304. silenzio: semicronaca da un franturismo-frantumismo di massa

Dovunque cerco il silenzio.
Quindi, sebbene di passaggio, mi fermo.
Ad Assisi mi fermo sempre, per trovare il silenzio.
Io me lo ricordo, riempiva ogni spazio, quando, molti anni fa, ci andavo spesso: eravamo un gruppo di giovani pieni di ideali sogni speranze Vangelo. Allora non c’erano tante persone come ci sono adesso, e noi eravamo pellegrini, credenti in cerca del silenzio della preghiera e della meditazione.
Adesso sembra di vedere solo folle di turisti ingabbiati nel franturismo o frantumismo di massa; ma in realtà chi può dire cosa? Chi può dire cosa e come e chi e dove e quando e perché di tutte le persone che si muovono in questa piccola città, nelle due chiese e dovunque nel mondo?
Oggi arrivo, parcheggio, percorro la salita della stretta via e poi trovo l’ampio spazio della piazza e là in fondo svettano le basiliche, capolavoro architettonico che si innalza verso le nuvole, appena sfumato dal leggero velo formato dalle gocce di pioggerellina che scende con delicatezza.
Pranzo nel solito ristorante dalle cui vetrate vedo la Basilica superiore e poi vado nelle due Chiese, a lasciarmi avvolgere da affreschi, colori figure fissate in gesti importanti dalla pittura.
Anche oggi mi sento a casa, vedo persone che conosco o riconosco, intente a svolgere il loro lavoro; e vedo gli affreschi, con i noti santi, i vescovi, gli angeli sempre lì, immobili; ritorno a guardare l’angolo incantevole della Creazione; e mi fermo un po’, come sempre, nella Cappella della Maddalena.
Poi mi siedo, sotto le volte azzurre, e aspetto che il silenzio sperato mi avvolga. Io taccio, il mio contributo al silenzio è totale.
Aspetto.
No, non arriva.
Una voce femminile ogni tanto invita al silenzio e poi fa “sssscccchhhh” che non è proprio il classico “ssssshhhh” e sembra strano. C’è un brusio continuo di voci e sottovoci e che spesso diventa rumore. Nella Basilica Superiore oggi addirittura una suora passa l’aspirapolvere sulla moquette rossa dell’altare e vorrei chiederle di smetterla, di farlo in un altro orario e mi sento un po’ offesa, non rispettata nel mio bisogno di intimità e di silenzio e di preghiera.

Ma poi.
Dove sta il silenzio? No, non è fuori di me, non è un regalo degli altri.
Ecco, allora immagino i prati verdi che stanno nelle campagne intorno, e tutti i fiori bianchi di maggio; immagino il cielo, i boschi.
Porto dentro di me il silenzio della natura, e in me trovo un Cristo e un Francesco che stanno seduti su un sasso, accanto a una sorgente.
Non parlano, ascoltano.
Non ascoltano soltanto i suoni, ascoltano i loro visi, i loro occhi, le loro mani.
E anch’io Li ascolto così.
È un momento evangelico, incantevole.
È finalmente silenzio, il luogo dell’incontro.
E lo trovo spesso, qui ad Assisi, anche in mezzo alla folla; dopo un po’ che sto in ascolto trovo in me quel silenzio dentro cui so ascoltare: ed è anche quello uno dei luoghi sulla mappa del silenzio.

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304. silenzio: semicronaca da un franturismo-frantumismo di massaultima modifica: 2023-05-19T23:45:54+02:00da mara.alunni