La fede di altri

La fede di altri

12 GENNAIO 2024

VENERDÌ DELLA I SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Il Vangelo ci racconta oggi di un uomo paralitico che viene perdonato dai suoi peccati e come accade sempre, senza meriti propri, senza espiare nulla, senza condizioni, solo per-dono. Ma qui si aggiuge ancora un particolare in più, e non da poco: quest’uomo é perdonato senza la sua fede, bensì attraverso la fede di chi lo accompagna.

Ci viene subito alla mente S. Agostino che affermerà di essersi convertito grazie alle preghiere di sua madre. La tenacia, la forza e la fede di S. Monica hanno ottenuto la conversione del figlio, come l’amicizia, l’audacia e la fede, di quei portantini che addirittura hanno aperto un varco dal tetto, pur di presentare il loro amico a Gesù perché lo guarisse.

La vera fede non è mai solo per se stessi, porta il peso, le fatiche e le sofferenze anche degli altri fratelli. Quante mamme, nonne, spose, sorelle fratelli, padri, nonni, amici…., pregano perché chi gli sta a cuore possa guarire nel corpo o nel cuore.

Una fede che si fa dono per chi non crede, é la preghiera d’intercessione che parla a Dio del fratello; non importa quanto è grande la distanza e quanto tempo ci vorrà, Dio lo ama già, è perdonato per la fede di un’altro.

Il peccato blocca, paralizza, ma Dio perdona oltre ogni male, poiché vuole vedere suo figlio in piedi, libero di camminare verso casa, di ritrovare la strada della pienezza di vita.

 

“Signore, 

perdonami, per tutte quelle volte che la mia forza l’ho spesa in altro.

Perdonami, perché non ho creduto abbastanza 

e la sfiducia è diventata quasi un’abitudine. 

Perdonami, per tutti quei no alla mia vita, 

ma se oggi sono qui, 

è per i piedi di qualcun altro, 

per quella fede che traccia la mia strada del ritorno a Te.

Da qui ripartirò, 

perché Tu mi hai aspettato per perdonarmi 

ed io carico di quell’abbraccio, 

riparto con Te

per essere fede a qualcun altro.”

(Shekinaheart eremo del cuore) 

“Siete con me fin dal principio”

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15 MAGGIO 2023

LUNEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

Prima lettura: At 16,11-15

Salmo: Sal 149

Vangelo: Gv 15,26-16,4a

Gesù prepara i suoi al peggio, alla fatica, all’essere scacciati e al sacrificare la vita. Lo dice come avvertimento, perché seguire Gesù non è semplice o meglio, a complicarlo siamo noi. Egli prepara i suoi perché conosce i cuori e sa le reazioni di molti.

Come dare testimonianza di Lui? Dove poter esprimere davvero chi è Dio?

Anzitutto da casa nostra, in una semplicità che saprà essere segno di quel: “siete con me fin dal principio”, che Gesù oggi afferma.

Si tratta di formare il cuore all’ascolto, al perdono, all’armonia di una casa che sia riflesso della casa di Dio. Non servono tante parole, forse dovremmo pregare per quelli di casa nostra che sono ancora lontani, che temono per i loro figli.

In proposito, vengono in mente due mamme: S. Rita e S. Monica, entrambe erano angosciate per i propri figli e non hanno mai smesso di pregare per loro, ed alla fine il Signore arriva, tanto da scoprire che non era alla fine, ma era già presente dal principio. Allora, apriamogli il nostro cuore, così come siamo e lasciamo entrare in noi quell’oasi di pace che tutti cerchiamo e attendiamo chi forse a volte, deve solo ritrovare la strada di casa.

“Signore,

aiutami a confidare in Te,

a fare della mia vita un segno della Tua,

non solo per essere di testimonianza,

ma per credere che non sono solo.

Tu dal principio eri con me,

come un respiro

di cui io sento il bisogno per vivere.”

(Shekinaheart eremo del cuore)