118. “da questa luce possiamo solo imparare […] per quanto puoi resta a bottega dal mondo”: “sii gentile. sempre.”

Ogni persona che incontri 
sta combattendo una battaglia
di cui non sai niente. 
Sii gentile. Sempre.
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Be kind, for everyone you meet is fighting a hard battle.
Be pitiful, for every man is fighting a hard battle. 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Federico Zucchi,  Compiti per l’estate

Per quanto puoi resta a contemplare
gli scatti d’anzianità del sole
sul bagnasciuga sassoso
di una baia in disuso,
resta accanto all’origano selvatico
alle contorsioni dell’ulivo centenario,
resta sparso sulla linea della vela
che ricuce senza sangue
la ferita
che ti ha messo al mondo.

Da questa luce possiamo solo imparare
la pazienza dei chicchi d’uva, l’alterigia
delle nuvole rare, la barba da hipster
delle capre sui costoni, la semplicità
delle onde nel comporre ballate originali
con le stesse povere sillabe, il lascito
del sale sulla pelle e lo strascico
del tempo sulle gote
di conchiglia.

Per quanto puoi resta
a bottega dal mondo,
diventa inserviente
della sera che si allunga
sulla criniera del mare
e impererai un mestiere,
l’arte di sentirti parte
di una sola argilla.

 

«E’ molto importante ciò che semplicemente il giorno ci dà, ogni singola cosa che si realizza durante il giorno. La persona, l’osservazione che ha fatto, l’odore dell’aria in quel momento. E queste cose hanno bisogno di accettazione, di ricognizione, di riconoscimento… Adesso non ho ancora la parola giusta. Ma trovare le parole è magnifico. Trovare la parola giusta è così importante. Le parole sono come cuscini: quando sono disposte nel modo giusto alleviano il dolore».

Hillmann, nell’ultima intervista pochi giorni prima della sua morte.
(La Stampa- S. Ronckey)

la-vita-connessione-tra-uomo-natura-e-universo

Praticate gentilezza a casaccio
e atti di bellezza privi di senso.

Anne Herbert

118. “da questa luce possiamo solo imparare […] per quanto puoi resta a bottega dal mondo”: “sii gentile. sempre.”ultima modifica: 2019-07-05T23:58:54+02:00da mara.alunni

2 pensieri riguardo “118. “da questa luce possiamo solo imparare […] per quanto puoi resta a bottega dal mondo”: “sii gentile. sempre.””

  1. Miffa
    Uno dei giochi della mia infanzia che più mi affascinava era la “miffa”.
    Si tirava a sorte chi inizialmente dovesse avere la miffa e da quel momento il sorteggiato doveva rincorrere gli altri per cedere loro questa miffa.
    Bastava solo un contatto, anche minimo perché la miffa passasse all’altro, che a sua volta, doveva cercare di cederla ad altri. Era un gioco a tempo che prevedeva un solo perdente, colui che esaurito il tempo fosse rimasto portatore di miffa.
    Perché mi piacesse così tanto non lo so, è certo però che il meccanismo di questo gioco, da adulto mi ha fatto molto riflettere su un tema che, dalla banale influenza, al rischio di contrazione di gravi malattie, pervade l’esistenza di tutti: il contagio.
    Purtroppo però, l’accezione che siamo soliti assegnare al contagio è decisamente negativa quando invece dovrebbe essere quantomeno neutrale. La muffa malefica che trasforma e distrugge un alimento, segue il medesimo meccanismo del lievito che invece lo migliora. Diventa quindi cruciale la scelta iniziale di quale sostanza far scendere in campo.
    Il lievito della gentilezza, così come mostra la clip che hai pubblicato, in fondo conviene a tutti.

    1. Abbiamo avuto la fortuna di crescere giocando con altri bambini e altre bambine negli spazi delle piazzette, delle vie, dei giardini, cioè in spazi grandi accoglienti gentili. Certi giochi non possono essere giocati in spazi angusti avari maleducati. Abbiamo imparato il confronto il contatto delicato le gare oneste dei giochi bambini. Abbiamo avuto la fortuna di avere genitori che ci insegnavano, a noi bambini/e,a salutare per primi gli adulti, a salutare sempre e con educazione. E così, di gioco in gioco, di saluto in saluto abbiamo conosciuto anche la trasmissibilità dei gesti, quello che sentivamo chiamare “il buon esempio”, insomma la responsabilità e una certa consapevolezza. Abbiamo avuto la fortuna di giocare a miffa, a regina reginella (un gioco fantastico, ci feci un post su un precedente blog), alle belle statuine, a nascondino, a facciamo che … sappiamo benissimo, insomma, che bisogna sceglier bene quali piante far crescere nel nostro giardino, che è nostro in virtù della cura e non della proprietà. E che siamo parte di una orchestra, e che se suoniamo bene, suoniamo bene per noi e per l’orchestra.
      Grazie del tuo delizioso ricordo.

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