Credere

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06 APRILE 2024

SABATO FRA L’OTTAVA DI PASQUA

Il Vangelo di oggi, ci invita a renderci conto di quanto non è scontato credere, anche dinanzi a degli annunciatori pronti a dire che il Signore è risorto: il rischio è di non credere fino in fondo.

Sono passati tanti anni, eppure noi siamo ancora così… increduli!Crediamo a tante cose, ma su Dio non sempre la fiducia è totale, non lo possiamo vedere, né sentire, come credergli fino in fondo?

Magari il nostro cuore vorrebbe, ma le delusioni, le fatiche spesso lo chiudono alla relazione con Dio. Ecco che forse il tempo di Pasqua ci può aiutare; se prima abbiamo fatto fatica a credere a Gesù, che mutava l’acqua in vino, che guariva i malati, e in ultima analisi, se la nostra storia passata non ha dato a Dio un posto, ora ci viene consegnata un’occasione per credere in Gesù risorto.

Credere non in un futuro, ma in quel presente già preparato nel passato di Dio, e che per te, apre un nuovo futuro. L’evento della Risurrezione ci permette di poter “frequentare” un Gesù risorto, che a tutte le morti ha dato un senso, ha dato luce; persino il nostro non credere tenebroso, ha visto la luce di Dio, è avvolto dall’amore del risorto.

Non vi sono più preoccupazioni su come credere, perché il “come” è Lui, e quel “volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”, diventa lo sguardo che Lui volge a noi trafitti dalla vita, ma il suo sguardo è quello di un uomo risorto. Allora poniamo in Lui quella fatica di non credere mai abbastanza, lasciamo che la Sua luce invada il nostro cuore, così da poter scorgere quello sguardo, vivere di quella luce, credere e portare altri a credere in Dio.

“Signore,

aiutami a vedere il Tuo sguardo posarsi su di me,

Tu luce risorta,

illumina la mia oscurità.

Tu hai fiducia in me,

il Tuo amore non mi abbandona,

mio Dio, fa che queste convinzioni

scendano nel mio cuore,

affinché possa dire: credo.

Signore aiutami a credere in Te,

perché so che posso

grazie alla Tua forza.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Beati noi

 

beati noi

 

07 SETTEMBRE 2022

MERCOLEDÌ DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 7,25-31

Salmo: Sal 44 (45)

Vangelo: Lc 6,20-26

 

Oggi il Signore ci parla direttamente, non fa uso di parabole, alza gli occhi ed esclama: “beati voi quando…” e se leggiamo attentamente il testo, vedremo che alle beatitudine non corrisponde una descrizione di gioia, anzi di povertà, fame e pianto. Ovviamente il Signore non vuole dirci che siamo beati quando soffriamo, ma beati quando nonostante quelle situazioni, riusciamo a riconoscere il regno di Dio, la sazietà e la gioia che provengono da Lui. È come se il Signore ci invitasse a fare un passo in più di consapevolezza, ovvero credere che in qualunque circostanza la mano di Dio non si allontanerà mai dalla nostra, e ogni fatica non sarà mai vissuta nella solitudine, bensì con un Dio che ha cura di noi.

La tendenza in cui si può cedere è il “guai” con cui ci avverte Gesù, ossia cercare la ricompensa, la consolazione, non perché sia sbagliato e se il Signore ce ne parla, è perché conosce pienamente l’animo umano, ma in quanto è temporanea, limitata nel tempo e lascia quel sapore di “finito” che non tiene libero il cuore dell’uomo, ma lo rende dipendente.

Dio ci ha creato per una libertà che si manifesta proprio nella fatica, nella povertà e alzando gli occhi al cielo, abbiamo il dono di incrociare lo sguardo del Signore e provare quella pienezza e forza di Dio che Egli desidera per tutti noi.

Siamo creati per essere beati, per renderci conto che la nostra beatitudine è nel Signore, attraverso tutto ciò che siamo e facciamo e per credere o tornare a credere in un Dio che vuole solamente dirci: figlia/o la mia benedizione sia sempre su di te, non temere, perché non ti lascerò. Davvero di cuore beati noi!

“Signore,

vorrei che tutti conoscessero il Tuo amore,

chi si sente solo o ha paura,

chi ha sbagliato e non si pente,

potessero vedere il Tuo sguardo.

Oggi ti prego per tutti loro,

risorgano dal loro dolore

e riscoprano che ci hai creato

per essere beati.

Beati, non per l’assenza di fatica,

ma per l’essenza del Tuo amore.

La Tua Parola giunga su tutti noi

e ci sia di forza, coraggio e conforto

in ogni circostanza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)