Si chiamava Silje Fismen l’atleta morta dopo essere stata colpita da un fulmine durante la Südtirol Ultra Skyrace a Bolzano. La skyrunner norvegese, 45 anni, si è accasciata subito dopo il boato. L’incidente è avvenuto dopo sette ore e ezza di corsa, mentre era ottava. Si trovava nei pressi del Lago di San Pancrazio e partecipava alla gara estrema di 121 chilometri con un dislivello di 7.554 metri perché di corse ne aveva vinte tante. Il temporale arrivato all’improvviso le è stato fatale ed è morta poco dopo in ospedale.
La sportiva, una ricercatrice oncologica, aveva portato a casa molti risultati: il 27 agosto del 2016 al Tromso Mountain Ultra era arrivata quarta, lo scorso 31 maggio aveva vinto alla The Arctic Triple Lofoten Ultra-Trail. Secondo una prima ricostruzione erano le 19.00 quando è stata folgorata. Le autorità avevano deciso di interrompere la gara a causa del maltempo alle 18.30, ma lei e un gruppo di atleti stavano ancora correndo. Quando hanno sentito il boato, i suoi compagni di gara l’hanno vista cadere e hanno corso 30 minuti per chiamare i soccorsi perché i cellulari non prendevano.
La comunità di corridori è a lutto e l’organizzazione della gara ha cancellato le premiazioni e ha posto sulla copertina della propria pagina Facebook una candela. C’è, tuttavia, chi polemizza per aver trascurato la pericolosità delle condizioni meteorologiche. Per molti, la gara doveva essere annullata prima. «Già a mezzogiorno abbiamo mandato una squadra del soccorso alpino sul posto, ci aggiornavano ogni quindici minuti sulla situazione meteo», spiegava ieri l’organizzatore Josef Günther Mair. «Va precisato che le condizioni meteo non erano ottimali, ma non prevedevano un fortunale di quella portata. Abbiamo fermato gli atleti quando sono apparse quelle nuvole. In casi come questi si controlla il gps presente sui pettorali per studiare le loro posizioni, si può mandare un sms: ma non tutti lo vedono in tempo reale. Purtroppo l’unica soluzione è fermarli quando arrivano alle baite».