Ginseng storia e proprietà

Il nome della medicina ottenuta da radici di forma simile a quella del corpo umano deriva dal cinese “jen-shen” (pianta uomo o radice virile).
Di colore bianco tendente al giallo, inodore, dal sapore gradevole appena un poco amarognolo, il ginseng viene considerato da tempo immemorabile in Cina e nei paesi orientali una panacea per tutti i mali.
Soprannominato “re di tutte le erbe”, per la sua preziosità, era identificato come afrodisiaco anche per il suo aspetto antropomorfo, ed in base alle antiche leggi magiche si evitava scrupolosamente di toccarlo col ferro, pena la perdita d’efficacia.
Valutato riequilibratore dell’organismo umano veniva coltivato in Oriente già 2000 anni fa. Il suo ciclo vegetativo richiede dai sette agli otto anni per raggiungere la maturità, periodo durante il quale assorbe dal terreno tanti elementi preziosi e nutritivi. Il suolo deve poi riposare per dieci anni prima che si possa piantare la coltura successiva.
Forse gli Arabi già nel IX–X sec. avevano avuto notizia del ginseng, ma in Europa giunse soltanto nel Seicento, quando gli ambasciatori del re del Siam ne offrirono alcuni esemplari in dono a Luigi XIV, esaltandone le straordinarie virtù afrodisiache.
Nel secolo successivo il ginseng ebbe in Francia il suo momento di massimo splendore per merito di numerose comunicazioni scientifiche che ne vantavano le proprietà anti affaticamento ed eccitanti.
Sempre nel Setteccento si scoprì in Canada, allora colonia francese, una specie simile al ginseng proveniente dall’Oriente, la richiesta divenne notevole e il suo prezzo salì alle stelle, tanto che una libbra della droga valeva quanto tre libbre d’argento.
La stagione della popolarità “stimolante” del Ginseng durò pero pochi decenni in Europa, poiché già alla fine del ‘700 alcuni fra i massimi medici ne contestarono le decantate virtù.
La scienza contemporanea ha poi constatato che il ginseng contiene notevoli quantità di ormoni, assimilabili a quelli sessuali umani, che vengono assorbiti dall’organismo attraverso l’apparato digerente. I risultati degli esami hanno permesso d’affermare che il ginseng migliora la funzione erettile maschile, facendolo perciò rientrare nella categoria degli afrodisiaci.
Tre sono le varietà di ginseng più conosciute.
Ginseng cinese o coreano (Panax ginseng) erba tonificante della medicina cinese, che ringiovanisce tutti gli organi del corpo, aumenta la resistenza allo sforzo fisico, migliora la memoria e la concentrazione mentale.
Ginseng americano (Panax quinquefolium) identificato nel ‘700, da un missionario gesuita in Canada, in una radice selvatica coltivata dagli indigeni, utilizzata come stimolante erotico o per curare ferite.
Ginseng siberiano (Eleutherococcus senticosus) radice che secondo i ricercatori russi esalta del dieci per cento le prestazioni dei lavoratori..foto ginseng

ORZO

L’orzo è un cereale, impiegato come alimento, ottenuto dalle cariossidi dell’Hordeum vulgare (Graminacee), utilizzate come tali oppure trasformate.
L’Hordeum vulgare, da quanto ne sappiamo, era già coltivato in Medio Oriente nel VII millennio a.C. e poi fu diffuso, grazie ai commerci, in tutto il mondo. La resa di questo cereale della famiglia Poaceae, genere Hordeum, è in forte aumento anche se risente ancora della bassa resistenza all’allettamento.
Questo cereale è impiegato previa decorticazione o brillatura per preparazione di zuppe da solo o con altri cereali e/o legumi non solo ma è utilizzato, trasformato in farine, nella panificazione, da solo o miscelato con altre farine, ma anche per piatti tipici, dolci e pasticcini. Macinato grosso si ottengono delle semole grosse adatte a piatti tipici nordafricani simili al cuscus.
Previa tostatura e macinato molto finemente, fino ad ottenere una polvere simile alla farina, l’orzo è impiegato per preparare il caffè d’orzo e come componente base per la produzione di altre bevande con sapore simile al caffè ma prive di caffeina (tra cui lo yannoh); Aggiungendo acqua o latte caldi, le bevande vengono anche usate come sostitutivi del caffè.
Il caffè d’orzo si è diffuso in Europa durante la seconda guerra mondiale, ma con il passare del tempo questa bevanda ha perso un po’ d’interesse nel resto del Vecchio Continente mentre è rimasto ancora forte in Italia, dove si conferma una soluzione molto apprezzata da chi soffre di ipertensione ed ha bisogno di una bevanda mattutina che non influisca sulla pressione sanguigna, infatti uno dei principali benefici offerti dal caffè d’orzo è senz’altro l’assenza di caffeina.
Al caffè d’orzo è inoltre associata un’azione di controllo del glucosio nel sangue, il che rende questa bevanda benefica per chi soffre di iperglicemia.
L’assenza di colesterolo è un altro dei punti a favore del caffè d’orzo, che si presta inoltre al consumo da parte di molte delle persone affette da patologie metaboliche o alimentari, eccezion fatta chiaramente per chi soffre di celiachia, in quanto l’orzo contiene glutine.
Ad ogni 100 grammi di caffè d’orzo in polvere corrispondono circa 80 grammi di carboidrati (perlopiù complessi), 5-6 grammi di proteine e 2,7 gr. di lipidi (perlopiù acidi grassi polinsaturi). Sono presenti inoltre in buone quantità potassio (1840 mg) e fosforo (580 mg), mentre le fibre sono appena lo 0,1%.L’apporto calorico per 100 grammi di prodotto è stimato in circa 350 kcal, mentre sono presenti anche altri sali minerali (oltre a potassio e fosforo) quali sodio (73 mg), calcio (52 mg), ferro (4,6 mg) e zinco (0,5). Presente in una discreta quantità (16,9 mg) la niacina anche nota come vitamina PP o B3. Risultano invece assenti la caffeina e il colesterolo.
Da Noi di Nobile Passione il caffè d’orzo lo puoi trovare disponibile nella versione in cialde ese 44mm e in capsule compatibili con i sistemi più diffusi sul mercato quali: Lavazza Point*, Lavazza Modo Mio*, Nespresso*, Nescafè Dolce Gusto*, Uno System*, Caffitaly* e Bialetti*.