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Domande alla ricerca di uno spazio
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: At 25,13-21
Salmo: Sal 102 (103)
Vangelo: Gv 21,15-19
Le tre domande che Gesù pone a Simone, sono le stesse che Egli fa anche a noi.
“Mi ami più di costoro?”
“Mi ami?”
“Mi vuoi bene?”
Per quanto la risposta di Simone sia simile, queste tre domande sono diverse.
Dovremmo chiederci: e noi come avremmo risposto? Nel corso della vita viviamo di domande, esse sono il motore che ci stimolano a capire, costruire la nostra identità, la nostra coscienza e ci fanno crescere.
Oggi l’invito è fermarci alle risposte, ogni azione è una risposta a qualcosa, e la questione che Gesù smuove, anzitutto riguarda il cuore. Solo riconoscendo l’amore di Dio, potremmo trovare la forza per amare in ogni circostanza.
Queste tre domande rappresentano l’amore che Dio ha per noi: senza misura e più di tutti, ed è soprattutto capace di farsi comprendere, affinché riconosciuto possiamo fare altrettanto.
Se facciamo dell’amore di Dio la sorgente della nostro agire, ogni azione sarà una risposta visibile di quanto siamo chiamati alla bellezza, non quella estetica, apparente, finita, ma quella infinita, di un amore ricevuto non per i nostri meriti, ma per un dono Suo.
Qualsiasi sia la nostra risposta, Egli ci invita a seguirlo, perché l’amore non si impone ma propone, apre le strade e se anche fosse fragile, nelle Sue mani sono le nostre mani e il cuore, per condurci verso un luogo sicuro, dove poter ricevere e donare amore: il cuore stesso di Dio.
“Seguimi”! L’Amore chiama ad agire, ad uscire da noi stessi per donarsi e diffondere nel mondo una risposta di pace, bontà e Misericordia, a tutte quelle domande che cercano ancora uno spazio in noi.
Sei un miracolo
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Gc 4,13-17
Salmo: Sal 48 (49)
Vangelo: Mc 9,38-40
Il Vangelo di oggi, ci invita a riflettere che nonostante nella vita sia difficile pensare di compiere dei miracoli, dobbiamo però credere che ogni nostro atto diventa tale nella misura in cui sappiamo dargli il nome giusto: Gesù.
Sovente compiamo azioni che ci sembrano pesanti, a casa, al lavoro, attorno a noi, tanto da perderne a volte le motivazioni, Gesù è venuto a dirci che la nostra motivazione è Lui.
Il vero miracolo che possiamo fare è riconoscere quel nome capace di ridare significato all’agire, perché non c’è miracolo più grande che quello della vita, dunque, se essa fatta di piccoli atti quotidiani sarà vissuta nel nome di Colui che ce l’ha donata, sarà davvero un miracolo!
Come possiamo rendere concreto l’agire nel Suo nome? Significa mettere nel nostro quotidiano il nome di Dio e le caratteristiche che fanno pensare a questo nome, ovvero: la misericordia, la bontà, la pazienza, la pace, la determinazione, la forza e il coraggio. Nel Suo nome è racchiuso tutto il bene che si possa pensare ed è da esso, che attingiamo la forza del nostro operare.
“Signore donami la forza di agire bene
e trarre da Te il coraggio per il mio quotidiano.
Aiutami a essere strumento riconoscibile del tuo nome.
Dammi la saggezza di compiere ogni azione
con lo stesso spirito che colgo in te ed essere un dono.
Sostienimi quando la fatica prende il sopravvento
e rendimi capace di riconoscere il Tuo perdono.
Di fronte al mondo, Tu mi dici che sono un miracolo
e mi consegni una vita,
per dire a tutti che, così come sono,
con te o Dio, ce la farò! Così sia”.
(Shekinaheart Eremo del Cuore)