Corsi di chitarra

Interessante e ricco articolo sui corsi di chitarra. Una guida utile e sintetica su cosa aspettarsi e come approcciarsi e scegliere i propri corsi di chitarra per non incorrere in delusioni e abbandoni precoci. Fissare obiettivi e dedicarsi con costanza e quotidiano esercizio allo strumento sono i pilastri basilari per approcciarsi al meglio allo studio musicale.

Non esiste, come si è spesso creduto, un’eta ottimale per iniziare a suonare uno strumento e quindi anche la chitarra. la voglia di iniziare a farlo indica il momento migliore per iniziare a suonare e iscriversi a ad un corso di chitarra.  Anche in età adulta si possono ottenere ottimi risultati, l’importante è fissare dall’inizio obiettivi precisi e perseguirli con la dovuta attenzione e convinzione. La fiducia in se stessi è un altro aspetto che non deve mancare e  che l’esercizio della musica può  aiutare in maniera decisiva, soprattutto in coloro che iniziano a suonare in età avanzata.

Tenendo conto che, una volta acquisite le basi della chitarra, si può padroneggiare già un buon numero di successi pop della musica italiana, un tempo minimo per iniziare a strimpellare decentemente lo strumento, e quindi di frequenza dei corsi di chitarra, è almeno tre mesi. Tre mesi durante i quali, tuttavia, bisogna trovare il tempo per dedicare almeno mezz’ora di esercizio pratico ogni giorno. Questo perché il tempo dedicato all’esercizio personale è quello più produttivo e importante per acquisire quella dimestichezza e quegli automatismi fondamentali per poter padroneggiare lo strumento.

Piero Ciampi cantautore e uomo

Piero Ciampi o dell’arte di vivere

Diceva Fabrizio De Andrè, uno che di canzone d’autore se ne intendeva, “bisogna pagar pegno a Piero Ciampi”. Tuttavia, l’autore di Adius, tra i più originali e intensi e della scena musicale italiana, rimane, ancora oggi, sconosciuto ai più e quasi dimenticato. “Livornese, anarchico e comunista”, per sua stessa definizione, ha vissuto una vita fatta di eccessi e dissipazione di sé e del suo talento. Una sorta di Bartleby della canzone che sembra costantemente sottrarsi alle esigenze dello spettacolo e agli infingimenti della vita all’affannosa ricerca di autenticità e verità.

Proprio questa costante ricerca di autenticità lo porta a confondere, in pieno stile beat, arte e vita. La sua vita diventa, in questo modo, un’opera d’arte misteriosa e travagliata quanto l’arte che l’ha ispirato costantemente. Come scrive Maurizio Cucchi, nella prefazione al libro Ho solo la faccia di un uomo: “Ho sempre pensato che ciò che conta è l’opera e che le vite affogano, che piaccia o meno, troppo spesso con pena, nell’effimero e nel privato. Ma per Ciampi il caso è diverso: come chi infine non distingue più la realtà dal sogno e ne mescola le immagini, così io lo vedo quasi aver cancellato i confini tra il cantare e lo scrivere e gli affanni e gli incidenti di un’esistenza intensa, continuamente risucchiata, smagrita”.

Questo cancellare i confini tra cantare scrivere e vivere lo ha portato a riflessioni sulla musicaarticoli e recensioniridefinire i caratteri della cosiddetta canzone d’autore portandola ad una personalissima versione che ha affascinato e ispirato molti cantanti e artisti venuti dopo di lui, dal già citato De Andrè a Zucchero (esplicita citazione ciampiana è la sua canzone “il mare impetuoso al tramonto salì sulla luna”), passando per Mauro Ermanno Giovanardi, Cristina Donà, gli Afterhours e tanti altri.

Da ogni sua parola traspare una tensione poetica di commovente forza, ogni suo gesto diventa racconto accorato e vigorosamente drammatico. La sua voce calda e inconfondibile sembra declamare più che cantare, seguendo l’urgenza del dire poetico più che le linee delle struggenti melodie per lui composte da Gianni Marchetti. Il sodalizio con quest’ultimo, permetterà a Ciampi di esprimere al meglio il suo lirismo e la sua poetica sospesa tra cabaret e disperato afflato esistenziale. Con il suo stile colloquiale, teatrale e dialogico Ciampi appare sempre in bilico tra richiamo empatico e orgogliosa rivendicazione della sua unicità irriducibile.

Nelle sue canzoni, che sono vere e proprie folgoranti narrazioni di trance de vie, si ritrova il gusto per la provocazione, le piccole sconfitte quotidiane, gli amori tormentati e traditi, il dolore per i figli lontani e mai veramente conosciuti. Il tono può essere quello partecipe e accorato ,ma anche grottesco, goliardico, epico e picaresco.

La sua grande capacità è quella di restituire con esattezza l’istante, il senso di sospensione e precarietà del vivere, il desiderio di libertà, la tristezza infinita della disillusione, con un’efficacia e una profondità che riporta alla mente il mondo di Raymond Carver. Una capacità di raccontare e raccontarsi che fanno di Ciampi un insostituibile cantore dell’esistenza e delle sue contraddizioni con una carica di verità che solo la poesia possiede.