Nella versione del Vangelo di oggi, per esteso sono presentati due episodi di guarigione, il primo della figlia di Giaro e il secondo della donna con perdite di sangue da dodici anni. Non sappiamo il nome di quella donna e della fanciulla, ma siamo a conoscenza della loro malattia. Entrambe hanno in comune due cose: hanno una malattia che fa “perdere vita” e saranno guarite da Gesù.
Solo il Signore sa davvero guarire il nostro cuore, e questo può avvenire dopo anni di cammino o dopo pochi mesi, o grazie alla fede di qualcun altro, ma ciò che conta, è che Gesù è lì, sia con la donna, che con la fanciulla, che con noi.
Possiamo trovarci anche noi in situazioni che ci fanno “perdere vita”, quel vigore di un tempo, quella forza che ci permetteva di affrontare ogni cosa, ma per tali circostanze non bastiamo solo noi, è necessario rivolgere il nostro grido di aiuto a Lui. La nostra certezza è proprio questa: guarirà il nostro cuore, perché come quella fanciulla la vede dormire e non morta, così vede in noi sempre una possibilità. Una possibilità che non è l’attesa di Lui, ma la sua attesa di noi; di quel gesto che sfiora l’esterno del mantello di Gesù e arriva fino al suo cuore.
Quanto siamo importanti per Dio! È un peccato pensare che gli siamo indifferenti, perché tra la folla, Egli è l’unica forza di guarigione in grado di donarci vita e Lui desidera darcela. Crediamo in Lui, amiamolo, perché l’amore trasforma, guarisce, risana ed il suo amore più di tutti. Lasciamoci amare da Dio, così da vedere oltre all’apparenza di male e fatica, per gustare della sua presenza che non ci abbandona mai, persino quando ci sembra che tutto è perduto.
“Non temere, abbi soltanto fede!”. Ovvero non fare della tua vita un luogo di paura, ma di fiducia in Lui. Dai alla tua vita l’occasione di vivere, questo non escluderà la fatica, le darà il posto giusto, ma soprattutto tu cara/o amica/o ti sentirai finalmente nell’unico posto dove potrai trovare la forza: nel cuore di Dio.