Un salto nella pienezza

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22 MAGGIO 2023

LUNEDÌ DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 19,1-8

Salmo: Sal 67 (68)

Vangelo: Gv 16,29-33

Le parole di Gesù nel Vangelo di oggi ci toccano il cuore e lo consolano, così da cominciare bene la settimana: “abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!”.

La stessa forza che il Figlio trae dal Padre, ce la dona affinché potessimo vivere anche noi non solo di consapevolezza, ma di quell’amore che si fa concretezza.

Dobbiamo fidarci di queste parole di Gesù, non solo perché ne abbiamo bisogno, ma perché sono vere. Spesso dinanzi alla paura o alle difficoltà, si può rispondere solo con la fiducia. E come tra i gesti di amore di Gesù verso di noi vi è il coraggio, così anche noi dovremmo metterci la fiducia. Fiducia che non ci mancherà il coraggio, fiducia che Lui c’è e si prenderà cura di noi. Non ci viene chiesto un salto nel vuoto, come spesso si può ipotizzare, ma nella pienezza, in quella pienezza del cuore che è Cristo, allora, coraggio!

Saltiamo, fidiamoci di Lui, del suo grande amore che non verrai mai meno e sarà sempre il luogo dove quando salteremo, troveremo due braccia aperte pronte a prenderci, per donarci il Suo abbraccio.

“Padre mio,

mi abbandono a Te

non solo ora, ma sempre

nella gioia e nello stremo delle forze,

poiché dinanzi al tuo amore,

l’unica cosa che posso donare è un cuore che ha fiducia.

Tu abbi cura di me,

infondi nel mio cuore questa certezza

che per Te è concreta, viva,

e niente, neanche il mio peccato cambierà.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Un salto nella luce

un salto nella luce

 

09 DICEMBRE 2022

VENERDÌ DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 48,17-19

Salmo: Sal 1

Vangelo: Mt 11,16-19

 

Avete mai provato a stare in una stanza al buio e all’improvviso, senza che lo sappiate, vi accendono la luce, cosa si vede? Per un istante non si vede più niente. Come la generazione che Gesù descrive nel Vangelo di oggi, persone insoddisfatte, che sono dinanzi alla luce e si lamentano “di aver fatto o detto cose” e non si accorgono di nulla: non vedono.

Gesù ci invita a prestare attenzione a questa tendenza, perché se ci dovesse capitare non dobbiamo spaventarci, ma affrontare tale sentire per superarlo.

Non è sempre detto che il nostro sentire corrisponda alla realtà, possiamo per esempio sentirci soli e non esserlo, e se questo discorso vale tra di noi, allo stesso modo vale per Dio.

Forse a volte più che parlare di un salto nel buio, dovremmo dire un salto nella luce ovvero, lasciare che sia Lui a guidarci, confidando in Colui che ha a cura e a cuore le nostre vite, perché pertanto che facciamo, in verità ci sarà sempre un parte di noi che avrà bisogno di Lui.

“La sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie”: è questa la promessa che unisce la nostra storia alla Sua, l’incarnazione. La Sua sapienza si è fatta volto per guardarci negli occhi, mani per darci conforto e gambe affinché potessero camminare incontro a noi ed arrivare lì dove facciamo fatica, così che la nostra vita nonostante il dolore non fosse solo questo, ma una storia di un’incontro, la storia in cui ad un certo punto nel buio del cuore, si è accesa una luce che mai si spegnerà.

“Signore,

lo so che ci sei e in me c’è desiderio di Te,

ma tra quello che sento e faccio c’è tanta fatica.

Amami quando sono qui fermo, inerme.

Sostienimi quando la mia fragilità prende il sopravvento.

Scuotimi dal torpore che annebbia la mia mente.

Fammi toccare il Tuo amore,

affinché io sappia riconoscere che eri nel mio cuore da sempre.

Ti prego: risplendi in me,

così che io vedendo la luce ti corra incontro

ed abbandonando il buio

non veda che Te.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)