VENERDÌ DELLA XXXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Può sembrare veramente una nota stonata il padrone che loda l’amministratore disonesto, tuttavia viene lodato per la sua scaltrezza, perchè ha saputo interrogarsi sul senso della vera ricchezza e ha usato i beni materiali per crearsi un incremento d’umano, instaurare relazioni, farsi degli amici che lo accolgano.
Quell’amministratore comprende che l’unico modo per salvarsi la vita, non è trattenere per sé, ma donare: Tu devi al padrone cento barili d’olio? Scrivi cinquanta.
Quanto siamo e abbiamo non è nostra proprietà, ma strumento per far circolare l’amore. I doni che ciascuno di noi ha ricevuto, sono semi che rendono feconda la vita propria e altrui.
Il Salmo 61 ci fa pregare cosi: “alla ricchezza, anche se abbonda,
non attaccate il cuore”, perché la strada della vita è nel dono, la carità può restituire il bene anche dove c’è stato il male.
Chiediamo al Signore la grazia di aiutarci ad essere buoni amministratori del suo amore, per imparare ad amare, a non donare qualcosa, ma qualcuno. “Tu amerai se ti donerai o se ti unirai interamente ai tuoi doni, anche i più materiali” (Michel Quoist).