Un nuovo spazio

 

Carissimi, continua il nostro cammino verso la Pasqua. Oggi vi proponiamo una preghiera da meditare in questa quarta settimana di Quaresima

 

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“Ti guardo, e non ci siamo altro che noi.

Io e te. Signore, mi senti?

Sono immobile affianco a Te e ho freddo.

La mia vita tu la sai, cosa devo aggiungere?

Oggi sono a contemplare la Tua. 

Ti vedo soffrire e il dolore mi gela, mi paralizza,

sono inchiodato anch’io.

Perché Signore, era necessario?

Si, perché avessi un amore capace di scaldarmi il cuore.

Perdonami Signore, perdonami!

Soffro, qui c’è solo solitudine e silenzio.

Non c’è più spazio per la rabbia, la paura e lo sconforto.

Perdonami, ora ho capito:

la Tua croce ha spazzato il dolore e ha donato amore,

ha preso un Volto, 

e il tempo non si è fermato, 

ha incontrato un nuovo spazio, il Tuo,

dove essere amato, capito e perdonato.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

In attesa del ritorno

 

in attesa del ritorno

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gs 5,9a.10-12

Salmo: Sal 33 (34)

Seconda lettura: 2Cor 5,17-21

Vangelo: Lc 15,1-3.11-32

 

Il Vangelo di questa domenica in Laetare, è la parabola del Padre e dei suoi figli. Oggi questo brano, ci viene incontro aiutandoci a comprendere, che possiamo sbagliare allontanandoci o addirittura rimanendo a casa, ed in entrambi i casi, abbiamo un Dio padre, che aspetta il nostro ritorno. Quello che accomuna i due fratelli e noi, è proprio Lui: un Dio la cui paternità, permette di uscire dal timore di essere visti per i nostri sbagli, e percepire come siamo guardati realmente: da figli!

L’amore di Dio rimane intatto nonostante il nostro sbaglio, l’errore non spezza il Suo essere in comunione con noi, quello che si rompe è la nostra capacità di riconoscerlo. Il padre di questo racconto, non ha smesso di amare i suoi figli, anzi, li ama con tutto se stesso, aspettandoli fuori, correndogli incontro.

Dio ci ama tanto e desidera che il Suo amore e la Sua Misericordia, siano un punto di partenza, e dove il peccato ha lasciato una frattura, un distacco, Egli la risana dal di dentro, affinché possiamo riconoscerci amati in maniera esponenziale.

Il perdono però non si ferma solo all’aver ristabilito un contatto con Dio, interpella il fratello, ci chiama al di fuori. Il Signore ci invita guardare gli altri con il Suo sguardo, che non è di condanna, la cui conseguenza è la morte, ovvero, non permettere all’altro di risalire da quell’errore etichettandolo, ma è uno sguardo di perdono per la vita!

“Era morto ed è tornato in vita” è la storia di tutti noi salvati, perduti e ritrovati da Dio, è il cammino di chi ha riconosciuto in sé una vita di Grazia, per cui davvero è possibile fare festa.