Proprio quando tutte le persone che accostavano Gesù pensavano alla sua grandezza, egli annuncia la sua impotenza: metterà la sua vita nelle mani degli uomini.
L’infinitamente grande si fa infinitamente piccolo e si consegna per amore nostro, nelle nostre mani, cosi da rivelarci la sua passione d’amore per noi. Se non comprendiamo l’impotenza di Dio che si consegna nelle mani degli uomini, non possiamo capire quale sia la potenza di Dio e ancora meno, il suo apparente silenzio e la sua apparente assenza nella storia dell’umanità.
L’amore non consiste nel dare cose, ma se stessi. Un dono totale di consegna all’altro mette in stato di assoluta povertà e impotenza. Da qui si comprende, perché sono necessari la povertà e l’umiltà, l’impotenza e il consegnarsi di Dio nelle nostre mani: perché “Dio è amore” (1Gv 4, 8.16).
Egli è il Figlio, che si consegna per tutti, perché il Padre lo ha inviato per la salvezza del mondo; e mette tutti di fronte al mistero della sua consegna.
Un Dio che si consegna ogni giorno nelle nostre mani, nel segno dell’eucaristia, così nutrendoci di Lui anche noi possiamo vivere consegnati nel suo amore per i fratelli.