Non sia turbato il vostro cuore

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26 APRILE 2024

VENERDÌ DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Alle nostre preoccupazioni, alle tempeste della vita, risuona forte la voce del Signore dirci: “non sia turbato il vostro cuore”. Non dobbiamo neanche dirglielo, Lui lo sa già che il nostro cuore è turbato, ha qualcosa che lo fa soffrire… Ecco la grande meraviglia: il Signore conosce il mio cuore! Non devo mettere maschere, non ho bisogno di mentire, ma solo stare lì, dinanzi a Lui e ascoltare la Sua voce dirmi: non sia turbato il tuo cuore. Questa è l’esortazione di chi ti ama e non vuole che tu soffra.

Non sia turbato il tuo cuore, perché c’è un posto che Lui va a prepararci, così che: “dove sono io siate anche voi”. Non c’è nessun disperso nel cuore di Dio, nessuno si deve sentire dimenticato, non amato, accolto male, perché Dio è un Dio che ama in profondità e ti pensa sempre, al punto che vuole per te: un posto accanto al Suo.

Chissà che questa parola oggi, in questo nuovo giorno, scenda e ci dia la forza di affrontare ciò che vivremo, con la consapevolezza di stare già nel cuore di Dio. C’è un posto preparato per me, che parte dall’essere nel suo cuore.

Sapere di essere amati, che siamo nei pensieri di qualcuno da sempre, dà forza a ciascuno; ecco, ora pensiamo che questo qualcuno è Dio, la cui presenza che a volte ci sembra così lontana è vicina, tanto da sentire il Suo battito nel cuore, perché Tu sei già cuore a cuore con Dio.

“Signore, aiutami

affinché il mio cuore si senta al sicuro con Te.

Desidero stare qui, nel Tuo cuore;

donami un piccolo spazio di Te,

così che Tu possa crescere in me

e ti ritrovi nei volti,

nelle situazioni,

sempre più forte,

perché la mia vita ti sta a cuore,

e io grato del Tuo amore,

sappia risponderti con il mio,

attraverso questa storia che percorro cuore a cuore con Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Padre

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02 MARZO 2024

SABATO DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA

Oggi di questo Vangelo tanto conosciuto, vogliamo volgere sguardo al Padre. Un Padre in attesa che il figlio torni. Quanto avrà aspettato? Quanto sarà rimasto in pena, in pensiero per il figlio? Non lo sappiamo. Quello che è descritto, è una delle più belle scene che fanno bene al cuore: un Padre che ci aspetta e ci corre incontro.

Il figlio prepara la sua difesa, ha in mente una strategia con cui entrare in casa, comprenderà presto, però, che la casa era sempre aperta ed il suo posto non è stato mai occupato, è rimasto vuoto. Non ha bisogno di nessuna strategia ha un suo posto: è figlio.

Capita anche a noi quando nella fatica del nostro peccato, pensiamo di aver “perso” l’opportunità con Dio, abbiamo paura che si arrabbi, che addirittura ci punisca ed invece il Vangelo di oggi, vuole rivelarci che Dio è come quel Padre in attesa del figlio, in attesa di noi.

Non dobbiamo difenderci, dobbiamo solo andargli incontro, dobbiamo credere che Dio ci ama così. A volte non è facile, perché poniamo a Dio le caratteristiche dei padri terreni. In verità oggi è Gesù a svelarci il volto del Padre, così che il velo che copriva i nostri occhi cada e possiamo sperimentare l’amore di Dio, possiamo comprendere che Dio è quel Padre che ci aspetta per correrci incontro e dirci: “facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.

“Signore,

desidero tornare a Te con tutto il cuore,

desidero deporre le mie difese ai Tuoi piedi

e lasciare sia Tu a custodirmi.

Voglio credere in Te come Padre,

voglio sperare che Tu ti prenda cura di me anche quando sbaglio

o quando vorrei un abbraccio.

Stammi accanto mio Signore,

abbi cura di me, perdonami,

così il mio cuore,

saprà di essere tornato a casa

dopo aver camminato tanto.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Il mio posto

 

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28 FEBBRAIO 2024

MERCOLEDÌ DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA

Nel Vangelo di oggi, troviamo una mamma che cerca una raccomandazione per i suoi due figli, vuole che entrambi possano occupare una posizione di prestigio. Se da una parte, potrebbe sembrare una richiesta umanamente comprensibile, dall’altra scorgiamo che non si può piegare la volontà di Dio alla nostra volontà.

È cosa molto buona il desiderio di restare accanto al Signore, ma non per avere della gloria, degli onori, infatti Gesù risponderà: “Voi non sapete quello che chiedete”.

Il Signore desidera insegnarci cosa chiedere, vuole portarci a prendere coscienza che la grandezza dell’uomo non viene dal posto che occupa, dalle conoscenze importanti o comunque da fattori esterni, ma soltanto da Lui stesso. La volontà di Dio è quella di darci sé stesso, comunicarci la sua vita, che si compie nel dono in pienezza della sua libertà: questa è la vera gloria di Dio. Una libertà che si consegna “in riscatto per molti.”

Tutti possiamo chiedere al Signore di insegnarci a vivere la grandezza del suo amore che si consegna in dono per agli altri, che si mette a servizio.

Imparare a non ingrandire il proprio io sugli altri, ma ad essere per gli altri, per servire accanto a Gesù.

Per noi è importante capire a quale modello di vita vogliamo ispirarci, quale direzione prendere, se non quella di realizzarci ad immagine del Figlio di Dio, su quella gloria che viene da Dio stesso, che ci aiuta a fare verità in noi stessi, nei pensieri, nelle parole e nelle azioni.

“Signore,

dal Tuo cuore,

parla al mio della Tua grandezza,

fammi respirare quell’amore che perdura,

sorreggimi,

allarga le Tue braccia e prendimi,

che il mio posto

non sia a destra o a sinistra,

ma sia nel Tuo cuore,

unico luogo sicuro per me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Un posto per tutti

Un posto per tutti

23 AGOSTO 2023

MERCOLEDÌ DELLA XX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gdc 9,6-15

Salmo: Dal Sal 20 (21)

Vangelo: Mt 20,1-16

Il regno dei cieli è proprio il posto per tutti, così che gli ultimi arrivati alla fede, sono come quelli che vi erano da più tempo. Come mai? E giusto?

Nella logica dell’amore di Dio: si! Perché il regno di Dio non è da conquistare, ma da accogliere. Non importa quanto tu ci metta a renderti conto della tua relazione con Dio, ciò che conta è comprendere di avere un posto da sempre e non di averlo ottenuto a suon di sforzi. Ed allora, chi ha faticato tutta la vita, cosa deve fare?

Se davvero ha compreso quanto è grande l’amore di Dio, non se lo do manderà nemmeno, perché la relazione con Lui va oltre la misura del contraccambio, è un dono che noi abbiamo ricevuto solo prima di altri, per cui gioire.

Chiediamo al Signore la forza di vivere di una logica diversa, così da comportarci tra di noi, non con i paragoni, ma con quell’amore che Lui stesso ha riversato nei nostri cuori.

Impariamo a gioire per gli altri, alziamo lo sguardo e osserviamo da un altro punto di partenza, e lasciamo sia Lui a condurre e formare il nostro cuore. Allora sì che vivremo il regno di Dio su questa terra, e non solo saremo terreno di accoglienza per altri, che vedendoci spuntare un sorriso per le piccole gioie proprie o altrui, chiederanno: da dove vieni? Vengo dal cuore di Dio, tendi la tua mano, ti porto con me.

“Signore,

libera il mio cuore dal paragone,

dalla logica del contraccambio

ed insegnami la misura del Tuo cuore.

Il regno di Dio, è il posto mio con Te,

è quel luogo dove io posso essere davvero me stesso,

se vi scopro il Tuo amore.

Aiutami a vivere di Te

e fai che nonostante la fatica,

il mio cuore si dilati ad un nuovo orizzonte,

a quel pezzo di cielo che posso vivere già qui ed ora,

perché Tu sei già parte di me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Santissima Trinità, tre volte amore

Santissima Trinità, tre volte amore

 

DOMENICA 04 GIUGNO 2023

SANTISSIMA TRINITA’, SOLENNITÀ – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Es 34,4b-6.8-9

Salmo: Dn 3,52-56

Seconda lettura: 2Cor 13,11-13

Vangelo: Gv 3,16-18

La Solennità della Santissima Trinità, ci aiuta a comprendere meglio il brano del Vangelo di oggi:

“Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”.

Non si tratta di credere nella salvezza, che a volte basiamo sulle nostre forze, ma di credere che in Lui nessuno sarà perduto.

Quale padre vorrebbero perdere un figlio? Quale figlio vorrebbe perdersi? Il cuore della Trinità è il luogo dove possiamo rigenerare il nostro cuore, non per quello che abbiamo o non abbiamo fatto, ma perché scendendo nella profondità del Suo cuore, scoprire che Lui non ci ha mai persi.

Mentre noi cercavano la strada del ritorno, e con mille sacrifici non sapevamo quale prendere, Egli era lì accanto a noi perché sentissimo, prima o poi, che nel Suo cuore c’è un posto tutto nostro.

Allora oggi è una grande festa, la festa della consapevolezza che nel cuore della Trinità c’è anche un nostro posto e rimarrà vuoto se lo lasceremo andare. É giunto il momento di prendere quel posto, così che ogni ferita trovi nell’amore di Dio il suo conforto e tutto di noi possa dire: nonostante tutto, Dio, mio Padre, non mi ha mai perso

“Signore,

vieni in mio soccorso,

perché ho bisogno di non sentirmi perso.

Aiutami a credere che nel Tuo cuore

c’è un posto anche per me,

così da sedermi anch’io

alla tua mensa

e far parte di quella cena di tutti noi salvati,

amati e mai persi,

custoditi e rigenerati da quell’unico cuore

tre volte amore”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Dove vai

dove vai

 07 MAGGIO 2023

V DOMENICA DI PASQUA – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 6,1-7

Salmo: Sal 32 (33)

Seconda lettura: 1Pt 2,4-9

Vangelo: Gv 14,1-12

Nel Vangelo di oggi Gesù dice che va a prepararci un posto, perché dove sarà lui saremo anche noi. Gesù parla di un “dove”, ma i discepoli non comprendono.

Ecco che Tommaso, l’uomo ardente e con i piedi per terra, domanda: ma se non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?

Quel “dove” di cui parla Gesù non è soltanto un luogo, ma una via, comprende una direzione, un movimento di riportare tutto al Padre.

Gesù conduce, guida i suoi discepoli perché, in lui, diano la loro vita ai fratelli, perché tutti conoscano l’amore di Dio.

In quelle tre parole che Gesù dice a Tommaso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”, si racchiude tutta la storia di salvezza, il sogno più grandioso di amore, di libertà, di bellezza e di comunione con Dio, che ogni essere umano possa mai desiderare.

Il “dove” di Dio è sempre nel suo amore e per amore. Così la fede dei discepoli in Cristo Gesù è sempre ritrovarsi in Lui per essere inviati, perché il mondo conosca che amiamo il Padre e facciamo quello che il Padre ha comandato, cioè di amare tutti.

“Signore,

fai del mio cuore la Tua dimora,

affinché io possa trovare il mio posto in Te.

Sii il mio aiuto,

il luogo dove stanco possa trovare rifugio

e dove possa gioire sempre.

Ti affido la mia vita,

in ogni turbamento, in ogni momento.

Ho fede in te,

non perché desideri cose straordinarie,

ma perché so che Tu sei con me e questo è già abbastanza”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

L’ultimo posto

 

l'ultimo posto

 

 

DOMENICA 28 AGOSTO 2022

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Sir 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]

Salmo: Sal 67 (68)

Seconda lettura: Eb 12,18-19.22-24a 

Vangelo: Lc 14,1.7-14

 

Un consiglio pratico quello di Gesù nel Vangelo di oggi, che dopo aver ascoltato può sembrare quasi naturale scegliere l’ultimo posto, per evitare di sbagliare e soprattutto per sentirsi dalla parte giusta.

L’umiltà non si ferma agli ultimi posti, è la condizione di chi si riconosce per quello che è: creatura nelle mani del creatore e allora mi metto all’ultimo posto perché riconosco la grandezza di Dio, non ho bisogno di essere glorificato dalla gente in quanto la mia vita è nel Signore, Colui che ha fatto di quell’ultimo posto il trono della Sua Misericordia.

Egli ha lasciato che tutti i poveri, i malati, potessero venire da Lui così da riconciliare la loro vita in Dio, avrebbe potuto farlo anche a distanza, ma ha scelto la modalità del contatto, della casa, perché fosse un’esperienza indimenticabile.

Siamo noi quei poveri che abbiamo il dono di far parte della casa di Dio, beato quell’ultimo posto o il penultimo, quello che conta è essere qui dinanzi a Lui e sentire la vita ripartire.

Essere poveri non è strettamente legato al denaro, vi sono numerose povertà come diverse malattie, ma quello che ci accomuna è comprendere che il povero ha la sua ricchezza in Dio. Il Signore non ci abbandonerà, non lascerà i suoi figli, se ne prenderà cura con la semplicità di un Pane che ci nutrirà in qualsiasi posto saremo.

Dinanzi alla grandezza del cuore di Dio possiamo solo esclamare:

“Hai preparato per me una casa o Dio,

affinché io abbia un luogo dove stare.

L’amore di un Padre per i suoi figli,

il dolore di un figlio che non sa come tornare,

trovano nel Tuo cuore una dimora.

Seduto in fondo, Ti guardo da lontano,

i miei occhi hanno paura di incrociare il tuo sguardo.

“Padre perdonami perché ho peccato”,

ma in quell’attimo mi sento amato,

l’Amore viene da dentro di me

come se mi dicessi: “tranquillo figlio, ora sei a casa”

ed è subito pace”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Il mio posto

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LUNEDÌ 25 LUGLIO 2022

SAN GIACOMO, APOSTOLO – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 2Cor 4,7-15

Salmo: Sal 125 (126)

Vangelo: Mt 20,20-28

 

Il Vangelo di oggi si apre con la richiesta di una madre, la quale domanda per i suoi due figli un posto accanto a Gesù, nel Suo regno, credendo sia la parte migliore, una posizione di prestigio.

Il Signore fa riflettere su che cosa davvero sia il meglio: governare o servire?

Governare non è nella logica di Dio, perché il Suo regno non impone, ma dispone, sostiene, ama i suoi, al punto da dare la vita.

Servire vuol dire mettersi nei panni della gente. Una posizione scomoda per molti, paragonata ad una sottomissione, ma per Gesù è sinonimo di grandezza. Egli è il primo a servire tutti quelli che incontra e ci dona il suo esempio, affinché possiamo fare altrettanto.

I nostri posti, non importa se sono in alto o in basso in una sca!a gerarchica temporanea, che ha un inizio e una fine, perché l’unico posto che conta è il cuore di Dio; lì noi staremo per sempre, non perché abbiamo faticato per raggiungerlo, ma in virtù di un amore che ci ha raggiunto e ha dato la Sua vita in riscatto per molti.

“Signore,

oggi mi chiami a cercare il mio posto.

Non è un ruolo,

o qualcosa per cui lottare,

è un posto preparato per me da sempre:

il tuo cuore.

Sostienimi nell’incertezza,

supporta la mia fatica

e aiutami affinché il tuo amore

dia ristoro alla mia insicurezza,

così da rendermi conto che

nel tuo cuore sono stato raggiunto,

amato, servito e perdonato

da sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)