twin Peaks… l’attesa è finita domenica sono andati in onda i primi due episodi della terza serie, si riparte da dove eravamo rimasti.