“Effatà”, cioè: “Apriti!”. Effatà, una parola sanante, perché rispetto al mistero di Dio e della vita siamo come sordomuti: non sappiamo né ascoltare né parlare ‘bene’. I gesti e le parole di Gesù sono segni che alludono a quell’apertura completa verso Dio. Il gesto di toccare gli orecchi e le labbra è diventato un rito specifico battesimale.
Tuttavia la guarigione non mostra solo un potere di Gesù, ma indirizza il cuore e apre alla fede, verso il mistero più grande che Gesù rivela: la grandezza dell’amore del Padre per tutti gli uomini. Effatà diventa un inno di lode e di vita, un’apertura del cuore per vivere un’alleanza di amore con Dio che si è preso cura di me.
La lode sposta il baricentro dell’uomo, dal “sè”, al “Tu”, al “tutti”, è un’apertura al Dio della vita che desidera che questa circoli colma di amore.
Apriti a Colui che fa attento il tuo orecchio, ti dona di ascoltare la sua parola, ti mette in relazione con tutta la creazione. Ascolta e parla, esprimi tutta la gratitudine che il tuo cuore contiene per lo stupore e la meraviglia di questo Dio che: “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!”. Diventa lode e trasparenza della bellezza dell’amore di Dio per il mondo.
“Signore,
dal profondo del tuo cuore un grido: Effatà!
Un nodo si scioglie,
i suoni ricominciano,
sento quelli lontani indistinti
e poi la tua voce chiara:
Effatà! apriti alla vita!
Eccomi Signore, cura il mio cuore dalla sordità dell’indifferenza,