Conti pubblici: la manovra da 40 miliardi all’esame del Parlamento

La marcia della legge di Bilancio sta per entrare nella sua fase calda, e il dibattito sui conti pubblici si riscalda. Il Governo ha inviato in Parlamento la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, tirando su il velo riguardo ai numeri di questa manovra da 40 miliardi. Più della metà di questa cifra sarà coperta in deficit.

I contenuti della manovra

L’esecutivo cerca il via libera in base ad un compromesso: non abbandonerà la strada del risanamento dei conti pubblici, ma vorrebbe spostare più in là del previsto il momento in cui verrà raggiunto il pareggio di bilancio. Avrebbe dovuto accadere nel 2020, ma viene chiesta al Parlamento una deroga rispetto a quanto prescrive la Costituzione, in base al fatto che il pareggio in termini strutturali dipende dalla crescita dell’economia e dall’occupazione. Solo quando questi avranno raggiunto i livelli antecedenti alla crisi del 2008, allora si potrà puntare ad un pareggio di bilancio “sostenibile”.

Per avere l’ok dal Parlamento, il governo parte da un dato di fatto: la crescita sta rallentando. Sono infatti state riviste al ribasso sia le stime per il 2018 (per il quale si ipotizza un +1,2% invece dell’1,5) sia per gli anni successivi. Proprio per questo, l’Esecutivo chiede di agire in deroga in modo tale da poter ridare slancio all’economia, nella convinzione che così si possa raggiungere l’1,5% il prossimo anno e l’1,6 nel 2020. Ma da dove dovrebbe giungere questa spinta? Anzitutto dal disinnesco delle clausole di salvaguardia che prevedono un aumento dell’Iva. Solo questo consentirebbe un effetto favorevole sui consumi e sul prodotto. Ma avranno effetti benefici anche i maggiori investimenti, la flat tax per le piccole imprese, il reddito di cittadinanza e la revisione della legge Fornero.

Quale sarà l’impatto sui conti pubblici di una simile manovra. Il deficit e il rapporto debito/Pil andranno lungo una direzione decrescente, finendo per fermarsi quando il debito sul PIL avrà raggiunto il 126,7%. Valore questo che non rispetta la regola europea. Ed è qui che nasceranno i maggiori problemi…