Trovare

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GIOVEDÌ FERIA PROPRIA DEL 4 GENNAIO

Si! “Abbiamo trovato il Messia”, in realtà ciò è accaduto perché Lui ci è venuto incontro, ci aveva gia guardati, fissati e in quello sguardo colmati di amore. Non un Dio lontano, ma un Dio che vuole prendere dimora in noi, cosi che lo possiamo trovare sempre presente.

Un Dio con noi, un Dio per noi, un Dio dentro di noi. Non dobbiamo cercarlo in nessun altro posto, se non nella nostra interiorità.

Il verbo “trovare” fa spesso riferimento a qualcosa che si cerca o si desidera, ma esprime anche l’incontrare.

Dio si fa trovare proprio per incontrarci, venirci incontro, oggi, in questo preciso momento.

Forse non riusciamo a comprendere appieno la portata di questo movimento, eppure è l’unico che può cambiare in maniera radicale la nostra vita. Papa Benedetto XVI nella Deus caritas est afferma: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (n. 1).

“Signore,

fa che anch’io possa dirti di averti incontrato.

Aiutami a trovare il Tuo sguardo,

perché è il Tuo sguardo che mi fa vivere.

Cammino nel corso del tempo,

e spero Tu mi guardi,

e non ti perdi ogni mio passo,

guardami, sono qui,

e nel mio cuore

sento che ho bisogno di Te.

E Tu ora che mi hai trovato,

tienimi sempre accanto a Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Tesoro del campo

Tesoro del campo

 

30 LUGLIO 2023

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Re 3,5.7-12

Salmo: Dal Sal 118 (119)

Seconda lettura: Rm 8,28-30

Vangelo: Mt 13,44-52

Le parabole del Vangelo di oggi, non mettono in risalto le cose preziose quali il tesoro o la perla, bensi l’azione di scoprire, trovare. Come se Gesù dicesse: il regno dei cieli è simile a quando un uomo scopre un tesoro e pieno di gioia vende tutto quello che possiede per poterlo avere. Così, l’uomo non è chiamato a lasciare tutto per il Regno dei cieli, ma lascia tutto in vista dalla gioia di una scoperta che gli colma il cuore.

Il cuore cerca il suo tesoro. Il tesoro non è solo una ricchezza, ma la scoperta di una potenza d’amore che conquista e trascina, potenza che viene dall’amore misericordioso di Dio che, prevalendo su tutto, rende libero il cuore con la gioia che dona. Una gioia che fa attraversare tribolazioni e prove pur di non perdere mai l’amore, pur di far arrivare a tutti l’amore. È per questo che l’immagine del tesoro rende bene la natura del Regno annunciato da Gesù.

“Signore,

aiutami a trovare Te

come tesoro nel campo del mio cuore.

Fammi capace di lasciare tutto lo spazio,

affinché Tu resti in me.

Sostienimi quando nella fatica: cercare, lasciare e trovare,

mi sembra così difficile.

Fammi scoprire il tesoro che mi hai preparato,

quel pezzo di cielo che non ha prezzo: il Tuo amore,

poiché è già mio, preparato da Te da sempre”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Perdutamente amati

perdutamente amati

 

MARTEDÌ 06 DICEMBRE 2022

SAN NICOLA, VESCOVO – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 40,1-11

Salmo: Sal 95 (96)

Vangelo: Mt 18,12-14

Nel Vangelo di oggi, leggiamo che il Signore viene a cercare i piccoli e i persi, ma quando la pecora dispersa siamo noi, facciamo fatica a crederci.

Eppure il Signore rassicura che non esiste un tempo in cui non ci cercherà, scenderà dal monte e verrà a valle a cercarci: cosa faremo in quel momento? Forse ci verrà da piangere, perché nonostante tutto Gesù è venuto a dirti: sono qui.

Quando ci sentiamo soli e abbiamo timore di sbagliare, crediamo che Lui è con noi non perché siamo stati i migliori, ma perché ci siamo persi. Sembra paradossale, quasi un “premio” per i nostri peccati. È possibile davvero che Dio ci ami così? Si! Dio è venuto affinché ciascuno di noi avesse almeno Qualcuno su cui contare. Le pecore “giuste” sono sul monte e sono già al sicuro, per questo il pastore scende per toglierci dal pericolo, dal rischio di cadere ancora più in fondo, per aiutarci a riconoscere che la cosa da toccare sempre più a fondo, fino in fondo è il Suo amore.

Torneremo sul monte con Lui attraverso la nostra stessa croce, ma essa non ci scaraventerá più a terra, perché ora c’è Gesù a portarla con noi. Il nostro è un cammino in salita, mai soli ma con Lui, non siamo più dei dispersi, siamo amati, perdutamente amati da Dio, e quel giorno in cui da persi ci scopriremo perdutamente amati, sarà un giorno grande poiché ci troveremo già su sul monte a raccontarlo.

 “Signore sono qui, mi vedi?

Vienimi a cercare, tendimi la mano.

Vorrei solo poter sentire la tua voce dire: sono qui.

Tu sei la forza che cercavo

e non smetterò mai di chiederti: vieni qui

così che il mio dolore abbia un senso

e l’unico è sapere che non sono solo

ma sono con Te,

solo allora il mio cuore troverá sollievo,

perché saprò che non sono più un disperso

e potrò risponderti: sono qui, anch’io”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

La strada per chiedere, bussare e cercare

La strada per chiedere, bussare e cercare, è nello Spirito Santo.

06 OTTOBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA XXVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gal 3,1-5

Salmo: Lc 1,68-75

Vangelo: Lc 11,5-13

Durante il corso della nostra vita, accade qualcosa per il quale siamo spinti a chiedere, cercare, bussare, ed è proprio in quelle azioni che il Signore ci assicura di esserci.

Può mancarci la “terra sotto i piedi”, possiamo trovarci soli in difficoltà o in affanno, ma il Signore non ci abbandonerá, perché è Padre e come tale, indirizza, indica la via. Ci fa un dono alla base della nostra ricerca: lo Spirito Santo.

La strada per chiedere, bussare e cercare, è nello Spirito Santo. Esso non è solo una luce per domandare meglio le cose, ma è la terza persona della Trinità, ovvero: il dono di se stesso.

Con Lui e per mezzo di Lui, ogni giorno possiamo credere di attraversare ciò che viviamo, non da soli, e quando ci mancheranno le forze per chiedere, bussare e cercare, Lui ci sarà sempre.

Un padre non si dimentica dei suoi figli, neanche quando essi sono in silenzio. Siamo parte di qualcosa di più grande delle nostre forze, delle paure e dei nostri desideri e questa è una garanzia, perché vuol dire che a monte c’è sempre per noi una forza, un conforto, un desiderio di bene, proveniente dal cuore del Padre, che niente, nemmeno il peccato potrà mai cancellare.

Lo Spirito Santo ci conduce per le strade del mondo, parlandoci di Dio, rassicurando il nostro cuore e donando luce su dove sia bene chiedere, bussare e trovare. Sia il Suo amore a condurci in ogni istante e la Sua forza in ogni circostanza.

“Signore,

sostieni ogni mio passo

e donami la forza di credere nella Tua presenza.

Quando vacillo rassicura il mio cuore,

se sbaglio, perdonami.

Fa che il Tuo amore sia la risposta

al mio cercare, bussare e trovare,

affinché camminando non perda mai la strada

e riconosca in Te la via da proseguire,

la verità su cui ritornare

e nel tuo cuore un posto dove abitare”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Cercare e trovare

 

cercare e trovare

 

27 LUGLIO 2022

MERCOLEDÌ DELLA XVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ger 15,10.16-21

Salmo: Sal 58 (59)

Vangelo: Mt 13,44-46

 

Parafrasando il Vangelo di oggi, potremmo dire che il regno dei cieli è un dono da cercare e dopo averlo trovato, bisogna averne cura come quando si tiene ad una cosa rara, tanto da tenerla per sé, l’unica differenza è che sarà sempre un dono per tutti.

Il regno dei cieli è quel dono unico, dato a tutti, ma personale per ciascuno di noi, perché ognuno scoprirà il suo momento: quell’incontro che tocca il cuore e ci fa rendere conto della presenza di Dio.

Il regno dei cieli è qui, dirà Gesù in un altro brano del Vangelo, è vicino a noi, poiché Egli ci è accanto ogni situazione, anche quelle dolorose, dove il cielo sembra essere così distante.

Se c’è una persona che unisce cielo e terra, è proprio Gesù, un volto umano con il cuore di Dio, le cui mani si alzano al cielo, verso il Padre per implorare, pregare, benedire e ringraziare.

Questo tesoro noi l’abbiamo cercato ovunque, alcuni l’hanno trovato, altri sono ancora in ricerca, e quello che accomuna tutti è essere pellegrini del cielo con i piedi per terra. Per quanto sia difficile la vita, essa ci condurrà al nostro cuore, attraverso cui potremmo trovare il cuore pulsante di Dio.

“Signore, ti cerco,

i miei piedi camminano, ma sono piccoli i miei passi.

A volte inciampo, cado e torno indietro,

ma non mi stanco

desidero trovarti.

In me c’è l’animo del cercatore,

come qualcosa che mi attira a proseguire per trovarti.

Ogni giorno mi fermo e ricomincio.

Cercare Te è cercare me stesso,

ovvero quella parte di me, che hai già trovato

e che mi spinge ad andare avanti

per ricongiungerci

e poter vivere eternamente insieme”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Fragilità e misericordia si sono incontrate

 

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15 LUGLIO 2022

VENERDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 38,1-6.21-22.7-8

Salmo: Is 38,10-12.16

Vangelo: Mt 12,1-8

 

I discepoli hanno fame come l’umanità affamata, con i suoi bisogni e ci siamo anche noi, con le nostre fragilità e paure ed il Signore ci è accanto.

C’è un’unità di fondo che unisce Dio e l’uomo, che a volte si manifesta persino nella mancanza, e ci troviamo in ricerca, perché l’unica cosa necessaria sia cibarsi di Lui, poiché come i discepoli non sappiamo stare senza pane.

Gesù è il pane della vita, l’invito è mettersi dinanzi a Dio così come siamo, affinché ogni nostro errore, fragilità o mancanza sia abbracciata, dalla Sua Misericordia.

Come il grano è un elemento del pane, così la Misericordia è un tratto del volto di Dio. I discepoli si trovano a cibarsi di un perdono capace di saziare quella fame profonda, e da esso uscirne rinnovati.

Quel sabato non sarà un giorno come un altro, ma ne verrà celebrato il ricordo, sarà letto come un racconto in cui Gesù difenderà i suoi, ma nella memoria del cuore, ciascuno sentirà risuonare in sé il sapore del pane, luogo dove fragilità e Misericordia si sono incontrate.

“Signore,

affido alle Tue mani la mia vita.

Essa è fatta di fatiche e sbagli

di cui a volte vorrei cancellarne il ricordo.

Di una cosa sono certo:

Tu non smetterai mai di credere in me.

Guardando al mio cammino,

comprendo quanto la mia fragilità

possa essere un luogo d’incontro con te.

Oggi voglio guardarmi come mi guardi Tu

e fidarmi della Tua speranza.

Se cado mi rialzerò, se inciampo Tu ci sarai

e quando non ti sentirò

tornerò a cercarti,

perché sei Tu il primo ad avermi ritrovato”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Nel Tuo cuore, la mia speranza

 

Nel Tuo cuore,la mia speranza

 

VENERDÌ 24 GIUGNO 2022

SACRATISSIMO CUORE DI GESÚ – SOLENNITÀ – ANNO C

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ez 34,11-16

Salmo: Sal 22 (23)

Seconda lettura: Rm 5,5b-11

Vangelo: Lc 15,3-7

 

Nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù, il Signore ci parla di quanto gli stiamo a cuore! Egli recupera la pecora smarrita, perché non vuole che resti persa per sempre e attraverso quello smarrimento possa fare esperienza di Qualcuno: Dio, pronto a recuperarla.

Il Signore ci ama tanto, profondamente, con tutto il cuore e desidera farci conoscere quest’amore che dona tutto se stesso, perché per Lui ognuno di noi è la Sua gioia.

Dinanzi al suo Sacro Cuore, apriamogli il nostro e preghiamo con fede viva:

“Signore,

oggi a parlare al Tuo cuore, desidero sia il mio.

Cosa aggiungere che Tu non sai?

Eppure il mio cuore ha bisogno di dirti,

perché tutto quello che sento, provo e vivo

sia davanti a Te.

Aiutami a camminare, a rimanere forte

e dove non ce la faccio, ti prego,

sii Tu la mia forza.

Spesso vorrei urlare: “vienimi a cercare”,

ma se sono qui a parlare con Te

e perché mi hai trovato.

E allora voglio dirti grazie,

perché non mi hai lasciato solo.

Hai voluto credere in me e amarmi.

Ad un cuore trafitto solo l’Amore può parlare,

ed il Tuo è capace di irrorare

ogni dolore, ferita e fatica.

Gesù, confido nel Tuo amore,

confido nella Tua forza,

nel Tuo cuore ripongo la mia speranza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)