Amore che salva

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05 LUGLIO 2024

VENERDÌ DELLA XIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Sono venuto mangiare con te, a nutrirti della mia misericordia, per questo ci dice come a Matteo: “Seguimi”. Non c’è nulla che lo può impedire.

Gesù ci conosce, vede nel profondo, sa quali sono i nostri timori, non c’è bisogno di raccontargli la propria storia, è un incontro di sguardi. Gesù infatti, non vede in Matteo un esattore delle tasse, vede un uomo. L’uomo vale per quello che è nell’interiorità del suo cuore e nella qualità del suo amore, S. Agostino afferma che: “ogni uomo è ciò che ama”.

Quello sguardo disarmante, pieno di amore di Gesù, ha reso Matteo un discepolo, un amante. Allora bisogna fare festa, perché il dono della misericordia è motivo di gioia, guarisce la vita, rassicura che il principio della salvezza non consiste nei sacrifici, bensì nel partecipare a questo dono.

Il Signore vuole mangiare con noi, nutrirci della sua misericordia, è venuto a sanare i nostri cuori inquieti, dubbiosi, impauriti, perché la nostra vita sia perdonata, liberata, rinata nell’amore.

Sediamoci a tavola con Gesù, siamo tutti invitati al banchetto della sua misericordia, dove mediante il suo perdono ciascuno può conoscere l’essenza di Dio: solo amore che salva.

“Signore,

aiutami a non sprecare la vita

lontano da Te.

Insegnami a riconoscerti,

a osservare il Tuo sguardo

posarsi su di me

e camminare senza posa

per quella via di misericordia

che hai tracciato,

e che mi guarisce

per sempre.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Gli sguardi

 

gli sguardi

 

 

29 OTTOBRE 2022

SABATO DELLA XXX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Fil 1,18b-26

Salmo: Sal 41 (42)

Vangelo: Lc 14,1.7-11

 

I farisei osservavano Gesù e anche Lui li osservava, al punto che notando la loro preferenza per i primi posti, cominciò a dire una parabola.

Entrambi osservano ma vi è una differenza, i farisei osservavano per mettere alla prova Gesù, mentre Gesù guardava sempre con amore e parlava per insegnare, per donare anche loro una possibilità di purificare lo sguardo. Nonostante sapesse il motivo del loro osservare, Egli non cambió la sua modalità, il principio con il quale è partito ovvero il bene.

Dobbiamo chiedere l’aiuto a Lui quando veniamo messi alla prova dallo sguardo degli altri, dalla paura del giudizio e dalla tendenza a contraccambiare tale atteggiamento.

Egli ci insegna come fare proprio a tavola, ovvero condividendo il pane e la Parola e lasciando che entrino nel cuore di ciascuno. A volte è meglio scuotere la polvere delle parole, non lasciarci appannare la vista e guardare al cammino che stiamo facendo, così da testimoniare una diversità data dall’essere consapevole dell’amore di Dio.

Non importa come e chi osserva, poiché la nostra forza è nello sguardo d’amore di Dio, che ci guarda dalla croce per attiraci a sé, per aiutarci a credere nello sguardo Misericordioso, che solo Lui può donare e per abituarci a fare altrettanto, così che sulla terra siano di più gli sguardi imbibiti di benedizione, benevolenza e bontà, che di giudizio.

“Signore,

dalla croce mi guardi

ed il Tuo sguardo è impresso nel mio cuore.

Nonostante il mio peccato, non c’è in Te ombra di rifiuto,

ma uno sguardo che avvolge.

Avvolge me, il mio cuore

e mi spinge a credere nel Tuo perdono.

Dinanzi a Te, posso essere me stesso

e ti ringrazio perché ne avevo bisogno

e Tu lo sapevi,

ti è bastato uno sguardo,

fa che ne basti uno solo anche a me,

per accorgermi di te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)