Effatà

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08 Settembre 2024

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

“Effatà”, cioè: “Apriti!”. Effatà, una parola sanante, perché rispetto al mistero di Dio e della vita siamo come sordomuti: non sappiamo né ascoltare né parlare ‘bene’. I gesti e le parole di Gesù sono segni che alludono a quell’apertura completa verso Dio. Il gesto di toccare gli orecchi e le labbra è diventato un rito specifico battesimale.

Tuttavia la guarigione non mostra solo un potere di Gesù, ma indirizza il cuore e apre alla fede, verso il mistero più grande che Gesù rivela: la grandezza dell’amore del Padre per tutti gli uomini. Effatà diventa un inno di lode e di vita, un’apertura del cuore per vivere un’alleanza di amore con Dio che si è preso cura di me.

La lode sposta il baricentro dell’uomo, dal “sè”, al “Tu”, al “tutti”, è un’apertura al Dio della vita che desidera che questa circoli colma di amore.

Apriti a Colui che fa attento il tuo orecchio, ti dona di ascoltare la sua parola, ti mette in relazione con tutta la creazione. Ascolta e parla, esprimi tutta la gratitudine che il tuo cuore contiene per lo stupore e la meraviglia di questo Dio che: “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!”. Diventa lode e trasparenza della bellezza dell’amore di Dio per il mondo.

“Signore,

dal profondo del tuo cuore un grido: Effatà!

Un nodo si scioglie,

i suoni ricominciano,

sento quelli lontani indistinti

e poi la tua voce chiara:

Effatà! apriti alla vita!

Eccomi Signore, cura il mio cuore dalla sordità dell’indifferenza,

dalla chiusura al mondo,

curami affinché ti possa ascoltare

e sciogli dal mio cuore la sua durezza.”

(Shekinaheart eremo del cuore)