La fine dei tempi e l’orribile sacrilegio

The_Last_Supper

 

Così la Madonna parla a Don Gobbi circa questo segno nel messaggio a Rubbio 31 Dicembre 1992.
Dice la Madonna:

«Il sacrificio della Messa rinnova quello compiuto da Gesù sul Calvario. Accogliendo la dottrina protestante si dirà la Messa non è un sacrificio, ma solo la sacra cena e così verrà soppressa la celebrazione della santa Messa. In questa abolizione del sacrificio quotidiano consiste l’orribile sacrilegio compiuto dall’anticristo, la cui durata sarà di circa tre anni e mezzo».
In qualche modo ritengo sia già iniziato: alcuni sacerdoti non celebrano più la S. Messa quotidiana, si riservano un giorno per il riposo dalla loro missione di sacerdoti, un giorno durante la settimana. Qualcuno di loro si spinge anche oltre, celebra la S. Messa solo in alcuni giorni della settimana. In ogni caso alcuni sacerdoti ritengono la S. Messa un banchetto, un convivio fraterno tra persone. Mentre i miracoli eucaristici di Lanciano, di Ferrara e non ultimo uno proprio a Buenos Aires stanno indicare invece la presenza del vero uomo e vero Dio: Gesù Cristo.

 Immagine tratta da: commons.wikimedia.org/wiki/File%3aThe_Last_Supper.jpg

 

 

Centenario di Fatima – 13 Ottobre 2017 – TUTTO SI STA AVVERANDO

Straordinaria la Parola di Dio della Prima Lettura di venerdì che ci introduceva ai tempi che stiamo vivendo. Il Profeta Gioele (cap. 1 v. 13) esorta i sacerdoti a far penitenza, «perché priva d’offerta e libagione è la casa del vostro Dio». In pratica viene a mancare il corpo (l’offerta) e la libagione (il sangue) di Cristo dalla casa di Dio, la Chiesa, perché si sta aprendo in Vaticano a un nuovo messale liturgico senza formula di consacrazione del corpo e sangue di Cristo. Si rinnovano in questi tempi lo stesso male, gli stessi contesti, che hanno preceduto la venuta di Gesù. Come allora il male era a un livello talmente diffuso, la corruzione, ma soprattutto l’ipocrisia dei farisei che nascondeva la Parola di Dio alle persone, e perciò anche allora come oggi la confusione era grande. Ma cos’è che oggi rende il nostro mondo ancora più immerso nella tenebra? E’ la mancanza della direzione morale, che viene da una mistificazione della Parola di Dio. Molti pastori al comando hanno creduto di sorpassare per orgoglio personale come fece Lutero, la Parola di Dio, declassandola invece di darne il giusto risalto, svuotandola di significato e ipocritamente annunciando che il significato che loro attribuivano si basava su di essa. I farisei all’epoca di Gesù facevano lo stesso: insegnavano sulla legge, ma avevano messo una serie di prescrizioni aggiuntive formali, che la svuotavano di significato, al punto che della stessa Parola di Dio non rimaneva in piedi neanche la forma. Ora che operazioni si fanno sulla Parola di Dio? Con il falso pretesto della misericordia, si accompagnano i fedeli a trasgredire ai precetti di Dio, i dieci Comandamenti, e in più si tradisce ancor di più l’insegnamento di Cristo aprendoci a religioni eretiche. L’orgoglio che ha accompagnato Lutero allora e che ora accompagna alcuni pastori a guida della nostra Chiesa è quello di rifare un’altra Chiesa, con un altro vangelo, che con il velo della misericordia acconsente ad ogni perversione. Da i frutti riconoscerete l’albero affermava Gesù per distinguere i veri dai falsi profeti. I falsi profeti ora vogliono condurci a un sacrificio di Gesù senza consacrazione e quindi senza la sua reale presenza, per compiacere i protestanti che vengono considerati cristiani al pari della religione cattolica, l’unica vera. Ora l’ipocrisia di alcuni nostri pastori dilaga e hanno acconsentito in cuor loro ogni sorta di innovazione pur di distruggere la Parola di Dio come fece Lutero, con la sua libera interpretazione. Interpretazione che poi si apre anche ai sacramenti di cui non si riconosce la presenza e l’azione di Cristo prima nella Santissima Eucaristia e poi nel sacramento della Santa Confessione, nel quale i luterani che si ritengono credenti sono peggio degli atei, perché ritengono di essere assolti confessandosi davanti a Dio; ma è Gesù Cristo stesso a smentirli nel mandato che Egli diede agli apostoli:  «a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20,23).  In realtà i luterani pensano di confessarsi davanti a Dio, di fatto confermano lo stato del loro peccato davanti al loro padrone: satana. Ora l’azione del maligno, satana, è diventata devastante. Molti pastori alla guida della Chiesa si sono fatti persecutori della Chiesa stessa e marciano tra le file del demonio, che sicuramente si compiace del loro operato. Sì, perché la loro azione è sottile: sembrano difendere la Chiesa, ma piano piano, a partire dalla demolizione dell’insegnamento della Chiesa prima, in special modo con il documento  “Letizia d’amore” e in seguito della Parola di Dio oggi e con la sparizione dei sacramenti tra breve, verrà introdotto il nuovo messale liturgico e daranno vita all’orribile sacrilegio: l’abolizione del sacrificio del corpo e sangue di Cristo, il quale senza formula di consacrazione non esiste più. L’abominio della desolazione sta giungendo al suo culmine. L’ipocrisia dei falsi sorrisi, delle false richieste di preghiera, della falsa pietà sveleranno il volto dell’anticristo e del suo precursore.

Joshua

 

Dal libro del profeta Gioèle cap. 1 v. 13

«Cingete il cilicio e piangete, o sacerdoti, urlate, ministri dell’altare, venite, vegliate vestiti di sacco, ministri del mio Dio, perché priva d’offerta e libagione è la casa del vostro Dio. Proclamate un solenne digiuno, convocate una riunione sacra, radunate gli anziani e tutti gli abitanti della regione nella casa del Signore, vostro Dio, e gridate al Signore: «Ahimè, quel giorno! È infatti vicino il giorno del Signore e viene come una devastazione dall’Onnipotente». Suonate il corno in Sion e date l’allarme sul mio santo monte! Tremino tutti gli abitanti della regione perché viene il giorno del Signore, perché è vicino, giorno di tenebra e di oscurità, giorno di nube e di caligine. Come l’aurora, un popolo grande e forte si spande sui monti: come questo non ce n’è stato mai e non ce ne sarà dopo, per gli anni futuri, di età in età».

 

 

 

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