Gesù nel Vangelo di oggi si presenta come la porta delle pecore. A Gerusalemme al tempo di Gesù, per accedere al tempio vi era una porta chiamata delle pecore, poiché da lì entravano le pecore che venivano sacrificate al tempio.
Gesù non solo è la porta, ma è anche l’agnello, che mediante il suo sacrificio ha spalancato il passaggio della salvezza per tutta l’umanità; uno squarcio di luce, la Pasqua della vita nuova che si comunica in abbondanza.
Lui, la porta della nostra comunione con il Padre, la guida per non perderci dietro a pastori senza una meta.
A lui possiamo affidare le nostre attese e speranze, e spalancare la porta del nostro cuore cosi che entri e ci conduca.
Seguendo Lui cammineremo veramente nella luce della verità, che ci rende liberi per vivere una vita bella, dove come dice il salmista: felicità e grazia ci saranno compagne tutti i giorni della nostra vita e abiteremo in un luogo sicuro, nella casa dei nostri desideri, nella casa del Signore (cf. Sal 22).
La porta del Suo cuore è sempre aperta, trafitta per amore, spalancata ad accogliere tutti; non importa da dove si viene, cosa si è fatto prima, Lui guarda il desiderio del cuore di accogliere la Sua salvezza.
Davanti ad un’accoglienza, ad un messaggio così chiaro e meraviglioso, non si può sostare sul ciglio della porta, entriamo per rimanere in questo amore, perché anche noi viviamo di quella stessa vita che non ci sarà mai tolta. Nulla ci strapperà dalle Sue mani, dall’amore del Signore.
“Signore,
aiutami ad entrare,
a varcare la soglia della porta
per conoscere e toccare il Tuo amore.
Sostienimi, poiché la paura di vacillare a volte mi paralizza,
eppure riconosco in me
che tu sei il datore di vita, la mia vita.
Ed io oggi rialzo la testa, mi porto in avanti
ed entro in quel posto preparato per me da sempre: il tuo cuore.”