Pace in questa casa

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MERCOLEDÌ 18 OTTOBRE 2023

SAN LUCA, EVANGELISTA – FESTA

Mai come in questi giorni tali parole risuonano piu accorate. Pace sia l’incipit che parte dal nostro cuore. La pace dono di Cristo e della sua salvezza, che noi siamo chiamati a trasmettere, a dare forma con gesti concreti, con parole buone, con perdoni chiesti e donati, con fiducia concessa di nuovo, con accoglienza e benevolenza, con pazienza e misericordia.

Pace in questa casa che é prima di tutto il nostro cuore, dove a volte facciamo fatica ad essere riconciliati con noi stessi, eppure è lì che Dio scende, nella profondità delle nostre debolezze, per riportarci alla consapevolezze di essere stati chiamati da sempre con il nome di figli suoi, figli della sua pace per tutti i nostri fratelli.

Il Signore invia i suoi discepoi a due a due perché la testimonianza sia credibile. Cosi come la pace dono e compito non si può vivere da soli, chiediamo e invochiamo pace per tutti i popoli, pace in tutti i cuori.

“Fammi entrare Signore nella Tua casa

per vivere in pace.

Insegnami a camminare accanto a Te,

per essere uno strumento di pace e non di guerra.

Donami un cuore generoso

che sappia dare spazioalla gente

e trovi in me, segni del Tuo passaggio.

Una cosa sola ti chiedo: insegnaci la pace,

insegnaci a parlare bene tra noi,

insegnaci gesti di bene

e perdonaci il dolore provocato al fratello

che abbiamo accanto,

poiché avremmo potuto fare diverso.

Sia il tuo perdono il primo segno di pace

per cui ricominciare tutti a camminare”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

“Siete con me fin dal principio”

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15 MAGGIO 2023

LUNEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

Prima lettura: At 16,11-15

Salmo: Sal 149

Vangelo: Gv 15,26-16,4a

Gesù prepara i suoi al peggio, alla fatica, all’essere scacciati e al sacrificare la vita. Lo dice come avvertimento, perché seguire Gesù non è semplice o meglio, a complicarlo siamo noi. Egli prepara i suoi perché conosce i cuori e sa le reazioni di molti.

Come dare testimonianza di Lui? Dove poter esprimere davvero chi è Dio?

Anzitutto da casa nostra, in una semplicità che saprà essere segno di quel: “siete con me fin dal principio”, che Gesù oggi afferma.

Si tratta di formare il cuore all’ascolto, al perdono, all’armonia di una casa che sia riflesso della casa di Dio. Non servono tante parole, forse dovremmo pregare per quelli di casa nostra che sono ancora lontani, che temono per i loro figli.

In proposito, vengono in mente due mamme: S. Rita e S. Monica, entrambe erano angosciate per i propri figli e non hanno mai smesso di pregare per loro, ed alla fine il Signore arriva, tanto da scoprire che non era alla fine, ma era già presente dal principio. Allora, apriamogli il nostro cuore, così come siamo e lasciamo entrare in noi quell’oasi di pace che tutti cerchiamo e attendiamo chi forse a volte, deve solo ritrovare la strada di casa.

“Signore,

aiutami a confidare in Te,

a fare della mia vita un segno della Tua,

non solo per essere di testimonianza,

ma per credere che non sono solo.

Tu dal principio eri con me,

come un respiro

di cui io sento il bisogno per vivere.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Nella casa

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09 FEBBRAIO 2023

GIOVEDÌ DELLA V SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 2,18-25

Salmo: Sal 127 (128)

Vangelo: Mc 7,24-30

Il brano del Vangelo di oggi, inizia e termina con due scene che si svolgono in casa.

La casa è il luogo dove viviamo la nostra vita con gli affetti e le cose più care. Qui amiano, gioiamo, lavoriamo, soffriamo, preghiamo, siamo accolti e accogliamo. La casa è il luogo della vita dove ci sentiamo amati.

Non è un caso se Gesù è lì nella casa, sceglie un luogo familiare, affinché la nostra attenzione sia focalizzata sulla novità, ovvero: la Sua presenza. Non stupisce infatti il luogo dove si svolgono i miracoli, ma che Lui sia lì.

Questa donna entra nella casa dove c’è Gesù a chiedere vita per sua figlia, perché ha sentito parlare di Gesù come Colui che dona vita. Ella infatti non pretende nulla, si fa addirittura paragonare ai cagnolini, accetta le briciole, perché sa che anche queste contengono un seme di vita. Il pane nutre, sfama, e quello che dona Gesù, è la vita che dal Padre passa al Figlio e a tutti gli uomini Suoi figli, basta che siano desiderosi di entrare in casa con Lui.

Nella casa con Gesù facciamo esperienza di gratuità, perché realmente in ogni piccolo frammento di pane c’è un grande dono di amore. In quella briciola di pane vi sono tutti gli ingredienti del pane stesso, e noi come briciole facciamo parte del Padre.

Dimoriamo perché ci accoglie ed ogni volta che siamo accolti, è la nostra “casa” che cresce fino ad abbracciare tutti, mangiare il “pane dei figli” e vivere cosi da fratelli.

“Signore,

sii Tu la mia dimora,

così che possa andare lì a rifugiare il cuore.

Fa che mi renda sempre conto del Tuo amore

e sia per me forza.

La Tua casa sia la mia,

il mio cuore trovi pace,

perché un luogo mi hai regalato dove venirTi a cercare:

me stesso.

Io e Te vi dimoreremo insieme”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Fuori di sé

fuori di sé

 

SABATO 21 GENNAIO 2023

SANT’AGNESE, VERGINE E MARTIRE, MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Eb 9,2-3.11-14

Salmo: Sal 46 (47)

Vangelo: Mc 3,20-21

Ogni uomo si può ritrovare in Gesù, perché non c’è nessuna situazione che Lui non abbia provato, persino i suoi gli dicevano: “è fuori di sé”. E per questo che può comprendere tutto e dire: sono con te in tutto ciò che provi, in quella sofferenza, fatica, speranza e gioia.

Questo la folla l’aveva capito, ed ecco perché si recavano in massa da Lui, perché chi soffre sa cogliere il cuore di chi comprende. La sofferenza non è un passaggio obbligato, ma è la strada verso cui purtroppo chi per un motivo, chi per un altro, si ritrova.

Il compito del discepolo è di ritrovare Gesù nella medesima strada e come Lui, essere partecipe della sofferenza degli altri, così che rimangano segni di amore e di benevolenza proprio dove non ce ne sono.

Gesù entra nella casa, ma non è specificato in quale casa, perché è la casa di ciascuno di noi, entra nella nostra storia, talvolta affollata tanto da non rendersi conto che Lui è lì: è il cibo vero con cui nutrirsi e non bisogna cercarlo al di fuori.

Egli cammina con noi e non rinuncerà mai ad amarci, anche se questo gli è costato la vita, perché l’amore non ha mezze misure, vive di totalità, e come totalmente viviamo una fatica, un dolore, totalmente Gesù è con noi per sollevarci, è fuori di sé in un altro senso, ovvero è tutto in noi.

“Signore,

soccorri il mio pianto e dammi vita,

per credere che oltre il buio di questa notte

c’è una luce già presente in me.

Talvolta è difficile pensarlo,

eppure Tu sei qui,

come l’unica forza in grado di farmi camminare,

che non spinge, ma accompagna,

che è presente, ma va cercata.

Oh! Se non cercassi l’Amore, cosa ne sarebbe di me?

Nulla, perché Tutto avrei perso,

ma questo è impossibile perché l’Amore è uscito a cercarmi

ed ora siamo qui”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

La luce splende nelle tenebre

la luce splende nelle tenebre

 

SABATO 31 DICEMBRE 2022

31 DICEMBRE – SETTIMO GIORNO FRA L’OTTAVA DI NATALE

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura:1Gv 2,18-21

Salmo: Sal 95 (96)

Vangelo: Gv 1,1-18

 

“La luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta”.

Questo è l’augurio con cui desideriamo terminare l’anno. Un anno ricco che ha vissuto gioie, oppure dolori, ciascuno ne avrebbe da scrivere pagine della propria storia. In alcuni casi sapere che è finito dà speranza per il futuro. Gesù è Colui in grado di alimentare questa speranza, è quella Luce capace di illuminare ogni cuore, a volte ferito dall’anno passato.

Le parole del prologo di Giovanni, ci vengono incontro come un segno: nulla può spegnere la Sua luce! Un anno nuovo attende di nascere, auguriamoci possa crescere con il bambino di Nazareth, anch’Egli appena nato quasi per accoglierlo. Auguriamoci di vivere giorno dopo giorno nella Sua luce, affinché essa illumini i nostri istanti, così da poter respirare quella pace e serenità invocata e sperata da tutti i popoli, e che le tenebre non l’hanno vinta.

“Signore,

un anno nuovo attende l’orizzonte,

fa che sia pieno di speranza e fede in Te.

A chi è nel buio, dona la luce,

a chi soffre e si sente solo, dona il Tuo conforto.

Ogni cuore possa conoscerTi,

così che al termine dell’anno a venire,

possiamo trovarci tutti a riscaldarci

dinanzi al fuoco del Tuo amore

e sentirci ogni anno, per tutto l’anno a casa con te”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

Una benedizione

una benedizione

 

MERCOLEDÌ FERIA PROPRIA DEL 21 DICEMBRE

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ct 2,8-14

Salmo: Sal 32 (33)

Vangelo: Lc 1,39-45

 

Maria fa visita ad Elisabetta, leggiamo nel testo: “entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta”. Maria sembra essere diventata come l’angelo annunciatrice di Dio. Il figlio di Dio già nel grembo l’ha cambiata, dal di dentro Egli ci trasforma, plasma la nostra vita, affinché sia segno di Dio stesso. A tal proposito, Elisabetta proclama una benedizione: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”. Ella ha riconosciuto la presenza di Dio in Maria, quelle due donne unite nel dono si sono ritrovate, non c’è bisogno di parole, perché Dio ha già detto tutto.

Entrambe ci sono di esempio, poiché anzitutto hanno ascoltato non solo con le orecchie, ma anche con il cuore, hanno fatto spazio a Dio nella loro vita.

È meraviglioso che il Signore nasce da un ascolto, da un “si” detto con tutto il cuore. Non dobbiamo fare tante cose, ma semplicemente esserci con tutto noi stessi ed esprimere il nostro “si”. Diventeremo anche noi annunciatori come Maria senza dire nulla. Sarebbe bello se fossimo strumento attraverso il quale Egli sia riconosciuto e chissà magari, ci potrà capitare di sentirci salutare cosi: Dio ti benedica.

“Signore,

entra nella mia casa,

fatti spazio nel mio cuore,

affinché in esso vi sia una rinascita.

Il dolore e le ferite rimangono

non si cancellano facilmente,

ma fa che con Te, non facciano più tanto male.

Nasci nel mio cuore così che abitato da te,

torni a battere più forte

e sia capace di amare, benedire e ringraziare

oltre ogni limite,

come il Tuo amore per me.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

“trovati-amati”

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SABATO 03 DICEMBRE 2022

SAN FRANCESCO SAVERIO, PRESBITERO – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 30,19-21.23-26

Salmo: Sal 146 (147)

Vangelo: Mt 9,35-38 – 10,1.6-8

 

Quante volte ci è capitato di sentirci stanchi, sfiniti per tanti motivi ed proprio in queste situazioni che dobbiamo cercare di non perdere il coraggio, perché il nostro “essere perduti” non è nel sentire di Dio, per Lui siamo il suo popolo da cercare e condurre a casa.

Accadeva ai tempi di Gesù e accade anche adesso, però nel tempo una cosa non è mai passata: la compassione di Dio. Il cuore di Dio è accanto al nostro, apparteniamo a Lui al punto che ogni nostro gemito non gli è estraneo. Siamo sorretti dalla sua mano e se cadiamo Egli non ci lascerà, se ci perdiamo Lui non ci stancherà di cercarci.

“Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele”: è il compito che Gesù da ai suoi. Coloro che un tempo erano senza pastore e che dopo aver incontrato il Signore, ora sono chiamati ad aiutare altri a fare esperienza di Lui, così che alla fine saremo tutti dei “trovati-amati”, riconosciuti da un Dio Padre il cui cuore ama e si stringe accanto al nostro per donargli tutto l’amore, l’affetto e la forza di cui ha bisogno.

Affidiamoci a Lui, l’unico in grado di capirci fino in fondo, perché Gesù pensa e vive con il cuore del Padre e da Figlio, porta a Dio tutte le nostre sofferenze.

Cosa grande è il Suo amore capace di comprendere ogni dolore ed ogni fragilità. Stanchi e sfiniti non lo saremo per sempre, poiché Egli è accanto a noi e la Sua compassione sarà la nostra forza. Quando avremo timore di perderci o che nessuno creda più in noi, Egli ci condurrà per mano, sarà luce per il nostro cammino ed il Suo amore non finirà mai. O tu pecora perduta non temere, Dio Tuo Padre ti sta già cercando!

 “Signore,

ti affido il mio cuore,

affinché con Te trovi la forza

per camminare ed andare avanti.

Quando mi sento solo ed abbandono anche me stesso,

fammi sentire la Tua presenza

così da ritornare a vivere,

consapevole che nel Tuo cuore

c’è un posto anche per me

e che non lo perderò mai,

perché è mio da sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Profumo del Pane

profumo del Pane

 

18 NOVEMBRE 2022

VENERDÌ DELLA XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 10,8-11

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Lc 19,45-48

 

“Ogni giorno insegnava nel tempio”, ogni giorno appena svegli è preparata per noi la Parola di Dio. È bello pensare che c’è Qualcuno a preparare qualcosa per noi: una Parola, un po’ di conforto, aiuta a sentirci a casa.

Questo è il desiderio di Dio per noi: che la Sua casa diventi una casa di preghiera, e non un covo di ladri; espressione “forte” ma significativa, poiché ci aiuta a farci comprendere che non c’è nulla di fuggiasco, di breve o temporaneo, non c’è qualcosa da accaparrare nella Sua casa, ma si tratta entrare e prendere quel dono che Dio stesso ha preparato per noi.

Entriamo nella Sua casa, sentiamoci a casa con Dio così da potergli affidare ogni cosa, ogni dubbio e paura e ricordiamoci che lì all’interno vi è preparato un posto per noi. Gustiamo il calore di questa casa, sediamoci alla tavola apparecchiata e respiriamo il profumo del Pane.

“Signore,

sorreggi i miei passi,

fa che io mi accorga del dono che mi hai preparato

e ne faccia tesoro

per i tempi duri e quelli felici.

Aiutami a sentirmi a casa,

affinché la mia vita trovi un posto con Te

ed io smetta di cercare altrove ciò che Tu mi hai preparato:

una casa, un rifugio, un conforto

nel Tuo cuore, per me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Il nuovo tempio

 

il nuovo tempio

 

MERCOLEDÌ 09 NOVEMBRE 2022

DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE – FESTA

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ez 47,1-2.8-9.12

Salmo: Sal 45 (46)

Vangelo: Gv 2,13-22

 

Gesù è il nuovo tempio. La casa di Dio non è più solo fatta di mattoni, ha preso vita, così che ciascuno potesse trovare in Gesù il luogo dove incontrare Dio e sentirsi raggiunti.

Oggi l’invito è sentirci a casa con Dio, è sperimentare quanto nel corso dei secoli si è passati dal tempio struttura fissa, al tempio che è Cristo, un tempio che rimarrà per sempre con noi.

Nel Vangelo si parla di tre giorni per ricostruire il tempio, è un’allusione alla Risurrezione di Gesù, quei tre giorni dopo la Sua morte, tempo di attesa, silenzio, in cui dalle viscere della terra, il nuovo tempio stava per risorgere e dire a tutta l’umanità: risorgete con me.

Oggi passando davanti o meglio entrando in una Chiesa, sentitevi parte di qualcosa di grande, parte di una Risurrezione che comunque ci ha coinvolti anche dopo tanti anni. Sentitevi a casa, e credete fermamente che Gesù Cristo Risorto non è fermo lì, ma ci accompagna, è Risorto, affinché tutti potessimo sentire la vita rinascere, sperimentare la Sua forza nelle difficoltà e vivessimo di quell’amore che ci ha raggiunto.

Gesù è il tempio da amare, onorare, celebrare e non è più distante da noi, è un tempio che per risorgere ha attraversato la sofferenza, il dolore, è un tempio le cui ferite sono visibili come le nostre, è un tempio in cui ogni lacrima sarà raccolta e ogni dolore sarà consolato, perché in ognuno di noi è presente e vivo il tempio di Dio.

 “Signore,

desidero cercarti,

perché ho bisogno di essere consolato.

Tu che hai sofferto lo sai,

ti chiedo di starmi accanto,

di farti vivo, presente in me,

perché non perda la forza.

Affido a Te la mia vita

come un candela accesa che arde e si consuma,

posta dinanzi al Tuo altare

e diventa una con Te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

La roccia, la casa, il fondamento

 

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10 SETTEMBRE 2022

SABATO DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 10,14-22

Salmo: Sal 115 (116)

Vangelo: Lc 6,43-49

 

Il Signore oggi ci invita a donare alla nostra casa interiore, ovvero il cuore, un fondamento sicuro in cui non crollare mai: Egli stesso. Lui è la roccia della nostra vita che nonostante sia esposta alle intemperie rimane salda, protetta e custodita.

La roccia fa pensare alla stabilità, alla forza, il contrario della fragilità, per cui quando ci sentiamo fragili e affaticati, abbiamo coLui che è in grado di ridonarci vigore. In fondo anche noi, a volte fragili, sappiamo e abbiamo sperimentato cos’è la forza ed è anche essa parte di noi, altrimenti come potremmo distinguere quando siamo deboli?

La roccia è dentro di noi, fa parte della casa, non è qualcosa di esterno, ma è la parte fondamentale, Cristo è la parte fondamentale di noi! Siamo uniti a Lui grazie al Padre, Egli non è solo un aiuto esterno alle nostre fatiche, bensì è parte di noi ed è proprio grazie a questo, possiamo toccare la forza della Misericordia e riconoscerla come un bene per noi.

Dio ci ama e per noi ha mandato la sua parte fondamentale, affinché divenisse la nostra, così da poter camminare e porta frutti di bontà, Misericordia, amore e fedeltà, in un mondo dove la fragilità è un problema, mentre per Dio è il luogo dove ciascuno può rinascere.

“Signore,

scopro che la vita è un cammino verso casa,

verso il cuore,

quando sbaglio sento che mi allontano e mi manca,

ma so che è custodita da Te.

Afferra la mia vita e donale forza.

Alla mia fragilità

il tuo amore è una risposta

che mi farà sempre ritrovare la strada

per comprendere che sei Tu il fondamento

della mia casa e la mia forza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)