Le parole “vendere” e “comprare” ci suonano strane nel vangelo di oggi, perché la vera ricchezza del cuore di ciascuno è Dio, che è puro dono. Il vero tesoro non si confonde con nulla di materiale, è Qualcuno, è la stessa persona di Gesù che dà alla vita umana un valore immenso. Egli è un tesoro nascosto, non è immediatamente visibile perché Dio non si impone mai, lascia che l’uomo sia libero di cercarlo, di corrispondere liberamente al suo amore. Trovato il tesoro non si può che essere presi dalla gioia, e questa diventa la spinta per scegliere e continuare a cercare. Vendere, allora non significa dare via le proprie cose, ma orientarci verso un grande investimento basato sulla fiducia in Dio. Non un’occasione “una tantum”, bensi un campo che Dio ci dà da coltivare per tutta la vita, affinché troviamo il nostro tesoro: una vita nell’amore.
Il cristianesimo non si gioca sulle rinuncie o sui sacrifici, non si tratta di meritare, si tratta di accogliere, cercare, scoprire un tesoro di vita: Dio in me, pienezza d’umano. Un tesoro seminato nel mondo intero, perché ogni uomo lo possa trovare; un tesoro simile al regno dei cieli, perché tutti gli uomini ne siano partecipi; un tesoro che non è mai solo per me. Scrive S. Weil: “Cresce in me la convinzione di portare un tesoro d’oro fino che devo consegnare agli altri”. Questo è l”unico vero e fruttoso investimento su cui ogni cristiano può veramente contare.