Dono del Padre

 

Dono del Padre

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 8,1b-8

Salmo: Sal 65 (66)

Vangelo: Gv 6,35-40

 

Gesù nel Vangelo della liturgia odierna, afferma: “Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori”. Proseguendo la lettura del testo, dice: “E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato”.

Siamo dono del Padre al Figlio, affinché Egli ci custodisca. Tutte le volte che cerchiamo Dio e ci preoccupiamo di come incontrarlo, oggi ci viene in aiuto questo brano per farci capire che siamo stati già trovati dal Padre e consegnati al Figlio, e grazie a Lui renderci conto di essere raggiunti.

Spesso si può aver paura di perdersi o disperdersi e non trovare più la strada di casa, ma il Signore desidera farci capire che Egli è quella via su cui camminare, è la strada della verità, dove poter finalmente conoscere il volto del Padre e vivere.

Gesù si presenta come il pane, un alimento di casa, il cui sapore è da tutti conosciuto. Da sempre il Padre ci custodisce, e prepara per noi un pane in grado di toglierci la fame, la mancanza, il vuoto, così da renderci più forti. Dobbiamo riconoscerci come coloro che partecipano di questo dono e ne fanno parte ed è nutrendoci di tale certezza, che nonostante le fatiche e le fragilità non ci sentiremo più dei dispersi, ma a casa.

Dio ha posto la Sua dimora in noi, affinché un giorno potessimo ritornare a casa e renderci conto che ci è sempre stato accanto donandoci Suo Figlio, affidandoci a Lui.

Abbiamo un luogo dove non saremo mai cacciati, mai dispersi e sempre amati: in Dio! Attraverso Gesù, Egli si fa presente in noi, poiché gustando del Pane della vita, potessimo toccare con mano l’Amore che ci ha raggiunti e viverlo ogni giorno.

 

 

Per riunire insieme i figli di Dio

per riunire insieme i figli di Dio

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ez 37,21-28

Salmo: Ger 31,10-12b.13

Vangelo: Gv 11,45-56

 

L’antifona alla comunione, prendendo dal Vangelo della liturgia di oggi, cita: “Cristo è stato consegnato alla morte per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi”.

Domani cominciamo la settimana Santa, Gesù si sta avvicinando sempre più alle ore cruciali, c’è un’intensità in questi testi che coinvolge anche noi. Egli è venuto per offrire la Sua vita, affinché non fossimo dispersi: non c’è amore più grande!

Il Signore ci invita a sentirci raggiunti, recuperati da un amore che non ragiona secondo la logica del merito, ma del dono. Le difficoltà della vita, a volte, ci portano a dubitare persino di Dio, e non dobbiamo vergognarci se mai ci fosse capitato, ma provare a leggere questo versetto come rivolto a noi:

“Cristo è stato consegnato alla morte per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi”.  

Siamo anzitutto Figli di un Padre che è nei cieli, e per Lui siamo così importanti da mandarci Suo Figlio, che nutre gli stessi sentimenti del Padre: un amore che non vuole vederci perduti, abbandonati. Si può essere fragili, aver sofferto tanto, ma Dio vuole dirci che non siamo Figli persi, siamo nelle Sue mani e desidera per noi una vita viva, nella certezza che gli stiamo a cuore.

Ora con Gesù possiamo fare delle nostre morti, di quei dolori che rimangono dentro, spazi di Risurrezione, dove la vita è raggiunta da un Amore più grande. Siamo Figli creati dalle mani di Dio e se le nubi ci hanno avvolto arriverà un vento a toglierle, così da poter vedere riflettere il sole, nel cielo del nostro cuore.