Un libro in prestito

Hai una maglietta rosa e un paio di jeans, tuo figlio – otto anni – occhi azzurri, guarda stupito la motrice del Settebello, tu che ti guardi intorno con una smorfia infastidita dal sole, io che mi avvicino. Una signora di colore si è fermata un attimo, probabilmente per vendervi qualcosa, l’allontani con un gesto. Ma cosa siamo venuti a fare qui mamma? Chiede tuo figlio, mentre io sono quasi ad un passo da te.

Il signore sono io.

– Ciao Franca – Saluto tuo figlio, non so se presentarmi come Riccardo o ‘Lo Scrittore’ come sempre mi hai scritto.

Il libro è in alto a sinistra, questo non significa che sia una collocazione, ne è propriamente il titolo.
Finisce che ci sediamo in alto a sinistra, a metà gradini di Palazzo Reale.
Dietro le mie spalle qualcuno fa suonare una musica di San Remo edizione duemila e cinque, tu sfogli le pagine con una mano che sembra tremare, forse sei imbarazzata o forse è solo un’impressione e poi perché mai?
Sei indecisa tra De Luca e Luneburg, scelgo io.
Guardi l’ora, hai solo cinque minuti, hai voglia di un gelato, forse hai anche voglia di rimanere.

Diego vuole vedere le automobili degli anni cinquanta, – c’è qualcosa qua vicino? – sicuramente in galleria, ma c’è poco tempo anche per attraversare piazza Duomo.

Giriamo attorno alle autovetture d’epoca, poi verso il sottopasso della metropolitana, è li che ti lascio andare.
– Che farai ora Riccardo? –
– Passeggio con la mia macchina fotografica –
– macchina fotografica… è vero che può rubare l’anima? –
– La mia sì. –

piazza duomo

Un libro in prestitoultima modifica: 2017-04-18T08:47:52+02:00da RiccardoPenna
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