L’ipertensione, o pressione alta, è una malattia ben nota nel mondo. E con la pandemia COVID-2019 in pieno svolgimento, i ricercatori stanno correndo per capire perché il coronavirus è così pericoloso nell’ipertensione. Anche la domanda rimane aperta: in che modo i farmaci per l’ipertensione influenzano il suo decorso.
Collegamento tra ipertensione e coronavirus
I medici cinesi a Wuhan sono i primi a scoprire che i pazienti affetti da COVID-2019 affetti da ipertensione o malattie cardiache sono tra i primi a segnalare decessi e gravi complicazioni.
Nel frattempo, l’esatto meccanismo e legame tra ipertensione e coronavirus non è ancora chiaro.
Nelle ultime settimane, esperti medici hanno pubblicato centinaia di documenti su ogni aspetto della malattia. Uno di questi sull’American Journal of Hypertension
per quanto riguarda l’ipertensione.
Gli autori confermano due tesi principali:
- Non ci sono prove concrete che l’ipertensione o i farmaci per la pressione alta aumentino il rischio di contrarre il COVID-2019.
- Ci sono solide prove che i pazienti ipertesi sono più difficili da tollerare la malattia.
Dati clinici recenti indicano che ci sono una serie di condizioni che aumentano il rischio di contrarre SARS-CoV-2 SARS.
Perché l’ipertensione è pericolosa nel coronavirus?
Altro
uno studio in JAMA Internal Medicine ha seguito 201 persone con COVID-2019. Di questi, 84 hanno sviluppato la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) e circa il 27% di questi pazienti gravi soffriva di ipertensione. Un altro 14% dei pazienti ipertesi era in una coorte con una forma più lieve di polmonite.
Tuttavia, non ci sarà necessariamente una relazione diretta tra ipertensione e coronavirus. Come scrivono gli autori:
Lo studio JAMA indica che l’età media dei pazienti con ARDS era di 58 anni. I pazienti ipertesi senza ARDS erano, in media, 10 anni più giovani. Conclusioni:
- I rischi di COVID-2019 per i pazienti con ipertensione richiedono ulteriori studi;
- Ovviamente, l’età del paziente, il suo peso corporeo e altre malattie croniche hanno una grande influenza.
Farmaci per l’ipertensione e coronavirus
Alle persone con ipertensione vengono solitamente prescritti inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) e inibitori del recettore dell’angiotensina. Appartengono alla categoria dei farmaci antagonisti del sistema renina-angiotensina (RAS). È un sistema ormonale che regola la pressione sanguigna e il volume del sangue nel corpo.
I farmaci per l’ipertensione tendono a interrompere l’attività RAS al recettore ACE2. Gli scienziati hanno scoperto che anche il coronavirus SARS-CoV-2 si lega a questo recettore per facilitarne l’ingresso nelle cellule polmonari. Questa coincidenza porta ad alcune riflessioni intriganti.
Ci sono alcune prove che gli ACE-inibitori aumentano il numero di recettori ACE2. Come spiegano gli autori, questo “teoricamente potrebbe aumentare il legame del coronavirus ai polmoni e gli effetti fisiopatologici che portano a danni ai polmoni”.
Tuttavia, contrariamente a questa teoria, altri studi
mostrano che ACE2, al contrario, può proteggere da gravi danni ai polmoni. Gli autori spiegano che attraverso le interazioni con l’ASD, i farmaci per l’ipertensione possono “aiutare a ridurre l’infiammazione sistemica, specialmente nei polmoni, nel cuore e nei reni”.
Un altro lavoro
propone l’ACE2 solubile come trattamento per il coronavirus. Poiché si lega a questo recettore, un aumento della sua quantità può “lavare via” il virus e quindi impedirne la penetrazione nei polmoni e in altri organi.
Ma questo è uno studio teorico, che non ha conferme cliniche.
Dovrei prendere farmaci per l’ipertensione per il coronavirus?
Attualmente, le autorità sanitarie ufficiali non consigliano ai pazienti ipertesi di rifiutare i farmaci prescritti.
Finora, molte domande rimangono poco chiare. In che modo l’assunzione di farmaci per l’ipertensione influisce sul coronavirus quando è infetto? I dati clinici sono scarsi e ciò che è disponibile è contraddittorio. È probabile che i farmaci per la pressione sanguigna riflettano il coronavirus così come peggiorano le tue condizioni. O non influenzarlo affatto.
Gli autori di un articolo sull’American Journal of Hypertension concludono: