Sei un miracolo

 

Sei un miracolo

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gc 4,13-17

Salmo: Sal 48 (49)

Vangelo: Mc 9,38-40

Il Vangelo di oggi, ci invita a riflettere che nonostante nella vita sia difficile pensare di compiere dei miracoli, dobbiamo però credere che ogni nostro atto diventa tale nella misura in cui sappiamo dargli il nome giusto: Gesù.

Sovente compiamo azioni che ci sembrano pesanti, a casa, al lavoro, attorno a noi, tanto da perderne a volte le motivazioni, Gesù è venuto a dirci che la nostra motivazione è Lui.

Il vero miracolo che possiamo fare è riconoscere quel nome capace di ridare significato all’agire, perché non c’è miracolo più grande che quello della vita, dunque, se essa fatta di piccoli atti quotidiani sarà vissuta nel nome di Colui che ce l’ha donata, sarà davvero un miracolo!

Come possiamo rendere concreto l’agire nel Suo nome? Significa mettere nel nostro quotidiano il nome di Dio e le caratteristiche che fanno pensare a questo nome, ovvero: la misericordia, la bontà, la pazienza, la pace, la determinazione, la forza e il coraggio. Nel Suo nome è racchiuso tutto il bene che si possa pensare ed è da esso, che attingiamo la forza del nostro operare.

“Signore donami la forza di agire bene

e trarre da Te il coraggio per il mio quotidiano.

Aiutami a essere strumento riconoscibile del tuo nome.

Dammi la saggezza di compiere ogni azione

con lo stesso spirito che colgo in te ed essere un dono.

Sostienimi quando la fatica prende il sopravvento

e rendimi capace di riconoscere il Tuo perdono.

Di fronte al mondo, Tu mi dici che sono un miracolo 

e mi consegni una vita, 

per dire a tutti che, così come sono,

con te o Dio, ce la farò! Così sia”. 

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

La motivazione sei tu

 

la motivazione sei tu

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ger 1,4-5.17-19

Salmo: Sal 70 (71)

Seconda lettura: 1Cor 12,31 – 13,13

Vangelo: Lc 4,21-30

 

Quante volte anche noi ci siamo sentiti non accettati dagli altri, oppure non abbiamo accettato noi stessi e le nostre fragilità. Gesù non è venuto a toglierci da quella situazione, ma per dirci che la vive anche Lui con noi.

Gesù passa in mezzo, non si ferma all’incoerenza, al rifiuto, alla non accettazione addirittura nella sua patria, ma nel suo atteggiamento c’è la determinazione di chi vuole camminare perché vuole salvarti.

Sono le motivazioni che ci spingono a camminare e oggi il Signore vuole dirci che la motivazione di Dio siamo noi.

Quando ci sentiamo incompresi, soli, oppure abbiamo sbagliato e facciamo fatica ad accettare noi stessi, il Signore è lì e passa in mezzo. Passa in mezzo a quel frastuono di pensieri della tua mente, a quelle paure che prendono il tuo cuore per dirti: la mia motivazione è salvarti. Non importa quello che è successo, passa in mezzo con Lui, supera il tuo blocco, il tuo timore e vai avanti, tu puoi ricominciare perché Egli sa ciò che stai provando, l’ha vissuto prima di te e per quanto l’abbia fatto soffrire non l’ha abbattuto.

La prima lettura della liturgia del giorno cita: “oggi io faccio di te come una città fortificata” e conclude: “io sono con te per salvarti”.

Possiamo essere una città fortificata da Dio proprio perché Lui è passato in mezzo, non si è tirato indietro e con determinazione desidera salvarti. Sei forte in nome dell’amore di Dio, ti ha costituito più forte di quanto tu creda, questo non elimina gli sbagli, in te c’è la forza di rialzarti, Dio non lascia lì nella caduta, ma ti fa continuare a camminare. Il tuo essere forte potrà avere cadute e rialzate, lacrime e sorrisi, gioie e dolori, ma quello che rimarrà costante in tutti i giorni della tua esistenza è l’amore di Dio per te; il desiderio di bene a cui Egli anela: la Sua motivazione a salvarti.