La guarigione della mano paralizzata

La guarigione della mano paralizzata

 

MERCOLEDÌ 17 GENNAIO 2024

SANT’ANTONIO, ABATE – MEMORIA

Nel Vangelo di oggi, troviamo Gesù che incontra un uomo dalla mano paralizzata. Una mano paralizzata paralizza anche tutto l’uomo, perché non può né prendere, né donare, può solo attendere che qualcuno faccia qualcosa per lui.

Gesù tuttavia, non vede solo quell’uomo, ma è profondamente indignato e rattristato, per la durezza del cuore di tutti quelli che gli stanno attorno e che cercano un capo d’accusa, per condannarlo a morte. Egli chiama l’uomo in mezzo, perché tutti lo vedano, un uomo che non ha nome, dove ciascuno si può riconoscere con le proprie debolezze, i blocchi, le ferite, lí presente, davanti a Dio.

“Tendi la mano!”. Dice Gesù a ciascuno di noi, prendi il dono della mia vita e apri il tuo cuore, così che la tua mano possa accarezzare, curare, guarire, sollevare, possa trasmettere anch’essa vita. Quel giorno e sabato, giorno di festa e l’uomo guarito non può fare altro che festeggiare con Dio.

Gesù guarisce una mano per guarire i cuori inariditi di tutti, perché ciascuno riconosca la potenza del Figlio di Dio, che con la sua morte ci ha spalancato il cuore alla festa della vita.

“Signore,

tendo come una corda

questa mano paralizzata,

ma senza Te,

non ha suoni, non ha vita.

Liberami, guarisci la mia mano,

affinché possa toccare la Tua

e rivivere.

Afferrami Signore,

così saprò che tutto me stesso

non è più sospeso,

ma sollevato dal Tuo amore;

e avrò vita a partire da una mano,

la Tua, venuta a dare vita alla mia

e con lei, a tutto me stesso.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

L’invito a metterci in mezzo

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1 Sam 17, 32-33. 37. 40-51

Salmo: Sal 143 (144)

Vangelo: Mc 3,1-6

 

Il Vangelo di oggi ci parla di persone che hanno il cuore duro, tanto da giudicare. Sembra un fatto attuale, chissà quante volte ci è capitato di sentirci giudicati, non capiti, oppure anche noi abbiamo giudicato, applicando i nostri schemi mentali agli altri, quasi come se fossero una legge.

In entrambi i casi l’invito di Gesù è di metterci in mezzo, per guardare dal centro la situazione che stiamo vivendo, possiamo essere la persona la cui mano è paralizzata, o coloro che la paralizzano, ma l’invito di Gesù è vedere da un’altra prospettiva.

Nel centro del mediastino troviamo il cuore, è da lì che dobbiamo osservare la nostra vita. L’ invito è mettersi in mezzo per trovare Gesù che rattristato, desidera che tu tenda la mano per guarire. Egli è il primo vuole insegnarci ad avere coraggio per andare oltre, Lui non ha paura di ciò che sta per accadergli, per te ha messo in gioco tutto se stesso.

Desidera tu abbia una vita da salvato, da guarito e a partire da quella prospettiva tu possa guardare il tuo quotidiano, le persone che incontri.

Sia che riconosciamo Gesù o no, sia che siamo giudicati o giudicanti, Egli sceglie di mettersi al centro con noi, non importa come sei arrivato li, ciò che conta, è che quando dal mezzo ritornerai dov’eri, sarai una persona nuova. Avrai fatto un’esperienza diversa, attraverso la quale sarai capace di tendere la mano a coloro che incontri, in te ci sarà una nuova vita che sarà capace di dare vita anche agli altri. Coraggio allora, mettiti nel mezzo, parti dal cuore.