296. caro Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
ti scrivo per la prima volta, perché io mi sono rivolta sempre a Gesù Bambino; però penso che Lui sia particolarmente impegnato su più fronti (e “fronti” non è una parola che uso per caso) e, siccome credo che col tempo vi siate conosciuti e diventati anche amici, vista la vostra intelligenza e il vostro cuore, e che collaboriate attivamente, scrivo a te per chiedere un regalo.
Lo chiedo a te anche per delicatezza verso Gesù Bambino, che me lo immagino un po’ rattristato da questa cosa che ora ti dico. Dunque… Io sono cresciuta tutta casa e chiesa, lo sai, e tutta casa e chiesa e preghiere. E tutta casa e chiesa e preghiere e santini.
È così, ognuno ha la propria storia, e lo sai bene tu che la tua te l’hanno stravolta e ti hanno imparentato con la Coca Cola.
Allora, i santini sono piccoli fogli che, su un lato, hanno disegni di santi o di Dio o della Madonna e una preghiera sull’altro. Queste preghiere non erano quasi mai di pura adorazione e includevano quasi sempre richieste di grazie; però prima della richiesta, c’erano frasi in cui si diceva che chi chiedeva la grazia non meritava nulla e quindi ciò che eventualmente riceveva era tutto un favore amoroso dato dal santo, a cui ci si rivolgeva come intercessore, e insomma tutto comunque veniva da Dio, per il suo immenso amore.
Questa cosa che noi non meritiamo nulla e che tutto è un dono di Dio a prescindere, veniva poi anche ripetuta nei catechismi, nelle prediche, insomma era una bella s-formazione, tanto che poi ti esce fuori anche un ministro dell’istruzione (minuscole volute, caro Babbo Natale) che ci dice che è necessario umiliare per educare e poi ci dice che intendeva umiltà e poi ricorre a una strada etimologica per incartare la sua strategia (dis)educativa.
Caro Babbo Natale, lo sai che al catechismo ci dicevano che siamo figli di Dio? Una cosa fantastica! Però poi ci dicevano anche questa cosa che era scritta nei santini, e cioè che per nostra natura non meritiamo nulla.
Ecco, Babbo Natale, ti sarai accorto anche tu che il mondo economico invece ci dice che meritiamo tutto, e ci fa sentire un tantino meglio di come ci sentiamo pensando che non meritiamo nulla, e di questo se ne approfitta, e anche tanto.
Ma siamo sempre lì, caro Babbo Natale. Nemmeno il mondo dell’economia nutre una grande stima verso gli esseri umani, perché ci ritiene sì meritevoli, ma di prodotti, e i prodotti li produce proprio quel mondo e gran parte di essi serve alla sua sopravvivenza.
E poi ti sarai accorto che in tanti altri mondi veniamo ritenuti meritevoli: quello medico, per esempio, quando ero piccola piccola ci voleva curare; ora, però a dire il vero, un po’ meno, ci vuole lasciare senza soldi, proprio niente, nemmeno per comprare il pane, se non siamo ricchi.
Eh, sì, diciamo che il mondo dell’economia, dei soldi, insomma quel mondo lì, ha una grande capacità di conquista. Hai presente quante volte e in quante pubblicità ci sentiamo dire “tu vali” solo per farci comprare cose?
Caro Babbo Natale, come ti dicevo, al catechismo eravamo nominati “figli di Dio”. A me faceva un grande effetto, pensavo a questo Grande Babbo che era Babbo anche del mio babbo e della mia mamma, e dei nonni e delle nonne, e degli zii, insomma, un Grande Babbo di tutte le persone del mondo. E se non era Fede questa, dimmi tu cosa era. Un po’ ti aiuto io: era Amore, era Fiducia, era Appartenenza, era anche un po’ di Orgoglio, di quello buono.
Per molti anni hanno convissuto in me questi due aspetti: sono Figlia di Dio e non merito nulla, mi sembrava normale.
Poi è subentrato un “ma”: tu lo sai cosa combina un “ma”, si gira indietro per far guardare avanti, e allora, pur non sapendo da dove proveniva quel “ma”, gli aspetti che convivevano in me furono esprimibili con “sono Figlia di Dio, ma non merito nulla”.
Poi si aggiunse un punto interrogativo alla fine della frase, e tu lo sai bene cosa combina un punto interrogativo, è come uno stop, fa come il punto esclamativo, ma in un modo che ti invita a proseguire, e la frase cominciò a esprimere un dubbio: “sono figlia di Dio, ma non merito nulla?”.
E così cominciai a convivere con un ossimoro esistenziale, e tu lo sai quanto mi affascinano gli ossimori poetici e meno quelli esistenziali, lo sai, vero?
Ecco, Babbo Natale, puoi fare qualcosa?
Io ci ho provato, ho scritto preghiere, anche belle, prive di ogni riferimento al non meritare nulla, colme di questo senso dell’essere Figli di Dio e “degni” di tanto, di tutto. Ma erano mie, non dei teologi accreditati, o addirittura di santi e di sante. Erano preghiere mie, di lode o di richiesta in quanto figlia, cose personali, insomma.
Permane tuttora, però, questo fastidio doloroso del non meritare e che non mi si lega proprio con l’essere figli di Dio.
Fra l’altro, e non è poco, non so cosa ne pensi Dio, lui parla per interposte persone, le quali non sempre esprimono correttamente il suo pensiero, te lo ricordi quel “Dio lo vuole!” per giustificare guerre e stermini vero? Ecco. Però Gesù, quando era già grande, non mi sembra abbia detto questo, a leggere le cose che hanno scritto di lui. Mi sembra invece che certi concetti siano venuti dopo, mi sembra, eh, te l’ho detto che mi sento frullata dentro un ossimoro esistenziale e questo non giova alla chiarezza.
E allora mi rivolgo a te, che sai volare nel cielo con le renne e in una sola notte distribuisci regali ai bambini e anche agli adulti di tutto il mondo, qualora te lo chiedano. Visto che sai fare questo, dovresti essere esperto di problem solving, anzi, penso che il problem nemmeno ti si ponga, tu sei proprio tutto versato sul fronte del solving.
Per favore, portaci un po’ di chiarezza e di felicità, regalandoci fin nel profondo la convinzione che siamo meritevoli per ciò che siamo, e che siamo proprio speciali e che riceviamo i doni proprio per questo, e che Dio ce li fa – quando ce li fa – non solo per il suo infinito amore (al quale, peraltro, dovremmo arrivare umiliandoci, secondo il criterio di quelle preghiere di cui ti dicevo prima), ma proprio anche e solo perché ce li meritiamo. Ci ha fatto Lui, o no? E che avrebbe fatto, avrebbe deciso di creare omuncoli e donnucole?
No, anzi, si dice che eravamo belli e felici e poi l’abbiamo combinata grossa e Lui si è arrabbiato, e noi abbiamo cominciato ad avere problemi, solo per la nostra disubbidienza si dice, non anche per l’arrabbiatura di Dio e per la sua conseguente punizione.
Caro Babbo Natale, esperto di solving, portaci in regalo un po’ di chiarezza, un po’ ci coerenza e di congruenza.
Sai, potrebbero cambiare molte cose come conseguenza di un agire di umani che si sentono meritevoli. Se ti senti meritevole, ti senti partecipe, non solo fruitore di qualcosa che ti viene dato per grazia ricevuta.
Tu forse non vedi film , ma se ti capita guarda Kingdom of heaven, è una storia molto interessante e il personaggio Baliano è esempio di un essere umano meraviglioso, gli hanno costruito una storia personale proprio bella.
Lui all’inizio del film è un fabbro e poi scopre di essere figlio di un grande cavaliere, da cui a sua volta viene nominato cavaliere. A un certo punto si trova a difendere Gerusalemme dall’esercito del Saladino. Ha pochi uomini, da cui è amato e stimato; la situazione è disperata, tutti potrebbero morire. Prima dell’ultimo scontro, Baliano esercita la sua autorità e nomina cavaliere tutti coloro che stanno combattendo insieme a lui, innalzandoli non solo al suo livello, ma alla piena dignità di se stessi, proponendo un’appartenenza e una partecipazione alla pari. E’ un bel momento , te lo assicuro, anche commovente, e questo permetterà un esito di salvezza e di sopravvivenza e di libertà per tutti.
Caro Babbo Natale, ti prego, portaci questa nuova dimensione dell’esistere e del vivere.
Io pensavo che appena mi arriva questo tuo bel regalo lo porto subito a far vedere a Gesù Bambino, tanto lui nel Presepe continua a starci fino all’Epifania. E credo che farà un bel sospiro di sollievo, perché forse così quando sarà grande non dovrà nemmeno più morire sulla croce, perché se diventiamo consapevoli dell’essere Figli di Dio mica mandiamo a morire nostro fratello Gesù, perché mica facciamo più le cavolate che facciamo da esseri che si sentono di non meritare niente!
E poi , su, la dobbiamo far finita di rimpicciolirci affinché la grandezza di Dio appaia chiaramente. Ma ci pensi? Lui, Dio intendo, ha bisogno di questo? Lo sappiamo che è onnipotente, onnisciente onnipresente e tanto altro. Anche Lui lo sa. E tanto basterebbe. E’ forse qualcun altro che, per scopi tutti suoi, ha bisogno di dirci che non meritiamo nulla?
Caro Babbo Natale, ti ringrazio in anticipo, so che mi ascolterai.
Ti auguro Buone Feste, tu ne sai organizzare di bellissime.
Un abbraccio e ancora grazie.
Malù

images

296. caro Babbo Nataleultima modifica: 2022-12-09T15:00:31+01:00da mara.alunni