PER POTER ENTRARE

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PER POTER ENTRARE…

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PER POTER ENTRARE NEI MIEI SOGNI

DEVI AVERE UN’ANIMA RIBELLE E SELVAGGIA…

COME LA  MIA….

PER POTER ENTRARE NEI MIEI SOGNI

DEVI AVERE UN’ANIMA PROFONDA COME L’ABISSO DI UN OCEANO….

PER POTER RESTARE NEI MIEI SOGNI

DEVI SAPER ABBRACCIARE LA MIA ANIMA

E PORTARLA SU…..CON TE…

DOVE VOLANO LE AQUILE….

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ALLORA….SOLTANTO  ALLORA….

SARAI IL MIO VERO UNICO SOGNO

VORREI DI TAGORE

 

 

DI COSA VIVE L’AMORE…

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DI COSA VIVE L’AMORE ?

L’AMORE VIVE DI SEMPLICITA’ SECONDO QUALCUNO….

BASTA SEMPLICEMENTE LASCIARSI AMARE……..

DA QUELLE PERSONE DESTINATE AD  AMARE…PER TUTTA LA VITA….

CHE AMANO PERSONE CHE RICEVONO AMORE TUTTA LA VITA…

NO,

L’AMORE VIVE SOLO ED UNICAMENTE DI

AMORE…..

CORRISPOSTO

NELLA STESSA

VASTITA’ INTENSITA’ E PROFONDITA’

…..E DI  PUREZZA DI CUORE….

 

HO BACIATO LA TUA FOLLIA ED HO TROVATO LA MIA SANITA

 

 

HO BACIATO LA TUA FOLLIA…….

ED HO VISTO LA MIA SANITA’

ROVERBIO CINESE:

“UN FILO INVISIBILE E ROSSO COLLEGA LE PERSONE DESTINATE A INCONTRARSI, NONOSTANTE

IL TEMPO ,

I LUOGHI

E LE CIRCOSTANZE :

IL FILO POTRA’ ESSERE TESO O LENTO MA MAI SI SPEZZERA!!”

TU COSA FAI STASERA…..

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TU COSA FAI STASERA

..E NON BASTA MAI..

..TANTE COSE DA DIRSI…

..E BACIARSI

..E CAPIRSI

..E STRINGERSI

 

…ED E’ GIA’ DOMATTINA E LA LUNA LA SPEGNI TU….

…è il primo incontro…

..la prima volta…….

….non smettere mai di parlarsi….

perché troppe sono le cose da dirsi per chi ancora non si conosce,… è il segno inconfutabile di un amore che sta per nascere……

come finirà ?????

Nessuno può dirlo….non  siamo capaci di amare tutti allo stesso modo….. e non abbiamo anima e spirito della stessa profondità…vastità…intensità…..

e non abbiamo tutti la purezza di cuore…..

anima immensa e sporcizia totale dentro……

può amare solo trascinando nell’ignobile…nel sudiciume…….nell’ abietto….. nell’infimo…

STATE BUONI…BUONI SE POTETE

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SAN FILIPPO NERI

 a 500 anni dalla nascita resta tutta la carica di santa allegria di “Pippo buono”

Nel 1500 a Roma non c’erano scuole, ma abbondava la miseria e torme di ragazzini abbandonati a se stessi, ladruncoli laceri e sempre affamati, affollavano le strade cercando di borseggiare qualche passante o di sgraffignare qualcosa da mangiare dai banchi del mercato.

Colto, appassionato di Dio (si racconta  che nella sua prima estasi il cuore gli si dilatò nel petto rompendogli due costole) e sempre di buonumore, giunse a radunarli intorno a sé un giovane fiorentino di buona famiglia che a Firenze era nato il 21 luglio 1515.

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“Pippo buono”, come era chiamato  da tutti, diede loro un tetto e una famiglia e mendicò nelle strade perché avessero da mangiare, istruendoli attraverso il canto e la catechesi nella conoscenza di Dio .

A più di 500 anni dalla nascita di san Filippo Neri (la cui memoria liturgica ricorre il 26 maggio) non si è ancora spenta l’eco della sua risata di grande burlone che portava il cuore di piccoli e grandi a Dio attraverso la gioia e lo stare allegri nella semplicità, così come alcuni aneddoti famosi che lo ebbero protagonista.

 

 

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STATE BUONI… SE POTETE!
Filippo voleva che i suoi ragazzi crescessero nella gioia e cantando: tutt’altro stile rispetto alla severità e all’uso del bastone che si ritenevano fossero necessari all’epoca per educare i giovani.

“Figlioli – diceva – state allegramente: non voglio nè scrupoli, nè malinconie, mi basta che non facciate peccato”.

La sua frase ricorrente (diventata il titolo di un film musicale del 1983 con Johnny Dorelli) era: “State buoni…se potete!” che in romanesco suona “State bboni (se potete…)!”.

E sempre in romanesco era anche la frase che indirizzava ai ragazzi quando gli facevano perdere la pazienza ma…correggendo il tiro all’ultimo con l’auspicio di poter ricevere la corona del martirio: “Te possi morì ammazzato… ppe’ la fede!”

 

MENDICANTE PER AMORE
Filippo cercava di provvedere ai suoi ragazzi in tutti i modi possibili e non esitava a bussare alle porte dei palazzi dei ricchi per farsi dare un aiuto. Si narra che una volta, un ricco signore, infastidito dalle sue richieste, gli diede uno schiaffo. Il santo non si scompose: “Questo è per me – disse sorridendo – e ve ne ringrazio. Ora datemi qualcosa per i miei ragazzi”.

 

A 500 anni dalla nascita resta intatta tutta la carica di santa allegria di “Pippo buono”

TOGLIETEMI LE SCARPE!
E’ chiaro che per san Filippo l’umiltà fosse la virtù principale, specialmente per un uomo o una donna consacrata a Dio.

C’era ai suoi tempi una religiosa che godeva di grande notorietà poiché si diceva avesse estasi e rivelazioni.

Un giorno il Papa mandò proprio “Pippo bono” a verificare la santità della suora che si trovava in un convento nei pressi di Roma.

Mentre Filippo era in cammino un violento temporale trasformò in fango la strada così che il santo arrivò a destinazione conciato male e con le scarpe tutte lorde.

Quando giunse al suo cospetto la suora, a mani giunte e un’espressione ieratica, Filippo si sedette e, stese le gambe, disse: “Toglietemi le scarpe!”.

Indignata per il trattamento, la suora restò ferma e lo guardò ma il santo non aggiunse altro: riprese il mantello e tornò a Roma a riferire al Papa che, secondo lui, una persona che non ha l’umiltà di mettersi al servizio di chi ha bisogno, non può essere una santa.

I DANNI DEL CHIACCHIERICCIO
Un giorno, una nota chiacchierona, andò a confessarsi da San Filippo Neri.

Il confessore ascoltò attentamente e poi le assegnò questa penitenza: “Dopo aver spennato una gallina dovrai andare per le strade di Roma e spargerai un po’ dappertutto le penne e le piume della gallina! Dopo torna da me!”.

La donna, abbastanza sconcertata, eseguì questa strana penitenza e tornò dal santo come richiesto. “La penitenza non è finita! – disse Filippo –

Ora devi andare per tutta Roma a raccogliere le penne e le piume che hai sparso!”.

“Ma è impossibile!”, rispose la donna. “Anche le chiacchiere che hai sparso per tutta Roma non si possono più raccogliere! – replicò Filippo Neri –

Sono come le piume e le penne di questa gallina che hai sparso dappertutto! Non c’è rimedio per il danno che hai fatto con le tue chiacchiere!”.

PREFERISCO IL PARADISO!
In molti ricorderanno la fiction del 2010 sulla vita di san Filippo Neri con protagonista l’attore Gigi Proietti: “Preferisco il Paradiso”. Però forse non tutti sanno da dove deriva questo titolo.

La leggenda dice che al santo, amico non solo dei ragazzi di strada e della povera gente, ma anche di pontefici e cardinali (in particolare il cardinale di Milano Carlo Borromeo) che spesso ricorrevano ai suoi consigli, fosse stato proposto di diventare a sua volta cardinale

. Ma Filippo, che tralasciò sempre nella sua vita le ricchezze materiali e qualsiasi privilegio, rispose appunto: “Preferisco il Paradiso!”.

STA

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<<Attendete a vincervi nelle piccole cose, se volete vincervi nelle grandi » (S. Filippo Neri).

<<Paradiso, Paradiso>>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PARRESIA

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Parresia :

dire sempre la verità

 

dal greco: parresia composto di pan tutto e rhema discorso.

Dire tutto.

Nell’antica Grecia fu individuata questa virtù.

Si tratta del diritto e del dovere attribuito al cittadino, e specie all’uomo pubblico, di dire tutto,

di non frapporre filtri o deformazioni o censure fra ciò che pensa e ciò che dice: dire tutto,

e quindi, dire la verità.

Questo non sempre è conveniente, anzi, impone rischi e quindi richiede coraggio.

Rinunciare a incatenare – quindi a compiacere, ad irretire, e dover esiliare il furbesco e il desiderabile

– può mettere in pericolo il proprio guadagno,

la propria adulata soddisfazione,

il proprio consenso e la stabilità conquistata.

E questo vale tanto nel rapporto con gli altri che con sé stessi.

Si tratta di una scelta che non è mai gratuita:

esprimere la verità chiede sempre un costo

– in amicizia,

in soldi,

in voti elettorali;

si tratta però anche di una scelta da cui dipende la libertà.

In un mondo in cui le falsità sottili e accomodanti

– di etichetta, di amor della pace, di ragion di Stato –

regnano sulla società democratica,

tanto chi trama ……quanto chi beve la menzogna

è schiavo (anche chi tiene la catena è incatenato).

La parresia è una virtù

civile,

trasparente,

luminosa,

modesta e priva di cerimonie

– in una parola,……….

socratica…..

– che purga gli ascessi della civile società.

La-vita-è-come-un-TANGO....-è-la-PASSIONE-che-ci-metti-a-fare-la-Differenza

 

 

LA PASSIONE……….PIU’ CHE NEL BALLO DEL TANGO….

E’ NELLA VITA CHE DOBBIAMO METTERLA !!!!!

E …..METTERCELA TUTTA !!!

….IL ….TANGO….

NON DURA UNA VITA…..

STORIA DI UNA CAPINERA

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STORIA DI UNA  CAPINERA

Quando non si è in grado di riconoscere l’Amore…..

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…..e perché…..

quando l’Amore è quello giusto…

 il momento giusto…….

i condizionamenti psichici……sbagliati…

(Meraviglioso film di F. Zeffirelli )

CI VOGLIONO GLI ATTRIBUTI….

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CI VOGLIONO GLI ATTRIBUTI  PER AMARE LE DONNE SEGNATE DAL PASSATO….

…quelle dal carattere forte ma dal cuore troppo buono malgrado tutto.

Ci vuole tantissimo amore per guarire le ferite, le delusioni

e soprattutto servono tante concrete dimostrazioni,

di chiacchiere certe donne non sanno cosa farsene.

Sono troppo mature, troppo vissute,

che non credono più a quello che sentono,

ma a quello che sei disposto a fare per loro.

(L. Del Grande)

 

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facile essere fighe a 30 anni….

è dopo i 60  che si vede………

chi vince la guerra…..

RICETTA DI DONNA

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RICETTA DI DONNA

 

 

….ma quelle vere sono rare

e non ritornano…….

puoi farle piangere

ma non rimpiangere….

ma quelle vere sono rare

e non si comprano….

puoi anche prenderle…..ma non comprenderle