L’impossibile possibile

 

L'impossibile possibile

 

 

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Prima lettura: 1Pt 1,3-9

Salmo: Sal 110 (111)

Vangelo: Mc 10,17-27

 

Leggendo il Vangelo di oggi, se dovessimo scrivere un massima sarebbe: è dalla piccolezza che si vede la grandezza.

Il Signore ci invita a riflettere osservando la cruna di un ago, uno spazio così piccolo, per vedere com’è l’entrata del regno di Dio. Un’impresa impossibile, ma come conclude il Vangelo, non per Dio.

È difficile, ma non impossibile, perché nella matassa aggrovigliata che può essere la nostra vita c’è una speranza, possiamo passare attraverso la cruna dell’ago un filo alla volta.

Gesù desidera prenderci per mano, liberarci da tutti quei nodi che impediscono di continuare a camminare e per quanto a noi possa sembrare impossibile, Egli vuole che sia possibile!

Il povero spazio di una cruna è il varco per una cosa grande: il regno di Dio.

Gesù dice: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!», infatti con le mani piene non è possibile né prendere, né dare. È un invito a lasciare spazio nella nostra vita alla relazione con Lui, perché a volte è proprio in quel punto che siamo poveri. Se la nostra ricchezza fosse l’essere con Lui, sarebbe il punto di partenza per tutto il resto.

Vivere partendo da Cristo è camminare lungo la strada della possibilità, dove la povertà diventa ricchezza, il peccato perdono, il timore fiducia.

L’impossibile diventa possibile non per le nostre capacità, ma grazie a Colui che con il nostro poco può realizzare tanto e quel tanto diventa l’amore che vince sempre e comunque, nonostante tutto.

 

 

L’abbandono, la certezza e la semplicità

 

l'abbandono,la semplicità e la certezza,

 

 

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Prima lettura: Gc 5,13-20

Salmo: Sal 140 (141)

Vangelo: Mc 10,13-16

 

L’affermazione che troviamo nel Vangelo di oggi è chiara: “chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso”.

Cosa contraddistingue un bambino da commuovere il cuore di Dio, ed essere il metro di misura sul quale fare riferimento? L’abbandono, la certezza e la semplicità

L’abbandono, perché un bambino tra le braccia non solo si sente protetto, ma le accoglie come luogo di rifugio in cui potersi fidare. Il Signore è come se ci stesse invitando a fidarci di Lui, Egli vuole tenerci così come si tiene un bambino, il corpo tra le braccia e la testa sul cuore. Tra le tempeste della vita, il dolore, la fatica, abbiamo un luogo in cui rifugiarci: il cuore di Dio.

La certezza, perché quando un bambino sbaglia o commette qualcosa, anche se viene sgridato, verrà piano piano in punta di piedi a cercarvi poiché egli sa, ha la certezza che è figlio nonostante tutto. Il Signore desidera per noi questo: avere così forte la certezza che Dio è nostro Padre e possiamo essere peccatori, sentirci sbagliati, ma come un bambino riconosce di essere figlio, così lo vuole altrettanto per noi.

La semplicità, perché qualsiasi ruolo possiamo avere, ciò che attira un bambino è un dettaglio, un sorriso, un qualcosa che ci identifica. Un bambino sa guardare all’essere più che all’avere e dà tutto il suo affetto, se stesso, senza calcoli ma per dono.

Gesù ci invita ad osservare questi piccoli maestri di vita e fare della relazione con Dio quel punto di abbandono, di certezza e di semplicità, capace di consolare il nostro cuore e vivere nel quotidiano il regno di Dio.

 

 

 

La grandezza di un piccolissimo seme

 

la grandezza di un piccolo seme

 

 

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Prima lettura: 2Sam 11,1-4a.5-10a.13-17

Salmo: Sal 50 (51)

Vangelo: Mc 4,26-34

 

Oggi il Signore vuole spiegarci che cos’è il regno di Dio e lo fa usando la metafora del granello di senape. Egli desidera anzitutto che sia comprensibile per noi e che sia concreto; non è qualcosa di lontano, impossibile da arrivare, anzi il Signore vuole dirci che il regno di Dio è proprio su questa terra.

Quando nasciamo nel nostro cuore viene messo un seme, sembra invisibile ma è inarrestabile e per quanto possiamo non accorgercene, egli cresce con noi fino a sbocciare nella sua grandezza. Il regno di Dio è la nostra relazione con Lui, essa è dentro di noi dal momento del concepimento, fa parte di noi ed è meravigliosamente incontrollabile, appartiene a quei doni che il Signore ci ha fatto, dei quali da soli non avremmo saputo farci.

Il regno di Dio è la Sua volontà di mettersi in relazione con noi, com’ è possibile questo? La risposta è dentro di noi! Tale regno dall’inizio della vita cresce come un seme, la cui particolarità è che non c’è bisogno di curarla è Dio che se ne prende cura.

I tuoi errori, i tuoi peccati non potranno mai far morire quel seme, perché Colui che l’ha creato, l’ha reso più forte di ogni cosa, poiché è fatto dell’amore di Dio. Questo può farti stupore, può sembrarti addirittura impossibile, eppure Dio l’ha pensato per te, non perché tu non faccia più nulla, ma semplicemente affinché tu scopra in te una forza che è la Sua stessa relazione a darti.

Guardare la nostra storia partendo da quel seme, non ci esula dalle responsabilità, ma ci permette di vivere le nostre azioni proprio a partire da quel seme, e di scoprire che esso sta crescendo in noi, tanto da diventare riparo dove è possibile trovare rifugio.

Tutto quello che cerchi fuori, l’occasione che stai aspettando per poterti avvicinare a Dio, oggi Lui ti sta dicendo che è già dentro di te. Non temere ma semplicemente ascolta il tuo cuore, senti quanto è forte il Suo amore per te.

A qualsiasi punto tu sia della vita e tu abbia un seme o un albero non importa, ciò che conta è la Sua venuta per te, adesso è il momento di vivere il regno di Dio sulla terra, nel tuo quotidiano, tra le persone che incontri.

È venuto per te il momento, in cui questo seme sbocci nella sua grandezza.