Che cos’è la bontà?

che cos'è la bontà

 

17 AGOSTO 2022

MERCOLEDÌ DELLA XX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ez 34,1-11

Salmo: Sal 22 (23)

Vangelo: Mt 20,1-16

 

Leggendo questo brano di Vangelo, subito ci viene in mente quanto il regno dei cieli sia il luogo dove poter sperimentare la bontà del Signore, indipendente se siamo arrivati primi o ultimi, nella relazione con Lui. Il Suo amore è così grande da esserci per tutti i Suoi figli.

Il testo ci invita a comprendere che cos’è la bontà e soprattutto cosa possa generare: l’invidia. Il gesto generoso di quel padrone viene contestato dai primi arrivati, perché hanno ricevuto la stessa moneta degli ultimi, ed egli risponderà: “non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Dobbiamo chiedere al Signore di purificare il cuore da questo sentimento, che può condizionare la nostra idea di giustizia.

Gesù ci insegna la vera bontà del regno dei cieli, capace persino di sopportare critiche e andare avanti attraverso la sofferenza che esso comporta.

C’è un seme di bontà, al di là di quella moneta, un’esperienza profonda a cui attingere per cui è necessario liberare il cuore per riconoscerla.

Probabilmente quegli uomini abituati a non far nulla, ora riconosceranno quanto è buono il suo signore, non per la moneta ricevuta, ma perché ancora prima egli è venuto a cercarli, è uscito di ora in ora a prenderli.

Così Dio fa con noi, ci viene incontro per farci vivere quell’esperienza di bontà che darà un senso alla nostra vita, non sarà eclatante, ma quotidiana, semplice, come quella del racconto di oggi, e quando arriverà sapremo riconoscerla?

“Signore,

dammi un cuore che Ti ascolta.

Le sofferenze della vita

mi hanno rinchiuso in me stesso,

alla ricerca di una soluzione o di un riscatto.

L’unica cosa di cui però mi accorgo di aver bisogno,

è della Tua bontà, per trovare pace.

Non importa quanto abbia sofferto,

ma cosa io ne abbia fatto di quel dolore;

insegnami a portarlo,

perché la Tua bontà sa superare ogni male,

e farne luogo di dono.

Fa che non abbia sofferto invano

e da quella fatica sia riuscito,

grazie al Tuo amore e alla Tua forza,

a farne qualcosa di buono”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)