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“Vieni e vedi”
GIOVEDÌ FERIA PROPRIA DEL 5 GENNAIO
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: 1Gv 3,11-21
Salmo: Sal 99 (100)
Vangelo: Gv 1,43-51
Cosa è avvenuto di buono? La domanda di Natanaele rimbalza nella storia, investe coloro che credono e chi ancora non lo sa.
Siamo pellegrini alla ricerca di qualcosa di buono per il proprio cuore. Cercatori di senso, che fanno della loro vita un viaggio verso quell’uomo tanto buono, da rendere gli uomini capace di essere buoni, di gesti di umanità, dati da un amore che precede.
Tutto comincia da una domanda: “può venire qualcosa di buono”? Oppure chiedersi dinanzi ad un Angelo: “come avverrà questo” ? E la vita è tutta una risposta, un sì esteso nel tempo ad un Dio il cui amore supera i confini del mondo. Oltre il tempo, oltre lo spazio, siamo richiamati dal fascino di un uomo in grado di dirci: “seguimi” così come sei, perché io ti amo così.
Vieni e vedi o uomo alla ricerca di un senso, perché stai cercando Dio, Egli ti ha trovato e la domanda che dentro di te ti inquieta, troverà la pace solo vedendo l’amore scendere dal cielo sulla terra e venire a casa tua.
La nostra casa, il nostro rifugio
DOMENICA 26 GIUGNO 2022
XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: 1 Re 19,16b.19-21
Salmo: Sal 15 (16)
Seconda lettura: Gal 5,1.13-18
Vangelo: Lc 9,51-62
Gesù afferma di non avere dove posare il capo. Questa frase fa pensare che il Signore non abbia proprio niente. Non ci sono promesse per chi decide di seguirlo.
Questo niente è la condizione per la pienezza, poiché a volte il vuoto è una risorsa per accorgersi di cosa abbiamo. E noi abbiamo Lui. Ci sarebbe da chiedersi se lo sappiamo, se lo ricordiamo, specialmente in quelle situazioni in cui la solitudine e la paura ci bloccano e non ci permettono di andare avanti.
Gesù si è messo nella condizione di non aver neppure dove posare il capo per darci un rifugio, un luogo verso cui andare: Lui stesso. S’incammina con determinazione per darci un “casa”, che non è fatta di strutture, ma è il Suo cuore per abitarvi.
Affidiamoci a Lui e confidiamo nella Sua infinita provvidenza, che si alza ogni mattina prima di vedere il sole sorgere e non va mai a dormire, per custodire le nostre notti più profonde, dal timore del nulla.
“Padre buono, mi affido a te.
Ogni giorno e ogni notte, fa che il mio cuore preghi,
e comprenda l’amore che hai per me.
Aiutami a ricordare che la nostra casa è in Dio
e che ogni cuore ha il suo rifugio nel Tuo.
Spesso, le mie mani vuote e stanche
portano i segni di tanto dolore,
non c’è però nulla che Tu non sai
e questo mi è di conforto.
Sostieni i miei passi,
affinché riconosca le mie cicatrici,
come segno della Tua provvidenza
che mi ha accompagnato
proprio in quel momento di bisogno.
Ed ogni lacrima versata, ogni sorriso compiuto
siano segno di speranza, per chi mi è accanto,
perché credano in Te, sperino in Te,
e imparino ad amarti come ci ami Tu.”
(Shekinaheart Eremo del Cuore)