Compassione e dono

compassione e dono

SABATO 10 FEBBRAIO 2024

SANTA SCOLASTICA, VERGINE – MEMORIA

Anche oggi come allora, Gesù è attorniato da molta folla che ha bisogno di essere sfamata, di saziare quel desiderio profondo che ciascuno porta in cuore, di vita, di verità, di significato; un desiderio che Gesù ben conosce e non serve nemmeno che gli si chieda qualcosa, perché il suo cuore è già mosso a compassione, è pronto a donare tutto per tutti, dai più vicini ai più lontani, da quelli che lo conoscono poco, a quelli che hanno imparato a conoscerlo.

Tutti in Gesù sono invitati a trovare una pienezza di vita. Simbolico è il numero sette dei pani: indica la perfezione la pienezza delle opere di Dio. A questo Dio che dona tutto, si contrappone la paura dei discepoli, preoccupati del poco che hanno, ma Gesù non toglie nulla, Lui moltiplica, e lo fa a partire da quel poco che c’è.

Mettere a disposizione quanto siamo e abbiamo, questa è la vita del discepolo; se non diamo i nostri sette pani, il signore non può compiere nessun segno, non può moltiplicare, saziare, avanzare.

Nulla va sprecato di quanto viene donato, perché in Lui ogni segno parte dalla quell ‘esperienza di compassione, che ci fa sentire sfamati da quell’amore che non avrà fine e che oggi come ieri, è venuto a toccare te.

“Signore,

Tu lo senti,

il Tuo cuore ode il mio dolore,

la mia fatica.

Compassione che non è pietà,

è far parte della mia solitudine,

di quello spazio

che mi strapperei di dosso.

Tu tocchi di me, quello che vorrei levare

e il Tuo amore mi trasforma;

lacrime sul mio viso scendono,

le guance non comprendono

se di gioia o di infelicità,

ma nessuna verrà persa da Te,

che hai compassione di me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Dono immenso

dono immenso

 

SABATO 30 SETTEMBRE 2023

SAN GIROLAMO, PRESBITERO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Zc 2,5-9.14-15a

Salmo: Ger 31,10-12b.13

Vangelo: Lc 9,43b-45

Proprio quando tutte le persone che accostavano Gesù pensavano alla sua grandezza, egli annuncia la sua impotenza: metterà la sua vita nelle mani degli uomini.

L’infinitamente grande si fa infinitamente piccolo e si consegna per amore nostro, nelle nostre mani, cosi da rivelarci la sua passione d’amore per noi. Se non comprendiamo l’impotenza di Dio che si consegna nelle mani degli uomini, non possiamo capire quale sia la potenza di Dio e ancora meno, il suo apparente silenzio e la sua apparente assenza nella storia dell’umanità.

L’amore non consiste nel dare cose, ma se stessi. Un dono totale di consegna all’altro mette in stato di assoluta povertà e impotenza. Da qui si comprende, perché sono necessari la povertà e l’umiltà, l’impotenza e il consegnarsi di Dio nelle nostre mani: perché “Dio è amore” (1Gv 4, 8.16).

Egli è il Figlio, che si consegna per tutti, perché il Padre lo ha inviato per la salvezza del mondo; e mette tutti di fronte al mistero della sua consegna.

Un Dio che si consegna ogni giorno nelle nostre mani, nel segno dell’eucaristia, così nutrendoci di Lui anche noi possiamo vivere consegnati nel suo amore per i fratelli.

“Signore,

sei un dono immenso nelle mie mani

e dicendo: “amen”, affermo me stesso.

“Cosi sia”, “cosi è”, un Dio nelle mie mani,

perché io mi senta nelle Sue.

Ti dono il mio cuore,

tienilo cosi che non cada

e dona alle sue ferite

quel sollievo che solo Tu puoi dare.

Siamo qui io e Te,

non c’è nessun altro,

cuore a cuore, dono a dono

“Amen” mio Gesù”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Tu sei un talento

Tu sei un talento

 

02 SETTEMBRE 2023

SABATO DELLA XXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Ts 4,9-11

Salmo: Dal Sal 97 (98)

Vangelo: Mt 25,14-30

Questa parabola fa pensare a quanto siamo conosciuti da Dio, a quanto Egli si fida di noi da darci i suoi beni perché vengano fatti fruttare, e cosa ancora importante: dona secondo la capacità di ciascuno. Non c’è una omologazione, Dio si rivolge a noi personalmente.

I beni, i talenti a cui si riferisce il Signore non sono le nostre abilità, anche se importanti, il talento è qualcosa di più profondo: siamo noi stessi, dono d’amore di Dio. Nella misura in cui viviamo la vita come dono, questo talento si moltiplica: l’amore diventa risposta all’amore, diventa partecipazione alla gioia del padrone, o meglio ancora si trasforma in partecipazione della gioia che il Padre dona ad ogni figlio, ed è come se a ciascuno dicesse: tu sei stato fedele nel poco, e io ti darò molto. Tu sei stato fedele secondo le tue forze, e io ti colmeró della mia forza, della mia gioia.

Quando voglio tenermi come sono, possedermi, in me l’amore muore, il mio talento viene sepolto, mi nego la possibilità di rispondere al dono ricevuto. Per una paura infondata perdo fiducia e talento, perdo vita.

I talenti sono diversi per ciascuno. Noi siamo tutti diversi. Ognuno è altro dall’altro, quindi per incontrarlo deve uscire da se stesso. Questo movimemto di accogliere l’altro, diventa una spirale d’amore che si espande, e l’energia che la muove, trova la sua sorgente nel cuore di quell’uomo che parte, vuole fare un viaggio per raggiungerci tutti, per dirci: tu sei il mio talento, e tu sei talento al tuo fratello, al tuo amico, al tuo vicino, tu sei il talento amato e moltiplicato.

“Signore ti offro me stessa,

quella che sono, i miei sbagli,

le mie cadute e i miei errori.

Non sono talenti,

anzi, è tutto ciò che forse non vorrei darti,

ma in me c’è anche questo,

e piuttosto che tenerlo,

lo affido alle tue mani

sapendo che me lo ridarai purificato,

amato e benedetto

ed allora il dono più grande non sarà più il mio peccato,

ma il ringraziamento per avermi dato una vita

in cui possa essere salvato sin da ora,

perché sono amata da Te.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Gettare

gettare

10 GIUGNO 2023

SABATO DELLA IX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Tb 12,1.5-15.20

Salmo: Da Tb 13

Vangelo: Mc 12,38-44

Gesù “Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete”. Tutto parte da uno sguardo e Gesù ne fa un’insegnamento per i suoi discepoli.

Questa povera donna, avanza nella sua poverta e getta solo due piccole monete, non fa rumore, non si fa notare agli occhi dei più grandi. A Gesù invece non sfugge, anzi la indica come colei che è capace di fare un vero dono, di dare gloria al Signore, perché offre tutto quello che aveva per vivere, seppure gli arrechi sofferenza.

Questo gesto, viene indicato da Gesù come l’immagine dell’amore che sa rinunciare anche a ciò che è necessario. Qui Il signore non ci chiede di soffrire oltre misura, ma ci indica la via della libertà e della semplicità, che deve caratterizzare la nostra vita, per non cadere nel tranello della vanità e della vacuità. Esse possono trarci in inganno quando celano il desiderio di ricercare, onori e approvazioni altrui, ostentando la propria immagine.

Andiamo a Gesù offrendogli tutta la nostra povera vita, le nostre povertà, perché riconosciamo che tutto ciò che siamo e abbiamo è dono suo, e Gesù vedrà l’invisibilità di quel dono, in quanto non è stato donato altro, se non semplicemente amore.

“Signore il tuo invito:

“Getta nel Signore il tuo affanno ed Egli ti sosterrà”

lo sento in linea per me.

Aiutami a gettarmi in Te,

a fare di quel gesto che non è un disprezzo,

un confidente abbandono,

perché l’amore “spreca” ma non si perde

e tu, fai di me quella moneta gettata,

così da essere Tuo tesoro, offerto e donato sempre.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Figlio di Davide

Figlio di Davide

 

09 GIUGNO 2023

VENERDÌ DELLA IX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Tb 11,5-17

Salmo: Dal Sal 145 (146)

Vangelo: Mc 12,35-37

Nel Vangelo di oggi Gesù pone una domanda: “Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide?”.

Essere figlio di Davide significava essere discendente di un grande re, quindi avere potere su popoli e nazioni.

Israele attendeva il figlio di Davide, il Messia, colui che instaura il regno di Dio, si aspettava un Messia potente che vincesse tutti i nemici e facesse trionfare i buoni.

Invece il potere di Gesù è molto diverso, non corrisponde a quei canoni pensati. Il potere di Gesù è quello di mettersi nelle mani degli uomini, non quello di tenerli in mano.

Dio rivela tutto il suo potere dando la sua vita, mettendola nelle nostre mani.

A volte anche noi veniamo presi dalla brama di avere un piccolo potere, di possedere più di quello che ci serve, e magari di possedere un po’ di Dio, ma Dio non si possiede, poiché si dona.

Noi infatti, viviamo di ciò che riceviamo; la nostra vita è un dono ricevuto e che ci doniamo gli uni gli altri, viviamo di relazioni che non possono essere possedute, perché libere, in quanto dono dell’altro.

Quindi, il modo di Cristo di essere figlio di Davide, il Messia, sarà il modo di regnare di Dio, ovvero di donare amore e dare la vita. Il suo regnare è il potere dell’amore che si compie nel servire.

“Signore, ti prego:

entra a fare parte della mia vita,

così, nella mia fragilità io te la pongo,

affinché Tu nella Tua infinita Misericordia, possa perdonarla,

e dal quel perdono io possa risplendere

di una luce che non è mia,

di una bagliore che sei Tu mio Dio

e che mi permette di sentirmi nella Tua mano,

il mio luogo sicuro, da sempre.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

Per amore

per amore

 

08 GIUGNO 2023

GIOVEDÌ DELLA IX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Tb 6,10-11; 7,1.9-17; 8,4-9

Salmo: Dal Sal 127 (128)

Vangelo: Mc 12,28b-34

L’amore vale più di molti sacrifici, perché quando amiamo qualcuno siamo disposti a sacrificarci. A volte si usa dire che: “per amore facciamo pazzie”. Gesù è proprio stato così, per amore nostro ha fatto la “pazzia” del dono totale di se stesso sulla croce. Noi ci fidiamo, ci abbandoniamo a qualcuno solo quando ci sentiamo amati, protetti, custoditi, e l’amore di Dio per noi è questa totalità.

Gesù ci invita ad ascoltare tutto l’amore che Lui ci ha gia dato, e poi a ridonarlo. Cuore, mente, anima, forze, sono la nostra ricchezza per rispondere a questo Dio, che ci chiede anche Lui di essere amato, perché desidera che ci nutriamo del suo amore così da moltiplicarsi, desidera la nostra felicità, la comunione con Lui: “Non sei lontano dal regno di Dio”.

Amerai il tuo prossimo come te stesso”, quindi amati, vogliti bene, non dimenticare e non disprezzare te stesso, perché  sei amato immensamente da Dio, e con questo amore ama Lui e tutti i fratelli.

Ama ogni vita e farai risplendere l’immagine di Dio che è dentro di te, perché l’amore trasforma ciò che ama, fa “pazzie” per amore, e con S. Caterina da Siena esclamare: “O Dio, pazzo d’amore! / Non ti bastò incarnarti, / ma volesti anche morire! / Vedo che la tua misericordia / ti costrinse a dare anche di più all’uomo, / lasciandogli te stesso in cibo. / E così noi deboli abbiamo conforto, / e noi ignoranti smemorati / non perdiamo il ricordo dei tuoi benefici.”

“Signore,

insegnami ad amare

come hai fatto Tu: con tutto te stesso.

L’amore non ha senso

se non prende tutto di noi,

se scarta ed annulla non è amore,

è illusione di affetto,

che tanto pretende e divide,

che rimane una fiamma smorta

e io invece voglio amare

della stessa Tua fiamma

che in croce

Ti ha reso vivo e mi ha reso vivo,

perché l’amore fa vivere”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“Non è ancora giunta la sua ora”

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24 MARZO 2023

VENERDÌ DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sap 2,1a.12–22

Salmo: Sal 33 (34)

Vangelo: Gv 7,1-2.10.25-30

Le ostilità verso Gesù si fanno sempre più aspre tanto che vogliono arrestarlo, ma “non è ancora giunta la sua ora”, ovvero quel momento fissato dal Padre per il compimento dell’opera di salvezza.

Gesù resta in balìa del giudizio delle persone e della loro ira. Attenderà la Pasqua, la grande ora nella storia del mondo, l’ora della redenzione, dove consegnerà la sua vita e il tempo sarà compiuto.

È questa l’ora dell’amore, un dono supremo, un sacrificio grande e perfetto, più di così non avrebbe potuto amarci!

Tutta l’umanità è salvata. La nostra vita spirituale, progredisce a partire dalla scoperta di essere già dei salvati, da ora e per tutto il nostro futuro. Non abbiamo fatto nulla per meritarcelo, è tutto puro dono di grazia.

O meravigliosa grazia! Ci fa ricevere il bene da Dio, la misericordia, la sua pace, la sua Presenza. La grazia ci fa avere la promessa, che Dio non ci lascerà mai.

Nulla succede invano, e nessuna situazione in cui l’essere umano si trova immerso, è completamente refrattaria all’amore. Il Signore viene incontro a tutti, nessuna vita è sbagliata, Gesù ama e si dona. Il nostro futuro allora, è vivere da salvati, perché pensati dall’eternità nel disegno di amore di Dio; pensati in quell’ora di Gesù dove tutto si è compiuto per noi.

“Per me, Signore,

hai offerto la tua vita.

Per me, Signore hai sofferto,

così che fossi salvato una volta per tutte,

nonostante continui a inciampare.

Per Te, sono qui

ai piedi di quella croce che è la nostra,

dove Tu innalzato,

distendi le tue braccia e chini il capo verso di me.

Io ti affido il mio cuore, crocifisso dai dolori della vita,

ma con tanta voglia di riscatto,

di staccarmi da quella croce e andare via.

Una croce che Tu hai accettato, affinché io potessi andare

e vivere una vita da salvato,

con i segni di un amore che mai finirà,

perché è una vita sotto il segno della croce.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Amare

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04 MARZO 2023

SABATO DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Dt 26,16-19

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Mt 5,43-48

Amare i nostri nemici è un comandamento molto forte, deciso. Come possiamo fare se a volte facciamo fatica ad amare anche noi stessi?

Amare chi è amabile, non rivela niente, dice solo normalità.

Per Dio, invece, proprio nel nemico, si rivela la gratuità assoluta dell’amore. Infatti, quando eravamo ancora peccatori Cristo morì per noi, come scrive San Paolo nella Lettera ai Romani (Cfr. Rm 5,5-6). Quindi l’amore del nemico rivela l’essenza stessa di Dio: amore gratuito, dono del suo Spirito di vita, perché tutti abbiano la vita.

Dio ci ama tutti perché siamo suoi figli, non perché abbiamo fatto qualcosa di speciale, di buono, o abbiamo delle caratteristiche o delle doti particolari. Il più delle volte siamo creature fragili che sbagliano, che lottano per vivere, che si impegnano e provano ad andare avanti fidandosi del suo amore.

Dio ci ama per come siamo. Solo a partire da questa esperienza di sentirci amati, accolti e perdonati che possiamo vivere la pienezza di essere noi stessi, possiamo provare ad amare gli altri di amore libero e gratuito.

Come nel dono della vita di Gesù abbiamo l’esempio per amare tutti, così dalla preghiera attingeremo la forza di realizzare questo, per sentirci figli dello stesso Padre, che con il suo sole riscalda il cuore di ognuno, e con il dono della pioggia irriga i germogli di tutta l’umanità.

“Signore,

ti rendo grazie perché

mi ami così come sono,

perché hai messo nel mio cuore

la possibilità di amare come Te.

Aiutami a realizzarlo,

fa che sia un dono

e che ti sia gradito,

non per restituirti qualcosa,

ma per fare della mia vita

una riflesso della Tua”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Perdonare per dono

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25 FEBBRAIO 2023

SABATO DOPO LE CENERI

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 58,9b-14

Salmo: Sal 85 (86)

Vangelo: Lc 5,27-32

Gesù è venuto per noi, che in fondo, un po’ peccatori lo siamo tutti, a volte l’unica differenza è riconoscersi come tali. Non sì tratta di dirlo in giro, ma di dirlo a Dio, di andare a Lui con tutto il cuore, così come siamo e vivere di  quella libertà, che solo Lui ci può dare.

Sbagliare è una gabbia da cui il Signore vuole liberarci per farci vivere meglio, ovvero, vivere alla luce di un amore in grado di rialzarci anche quando siamo a terra.

Il perdono è un dono che Dio ci dona, affinché oltre al senso del peccato, viva e permanga in noi il senso della grazia. Lasciamoci amare da Lui persino nel nostro peccato, respiriamo davvero cosa l’amore è capace di fare: trasformare quell’errore in occasione di grazia.

“Signore,

come un cieco vagavo alla ricerca di qualcosa,

e sbagliando strada, avevo paura di essermi allontanato da Te.

Eppure Tu, mi sei venuto incontro,

e accompagnandomi nel cammino

mi hai sostenuto.

Ora che ti ho riconosciuto,

desidero dirti grazie,

perché Tu sei un Dio fedele

persino a me, anima fragile,

che però ora sa in chi posare il suo cuore

e che con tutte le sue forze, desidera non sbagliare più.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

 

“La tua ferita si rimarginerà presto”

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24 FEBBRAIO 2023

VENERDÌ DOPO LE CENERI

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 58,1-9a

Salmo: Sal 50 (51)

Vangelo: Mt 9,14-15

Oggi prendiamo spunto dalla prima lettura, che ci aiuta a comprende bene il periodo quaresimale appena intrapreso.

“La tua ferita si rimarginerà presto”. Ecco la promessa di Dio ai suoi figli, ecco il respiro profondo del suo amore che passa attraverso le nostre ferite.

Cerchi Dio? Non andare lontano, vai nella tua ferita, in quella fragilità che tanto allontani, in quel dolore che non lascia spazio ad altro, lí vi troverai Lui in grado di sanartela. Vi troverai un Dio pieno di amore chianarsi su di te, affinché passi presto.

Come un Padre, come un fratello, come amico, Egli è presente perché sa cosa hai vissuto. Lui ha fatto della Sua vita un’offerta, si è lasciato “ferire” per fare della sua vita un dono totale di amore. Non devi neanche proferire parola, ci sarà Lui a farti coraggio, per perseverare con la sua fiducia.

Non temere, perché il Signore è con Te. Non ti lascerà, non ti abbandonerà, e ogni ferita non sarà dimenticata ma accolta, fasciata da Colui che ora, in questo momento, è chino su di te.

“Dinanzi a Te,

affido la mia vita e ogni mia ferita.

Passerà presto, Tu lo dici

ed in queste parole metto tutta la mia speranza.

Non c’è nulla di me che Tu non sappia,

ed io allora sto in silenzio davanti a Te,

per contemplare il tuo amore,

fasciare il mio cuore,

ed ogni suo dolore.”

(Shekinaheart eremo del Cuore)