La politica è succube della magistratura?

Quante volte sentiamo i nostri politici dire : “abbiamo fiducia nella magistratura”.

Abbiamo visto azioni penali svanire dietro sentenze di assoluzione.

I danni restano.

E’ il “principio di infallibilità” dell’azione del PM.

Principio  che in realtà può nascondere vere e proprie guerre tra i diversi soggetti politici o all’interno dei soggetti politici ovvero schermaglie tra PM e politica.

L’obbligo dell’azione penale porta il PM a dover sempre attivare le procedure. Basta una denuncia.

Se poi esiste la “politicizzazione” dei PM, o la convenienza degli stessi, il risultato è certo.

Esaminiamo, però, il principio di infallibilità.

Il PM è un dipendente pubblico e vive tutte le contraddizioni della Pubblica Amministrazione. Ha una carriera programmata che non prevede “competizione”. Non ha alcuna responsabilità nello svolgimento della propria attività.

Normalmente più vi è competizione più emergono i migliori. Più vi è responsabilità, migliori sono i risultati.

Una vera e propria contraddizione.

Per i mass media l’avviso di garanzia ma anche la sola notizia di reato diventa una macchia indelebile che si protrae per anni.

Anche di fronte ad un’assoluzione alcuni imputati restano  sempre  probabili colpevoli.

E’ come se il principio di infallibilità determini, in alcuni casi, l’impossibilità di criticare o di evidenziare un errore.

Il PM assurge, pertanto, a rango di Dio o Semidio. Rango a cui ha avuto accesso per concorso pubblico e che manterrà a vita.

E la politica?

Le guerre e le schermaglie hanno permesso la sovrapposizione dei poteri costituzionali.

Quanto la magistratura oggi sia politica o la politica si magistratura è difficile dirlo.

Sicuramente non fa bene alla democrazia.