COSA TI RACCONTO

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Cosa ti racconto?
Guarda non saprei..o meglio potrei raccontarti di questa pandemia e di come è stata devastante nella vita delle persone.
Potrei portarti esempi alla mano di come per molti la vita è cambiata.
Che c’è chi ha perso la vita,

chi il lavoro,

chi la salute,

chi la sanità mentale.
Chi dietro uno schermo del computer si è divertito a ridicolizzare il tutto e a mettere in dubbio quello che veniva messo in opera per combattere il virus.
D’altronde si sa
C’è chi parla e chi fa
e chi fa difficilmente ha il tempo per parlare .
Già potrei parlartene ma non è ancora il momento
perché tutto deve sedimentare svuotarsi della carica emotiva

allontanarsi di qualche passo per poter essere osservato in completa integrità.

cronofobia

COSA TI RACCONTOultima modifica: 2022-09-03T18:46:02+02:00da OgniGiornoRingrazio
  1. Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere

  2. Una esperienza unica che molti di noi hanno dovuto provare sulla propria pelle! Le limitazioni, le paure, .le ansie, i casi in famiglia, hanno destabilizzato la vita di tutti noi. Il lavoro limitato, le uscite di casa impedite, lo stare fermi in attesa che passasse…mentre sono passati due anni, hanno scombussolato il nostro modus vivendi e modificato i nostri atteggiamenti. Non è ancora finita l’epidemia, è rallentata la diffusione, è meno letale rispetto all’inizio, quindi prendere tempo per potere trarre conclusioni e consuntivi, mi sembra giusto.
    Pace e serenità mia cara Simo.

    • Una esperienza flagellante che non ha lasciato vincitori solo sopravvissuti nei migliore dei casi, un’esperienza a cui nessuno di noi era preparato .
      Un dolore cieco che nascondi e culli nel tuo essere ed alla fine
      verrà rielaborato.
      Come dicevo è troppo presto..
      Grazie ..un sorriso!

  3. … è quel che mi sono chiesto anch’io. Infatti, ancora adesso trovo difficile fare mente locale e dare un ordine temporale a quanto accaduto in quei giorni. Ma è difficile: grande il trauma e difficile l’inventario. Col tempo, come tu ben dici, forse riuscirò ad imbastire una narrazione razionale degli eventi con una ricognizione dei danni. Per adesso affido il vissuto ai versi, nella speranza che arrivino lì, dove la ragione difetta.
    Un abbraccio a stretto giro di orizzonte e grazie per il post che solleva quesiti che non vanno rimossi.

    • Ho fame di bellezza,di leggerezza..ho fame di risate,di tramonti e albe accolti col sorriso.Ho fame di vita ,
      normale di piccole cose.Ho fame di una quotidianità ritrovata che accarezzo con lo sguardo silenziando il tremito della paura.Ti abbraccio forte Wood amico mio

  4. Pian piano chi è rimasto si rimetterà in piedi… e non dimenticherà le persone che intorno a lui parlavano a vanvera.
    Buona serata e in bocca al lupo per tutto.

    • Sai Mist.Loto se c’è una cosa che ho imparato da tutto questo è quella di non dare tempo alle parole vuote.La memoria la dedico anche se con dolore a tutte le persone che non ce l’hanno fatta e a quelli che stanno ancora combattendo per riappropriarsi di quella che era la loro vita di prima…
      Si..lo sbarramento è il prima e il dopo covid.
      Il durante una lotta impari.
      Grazie della riflessione

  5. C’è chi parla e chi fa. Mai parole furono più vere e sentite… E questo non solo durante il periodo della pandemia, ma credo dall’inizio dei tempi. Qualcuno diceva che la speranza è l’ultima a morire… chi lo sa 🙂 Un abbraccio