pour Christine

Je sais que je pourrais avoir les armes justes pour séduire, mais malheureusement, les femmes qui symbolisent cette époque ont oublié qu’elles avaient avant tout elles-mêmes un rôle à jouer dans l’art de la séduction.

Elles se sont abandonnées au dilettantisme de l’amoureux transi au détriment du séducteur; elles se sont contentées de la frivolité de provoquer au lieu d’aspirer à la conquête de l’homme: elles ont trahi leur désir pour se lancer sur ce qui est facile, éphémère et acerbe.

Il va de soi que l’homme a toujours répondu mais quel est ce genre d’homme?
De quelle structure se compose t-il?

Je ne veux pas exprimer une hostilité généralisée envers les femmes ou l’ amoureux transi… Je désire simplement dire, que les femmes qui m’attirent, sont de plus en plus «loin» de moi…
Quelquefois elles s’impatient et ne sont pas prêtes à «attendre», elles n’acceptent pas de donner du temps au temps pour construire un désir intense, bien avant de l’avoir consommer…

Christine

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La scelta

Quel sogno non ha visto il cielo poiché ogni principio d’amore tra noi era fallito.

Sebbene avessimo potuto crederci ancora riuscendo a dimostrare a noi stessi che saremmo stati più forti e vincenti, malgrado avessimo trasformando quella sconfitta in un nuovo principio d’amore, siamo inesorabilmente ricaduti nel fallimento più totale.

Ora rimane troppo rancore e il rancore alimenta l’odio in maniera implacabile.
Tendiamo continuamente a giustificare la nostra rabbia come fossimo vittime di un’ingiustizia, ma questa violenza l’abbiamo decisa noi.
Più giustifichiamo il nostro odio e più quello stesso odio accresce togliendo spazio al nostro bene, togliendo spazio alla fiducia, togliendo spazio alle certezze, sopprimendo la speranza.

Non crediamo più l’uno nell’altro, non crediamo nelle nostre parole, osserviamo e colpevolizziamo solo i nostri limiti, ci opponiamo l’uno con l’altro senza accorgersi che tutto sommato lottiamo contro noi stessi, contro quello che c’è stato di bello, contro tutti i sogni che possiamo realizzare.

Abbiamo una colpa che non è possibile scontare, non esiste assoluzione alcuna e malgrado pronuncino che sia infinita la Sua misericordia, io credo che neppure Dio potrà mai perdonarci.

un attimo

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Empathie

Notre rencontre ne peut avoir lieu dans cette incertitude… dans ton incertitude, dans la mienne, dans la nôtre…

Tu désires ne rien perdre mais tu as peur de tout perdre…
Je crois que ce que nous vivons aujourd’hui vaut bien mieux encore que de courir le risque de le perdre. Il est également vrai que sans risques il n’ y a pas de vie.

Je ne suis pas encore prêt à négocier ce risque du fait des sensations que j’ai vécues et que je continue à vivre chaque fois que je te lis et que je t’écris.
Tu as raison lorsque tu affirmes que notre euphorie s’appuie peut-être sur nos désirs plutôt que sur quelque chose de tangible.

Je suis plus jeune que toi… Tu l’as souligné maintes fois et tu m’as souvent fait remarquer que tu n’as jamais tenu à t’entretenir avec des hommes de mon âge.
Chaque chose que tu as inconsciemment ou consciemment voulu souligner, m’effraye.

Je ne veux pas perdre cette empathie, ce lien sensoriel qui nous lie.
Ne changeons pas encore les choses. Pas pour le moment.
Je voudrais que nos incertitudes s éloignent.

Et c’est juste ainsi.

empatia a parigi

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Il pranzo

Faccio precipitare cenere in terra, mentre tu la sostieni per minuti in bilico alla tua sigaretta. Disattento caro Riccardo – a che pensi?

Con eleganza ti scomponi, ti innalzi, disunendo le gambe…
ti prolunghi oltre il tuo metro e settantaquattro per prendere il posacenere sull’altro tavolino; non c’hai pensato Riccardo?

Hai le gambe scoperte ed io che continuo a distogliere lo sguardo sulla scritta Sammontana

– gelati all’italiana –

 

Lago Roppolo

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Carlo e Elisa

Carlo è un giovane fotografo di talento, troppo umile per essere di fama; ma il successo non appartiene mai all’arte, di questi tempi sempre piú alla speculazione. Elisa è una fotografia sospesa – trafitta da una puntina in una bacheca del suo studio.

Nulla… lei, sconosciuta… Io, medesimo.
Un incanto… e divento un ritratto fermo anch’io.

Chi è Elisa? Carlo mi racconta che è stato il suo primo scatto, dice di avere nostalgia; non chiedo altro.

Posso prendere questa foto Carlo?
Che devi farne Riccardo?
Voglio fermarla sul mio diario…

E’ stato quel giorno che ho iniziato a fotografare il mondo che mi circondava. Mi sono preso il mio tempo girando per le città. Ero fotografo e non lo sapevo.

elisa

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La barba

Mi sono svegliato di buon’ora questa mattina, allo specchio ho notato che il mio viso coltivava una barba dimenticata da qualche settimana.

I modi di mio padre, considerati tra i mezzi classici della toilette, un rasoio antico, la spazzola e il sapone tradizionale. Ho prescelto le antiche tradizioni classiche; ho passato la crema da barba sul viso, insaponato per alcuni minuti e rasato con precisione e talento; passavo di tanto in tanto l’indice sulle curve per sentirne la regolarità.

Ho pensato a Penna Nino, quello stile paterno, fatto di ricordi classici, tradizioni, ai suoi discorsi, ai suoi racconti; il leggero rumore della lama, il vetro velato di condensa.

Potevo immaginarmi come lui? Nelle innumerevoli stanze d’albergo, luoghi transitori per amori sempre precari… donne compiaciute distese sul letto o avvolte al suo corpo. Il rumore dell’acqua, i vestiti che profumavano di un’Italia degli anni cinquanta.

Le buone maniere e le bugie, uomini inimitabili, donne impareggiabili… duramente dimenticate… dove saranno finite? Si ricorderanno ancora di Nino?

Mi sono stupidamente ferito…

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Chantal Sourire

Ci pensavo stamane in treno – quanto tempo è passato? Ma tu ricordi come si stava bene? – Io ricordo che doveva essere d’estate, quattro… cinque anni fa?

Appena rientrato a casa, ho frugato tra gli scaffali della mansarda alla ricerca del diario; era vicino a tutte le cose di quel tempo: il libro di fotografie di Garolla, le cartoline del belvedere, il fumetto di  Pratt… e tutte quelle altre piccole cose che, se anche oggettivamente fossero d’importanza marginale, rimanevano in ogni caso custoditi con cura, proprio per il fatto ch’essi trattenevano un valore più grande e riservato a noi soli.

E’ il segreto del ‘vero valore’ delle cose – pensavo – ogni cosa di fatto può assumere un significato più profondo distaccandosi dal contesto (quasi scontato) in cui si colloca agli occhi di chi non ne conosce ‘la storia’ più nascosta. Ogni cosa circostante ha opportunità di abbandonare il suo significato oggettivo per restituire un valore più profondo… se noi lo comprendessimo e lo sapessimo valorizzare e comunicare.

Trovando la pagina del diario, ho avuto un momento di stupore, la data di quello scritto riportava precisamente la data odierna, esattamente il 17 luglio di otto anni fa  – una coincidenza? Ah no…. che tu non credi alle coincidenze

“Oltre il ricordo, dell’occasione trascorsa, ne rimane anche rimmel nero sulla federa turchino ed un granello di sabbia portato all’ingresso; un capello scuro caduto in battaglia sul letto e graffi solcati sulle spalle di quando si tratteneva precipitando nell’amplesso. Due tazzine con fondo di caffè ignorate nel lavello, un’impronta di rossetto quasi dipinto, custodie aperte di film francesi con Jeanne Moreau e musiche suonate di Ivan Graziani. Il tricolore di luci e spaghetti al sugo piccanti, due spazi vuoti dei libri prestatele; numeri di scarpe sbagliate, lo scontrino perduto, cassata siciliana e meringa al cioccolato, le fotografie di Doisneau, avevo anche visto i fogli del progetto sulla mia scrivania, ma che importava in quel momento? Ora che l’orologio si era fermato come tempo sospeso. Prendiamo un Canarino, un Iris e due marmellate. Andiamo a Como? Torniamo a casa- rimettiti quel vestito a pois e facciamo l’amore. Scegliti un nome diverso – Hai fatto? Cosa hai scelto? Chantal ti piace? Io sto bene…Chantal… sto bene anch’io Riccardo.  ”

chantal sourire

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L’attimo

Esiste una traccia che rende indelebile quest’attimo: un avanzo di sigaretta spenta a tre quarti, un fuoco di nervosismo acceso, ho le mani tremanti ed è tornato il batticuore che conosci benissimo.

Perchè sono così? In bilico tra l’amor proprio e l’amore per te… perchè siamo destinati a non poterci amare? In questo continuo stato coscienzioso, di accuse e scuse… contro di me.. contro di te.. contro di noi… e contro nessuno…

non posso fermarmi, non posso indietreggiare, non posso fare un solo passo, non posso cedere, non posso cadere… e non riesco più a guardare in basso Justine.

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