Dammi una radice, salvami un’epidemia..

 

 

 

Ricordo con nostalgia i tempi della mia infanzia, in cui avere piante nelle finestre o nei balconi della casa, non solo delle città, ma anche della capitale, era la principale distrazione delle nostre madri e avere gerani, spaventapasseri, nastri, garofani e piante infinite, faceva parte del nostro patrimonio culturale.

Non era necessario un grosso investimento per questo, perché la maggior parte delle pentole o delle piante venivano passate dall’una all’altra, come molte altre cose.

Dammi una radice, salvami un’epidemia, quando posso farò un lotto.

Il vivaio migliore e più economico, fu una giornata ventosa, in cui con una salutare passeggiata nostra madre tornò a casa con un assortimento eterogeneo di piante, che il dio Eolo era stato responsabile per lo scarico di alcuni per avere altri.

E mia madre diceva sempre che le piante più riconoscenti erano quelle che hai recuperato quando qualcuno le ha lasciate dalla parte della spazzatura, come se volessero ringraziarti per quello che avevi fatto per loro.

Mantenuto principalmente dalla madre, ma tutti dovevamo piantarli una volta, annaffiarli, cambiare pentole o dare un’occhiata.

Dammi una radice, salvami un’epidemia..ultima modifica: 2019-07-14T17:08:11+02:00da liberamenteunicadonn
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One Comment Add yours

  1. fusionelibera6 scrive:

    insieme è bello

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