Giovedì santo

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28 MARZO 2024

GIOVEDÌ SANTO «CENA DEL SIGNORE»

Oggi inizia l’ora dell’amore più grande e Gesù per spiegarcelo usa un’immagine molto eloquente, quanto semplice: lavare i piedi, e aggiunge: “Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.”

Ma questo “servizio” non poteva essere fatto dal Maestro, perché è il compito di uno schiavo, del servo. Cosi Pietro lo rimprovera, non comprende ancora la portata di tale amore. Gesù spiega che quanto sta per fargli lo renderà parte di Lui, perché l’abito dell’amore è l’abito del servo, è l’atteggiamento dello schiavo, dove l’amore che dona tutto fino alla fine, si fa servo di chi ama.

Pietro desidera l’amore del suo Signore, non vuole rimanere escluso e lascia cadere le resistenze che ancora lo trattenevano, vuole immergersi completamente in questo dono per lasciarsi purificare, amare, dal capo ai piedi.

Gesù che lava i piedi rivela l’amore incondizionato di Dio per ciascumo di noi, si mette a servizio, deponendo la sua vita ai nostri piedi.

Quel gesto è il segno che tutti siamo chiamati non solo a lavare i piedi agli altri, ma anche a lasciarseli lavare, non solo a servire, ma anche ad accogliere il servizio degli altri.

Uniti a Cristo, possiamo scegliere di amare e accogliere il mistero del suo infinito amore per ciascuno di noi, un amore che si dà “sino alla fine”; un Dio che entra nella notte più lunga della storia, perché l’uomo possa vivere la luce, possa vedere l’amore risorgere. Da questa notte vegliamo con Lui.

“Signore,

lavami i piedi,

perché camminando mi renda conto che il Tuo amore è il mio suolo santo.

Lavami i piedi,

perché anch’io sappia mettermi a servizio di chi ha bisogno.

Lavami i piedi,

perché ricominci la vita da questo amore,

e senta forte la Tua presenza,

tutte quelle volte

che le mie ginocchia stanche,

non riusciranno ad inginocchiarsi. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

 

Sino alla fine

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06 APRILE 2023

GIOVEDI SANTO – «CENA DEL SIGNORE»

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Es 12,1-8.11-14

Salmo: Dal Sal 115 (116)

Seconda lettura: 1Cor 11,23–26

Vangelo: Gv 13,1-15

“Sino alla fine”, affinché non si potesse dire, che Gesù non ha amato con tutto se stesso. Ma l’amore non ha una fine ed è proprio per questo che Gesù ci consegna l’Eucarestia, affinché potessimo ricordarci chi ci ha amato di più e quanto continua a farlo.

Dopo aver cenato, fa ancora un gesto: lava i piedi ai suoi.

La polvere che finora ha arrestato i nostri passi, quella fragilità, fatica ora è lavata da un lavacro di misericordia più grande del peccato stesso e a noi resta la purezza, come nel giorno della nostra nascita, si perché questa Pasqua sia di rinascita.

Viviamo questo triduo santo, pensando quanto “sino alla fine” quello che stava a cuore a Gesù non era lui stesso, ma noi, la nostra vita. In quella situazione di dolore, di morte, c’è qualcuno in grado di donarti tutto ciò che ha: se stesso, affinché alzando gli occhi al cielo e cibandoti del Suo pane, tu possa credere che non è la fine, perché la fine come l’inizio è Cristo, il Suo amore che non mancherà mai e sarà la tua forza per sempre.

“Signore,

sino alla fine,

fai della mia vita, un cuore attento al Tuo amore.

Si, sino alla fine perché vuol dire, per sempre.

Fa che mi immerga in Te

e ti trovi proprio quando

nella fatica è difficile proseguire,

quando in quella situazione mi sembra di non farcela,

aiutami a ricordare che Tu, fino alla fine sarai con me,

donato a me medesimo, affinché il mio cuore trovi pace.

Sino alla fine, per sempre possa credere in Te,

come Tu hai fatto con me,”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

«Signore, tu lavi i piedi a me?»

 

«Signore, tu lavi i piedi a me?»

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Es 12,1-8.11-14

Salmo: Sal 115 (116)

Seconda lettura: 1Cor 11,23–26

Vangelo: Gv 13,1-15

 

“Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me»”.

L’immagine è la lavanda dei piedi

Gesù durante la Cena, comincia a lavare i piedi dei suoi discepoli e quando Pietro gli chiede il perché, Egli risponde : «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Per fare parte di Lui, non bisogna compiere delle cose, ma accogliere la cura e l’amore che Egli ci sta donando.

Il quesito di Pietro non è insolito: «Signore, tu lavi i piedi a me?», anche noi avremmo potuto fargli questa domanda, alla ricerca del perché di quel gesto. Solo il Signore può toglierci la polvere del peccato dai nostri piedi e renderci in grado di camminare.

Gesù con quell’atto, rende sacro l’incontro tra Lui e l’uomo, svelando il volto di Dio: siamo di fronte a un Dio che si china su di noi, e desidera risollevarci da quella situazione di difficoltà, che stiamo vivendo.

Il Signore ci tocca nel profondo e “avendo amato i suoi li amò sino alla fine”: l’uomo trova spazio per essere amato e perdonato da Dio, non perché ne sia meritevole, ma perché fa parte di Dio, in tutta la sua esistenza.

C’è un dono preparato per noi che comincia da qui, da questo gesto in cui il nostro Maestro ci insegna una teologia dal basso: Gesù che si china a lavare i piedi, affinché possiamo fare altrettanto.

Oggi, Giovedì Santo, riconosciamoci amati, lavati, dal basso, da ciò che è più a contatto con la terra, ma che grazie a Lui può unirsi a quella parte di cielo, che è per noi, ed è già Risurrezione.