MERCOLEDÌ DELLA XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
“Amore e giustizia voglio cantare”, sono le prime parole con cui inizia il Salmo 100 e fanno da contrappeso a quel “Guai a voi”, con cui Gesù rimprovera i farisei perché si preoccupano dell’esteriorità e non dell’amore per Dio e per il prossimo. Questo “Guai”, perché “lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio”, pare esprimere tutto il dolore di Dio quando l’essere umano viene sopraffatto da chi ha più potere, dal dramma dell’ipocrisia, dove ciò che appare all’esterno non vive la coerenza del cuore.
Gesù vuole metterci in guardia per smascherare i pensieri del cuore, che non permettono di creare relazioni buone, vere. Le sue parole invocano la qualità di una testimonianza semplice ma concreta, visibile a occhio nudo, quel: “Amore e Giustizia voglio cantare”.
Se il cuore è lontano dalla fonte della vita, non coglie la realtà capace di incontrare l’altro come proprio fratello.
Dio non ci chiede di farci “primi”, di essere perfetti, ma di riconoscere il suo amore, di lasciarci amare da Lui cosi da comprendere cosa muove il nostro cuore di desideri e sentimenti, per “cantare” davvero “amore e giustizia”.
“Gesù,
aiutami a raggiungere la sinfonia dell’amore di Dio,